Vota questo articolo
(0 Voti)
Un bel video sulla ripartizione di alcune importanti strade di New York City che sono state arricchite con piste ciclabili, corsie bus, attraversamenti pedonali protetti, verde, aree per bar all'aperto.

 

Interessanti i risultati ottenuti con un crollo del numero degli incidenti e un aumento del gradimento dei cittadini, anche non ciclisti e non pedoni. La velocità delle auto è diminuita, ma non i tempi di percorrenza.

Sappiamo che le dimensioni delle strade nei nostri centri storici non permettono sempre queste soluzioni, ma in tutte le nostre città in periferia ci sono talvolta alcune strade molto ampie poco regolamentate con più corsie di auto e in cui ai pedoni e ai ciclisti vengono lasciati solo spazi residuali. Un altro punto di vista è possibile: http://www.streetfilms.org/complete-streets-its-about-more-than-just-bike-lanes/.

Loro le chiamano "strade complete - non solo piste ciclabili".

Il video dura 11 minuti. L'audio è solo in inglese, ma anche se dovesse sfuggire qualche parola la soddisfazione dei residenti è ugualmente tangibile.

Fonte: Fiab onlus

Vota questo articolo
(0 Voti)
Una "Zona 30" per agevolare la mobilità dolce, ponendo particolare attenzione alla sicurezza pedonale di bambini, anziani e disabili. È questo il progetto, promosso e ideato dall'associazione Cicloamici Lecce Fiab, che partecipa al primo bando di rigenerazione urbana del quartiere Leuca, a Lecce, finanziato con fondi FESR Puglia 2007 – 2013. Sabato 8 e domenica 9 l'idea sarà presentata ai cittadini a Parco Tafuro.

 

La "Zona 30" è semplicemente un'area della rete stradale urbana in cui il limite di velocità è di 30 chilometri orari; in questo modo, si permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni, si aumenta il margine della sicurezza e si riducono le emissioni inquinanti.

Per facilitare una mobilità più sostenibile, l'associazione Cicloamici Lecce propone sei efficaci e semplici interventi:

1. Via Cimarosa: realizzazione di una "Porta d'Ingresso" e riduzione di

carreggiata con relativo arredo urbano.

2. Realizzazione di un carrabile colorato per il passaggio delle auto.

3. Pitturazione sul manto stradale di un grande cartello "Zona 30".

4. Cartellonistica verticale attraversamento bambini

5. Via Rossini e Via Puccini: realizzazione di "Fine Zona 30".

6. Realizzazione di rastrelliere da 20 posti da collocare a Parco Tafuro in prossimità di Parco delle Cave, nelle zone di maggiore interesse (scuola, negozi). Le rastrelliere saranno realizzate da artigiani del ferro e del legno residenti nel quartiere.

Per conoscere a fondo il progetto di rigenerazione del quartiere Leuca e per sensibilizzare i residenti sul tema della mobilità dolce, sabato 8 e domenica 9 settembre, dalle ore 18 alle ore 20 (i primi due incontri si sono già svolti il 4 e il 6 settembre), l'associazione Cicloamici Lecce incontrerà la cittadinanza al Parco Tafuro.

Un piccolo comitato di quartiere si occuperà di controllo e gestione delle strutture realizzate e dello stimolo all'uso della bicicletta e/o di mezzi pubblici.

Tutti gli interventi saranno fatti di concerto con l'assessorato ai Lavori Pubblici e con l'assessorato al Traffico del Comune di Lecce, cui sarà affidata la gestione della manutenzione.

Fonte: il paese nuovo

Vota questo articolo
(0 Voti)
Il caschetto di solito per un ciclista è una mezza assicurazione sulla vita perché si sa che in caso di incidente può proteggere il cranio da colpi violenti. Purtroppo però non è sempre sufficiente, e soprattutto evita traumi gravi, ma non evita l'incidente stesso. Un inventore decisamente fantasioso, l'americano Arlene Ducao, ha invece realizzato un super caschetto con una tecnologia degna delle auto di ultima generazione.

 

Prima di tutto, può evitare che il ciclista si distragga o cada per un colpo di sonno. Sinceramente non penso che sia possibile avere un colpo di sonno su una bici, ma è sempre meglio equipaggiarsi. Il suo elmetto è capace quasi di leggere nel pensiero. In pratica utilizza uno strumento che effettua un encefalogramma le cui valutazioni vengono poi proiettate su un display a LED integrato. Un Arduino, radio bluetooth, una striscia di luce a LED, 3 transistor, e una batteria da 9V completano l'equipaggiamento.

Quando la lucina che compare è verde, vuol dire che il ciclista è ben concentrato sulla guida. Quando si ha un colpo di sonno o non si è molto concentrati, la lucina diventa rossa. Quando invece si è molto ansiosi e si va nel panico le luci diventano rosse e lampeggiano. Ma non finisce qui.

Questo splendido ritrovato della tecnologia, denominato ICEdot, contiene anche un rilevatore sensore di impatto. Nel malaugurato caso in cui nemmeno con gli avvertimenti si è riusciti ad evitare l'incidente, il sensore rileva l'impatto e dopo un certo lasso di tempo invia allo smartphone, su cui era stata scaricata l'applicazione, il comando di avvertire le autorità. Sfruttando il rilevatore GPS del telefonino infatti, i soccorsi possono arrivare sul posto preciso dell'incidente e magari salvare la vita al ciclista. Insomma, il caschetto non riuscirà ad evitare gli incidenti, ma magari le conseguenze negative sì.

Fonte: ecologiae.com

Vota questo articolo
(0 Voti)
Duecento chilometri in bicicletta nella campagna toscana per raccogliere fondi a favore della "terapia ricreativa" per bambini. È stata presentata [il 9 novembre - ndr] nella sede milanese del Coni la Bike Challenge per Dynamo Camp, la "gran fondo" di ciclismo che si terrà il 25 e 26 maggio 2013 fra Firenze e le colline pistoiesi con l'obiettivo di raccogliere fondi per Dynamo Camp, il campus-vacanza dedicato ai bambini affetti da gravi patologie o da malattie croniche.

 

L'iniziativa, patrocinata dalla Federciclismo è alla sua prima edizione e si ispira al modello americano della Pan Massachussetts Challenge, corsa nata nel 1980 per finanziare la lotta contro il cancro e diventata nel tempo uno degli appuntamenti di fundraising di maggior successo in Nord America. "Dynamo Camp è un progetto nato sull'idea dei summer camp americani e in pochi anni ha trovato un grande seguito in Italia: dai 60 bambini del 2007 siamo arrivati ad ospitarne più di mille – ha spiegato Vincenzo Manes presidente della Fondazione Dynamo – Così abbiamo pensato di importare un'altra idea di successo, quella della "challenge" ciclistica. Ho scoperto la Pan Massachussetts per caso, ma quando mi hanno spiegato che lo scorso anno sono riusciti a raccogliere 36 milioni di dollari, mi sono particolarmente intrigato".

La raccolta fondi avverrà sia attraverso il coinvolgimento delle comunità locali presenti lungo il percorso, sia attraverso la partecipazione dei ciclisti iscritti che dovranno impegnarsi non solo a pedalare per i 200 km complessivi del tracciato, ma anche a diventare fundraiser a loro volta coinvolgendo nell'iniziativa amici e conoscenti. Diversi i traguardi previsti per la gara di solidarietà: con 200 euro, ad esempio, un gruppo di cicloamatori può regalare a un bambino una giornata di vacanza al camp, mentre con 1.500 euro si arriva a una settimana completa.

Dynamo Camp ha contatti con 36 ospedali italiani e 56 associazioni di patologia e ospita bambini da tutta Italia, con il progetto di estendere la rete all'Europa e al bacino del Mediterraneo. La struttura, immersa nell'oasi del Wwf a S. Marcello Pistoiese ha come finalità la "terapia ricreativa" per i suoi piccoli ospiti e cioè la condivisione di esperienze e avventure nella natura che consentano di riscoprire le proprie capacità. Per il funzionamento il camp ha bisogno di circa 3 milioni di euro l'anno, cui una parte importante è raccolta attraverso donazioni individuale e iniziative innovative come la bike challenge.

Un altro obiettivo della gara (che a fianco della "gran fondo" a due tappe per ciclisti amatoriali prevede anche percorsi brevi e una gara di mountain bike giovanile per ragazzi dai 7 ai 14 anni) è proprio quello di far conoscere la struttura e il territorio circostante. Nell'organizzazione insieme alla Fondazione Dynamo c'è anche Federciclismo: "Abbiamo dato con grande convinzione il patrocinio a questa bella iniziativa – ha detto ieri il presidente della federazione Renato Di Rocco – il ciclismo è uno sport inclusivo e solidale per natura". Intanto, in attesa di partire (e di gareggiare un giorno in raccolta fondi con la Pan Massachussetts), la Bike Challenge per Dynamo Camp ha dato vita a un sito con tutte le informazioni sull'iniziativa.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Vota questo articolo
(0 Voti)
Il 22 e 23 novembre i leader politici dell'Unione Europea si incontreranno a Bruxelles per discutere e approvare il nuovo bilancio dell'Unione. Si tratta di un evento particolarmente importante, in quanto si andrà a decidere quali progetti l'Europa finanzierà negli anni 2014-2020. Come tutti sappiamo fin troppo bene, la situazione economica al momento non è delle migliori: ci si possono quindi aspettare aspre lotte fra i 27 paesi UE, ognuno dei quali ha delle priorità su cui non vuole scendere a compromessi. In questo scenario caotico, c'è il rischio che le spese per obiettivi importanti, ma che non hanno delle forti lobbies alle spalle, vengano tagliate – prendendo a pretesto l'austerità – in favore di miopi interessi privati. È importante quindi sapere cosa l'UE ha fatto negli ultimi anni a favore della mobilità sostenibile in generale e della ciclabilità in particolare, per contribuire a sostenere dal basso la continuazione di questi progetti.

 

Competitiveness and Innovation Framework Programme (CIP)

Il Programma Quadro per la Competitività e l'Innovazione è caratterizzato da una grande varietà di temi, in quanto si compone di molti programmi più specifici. Ad esempio, il programma per l'Imprenditorialità e l'Innovazione aiuta le piccole e medie imprese ad accedere a finanziamenti nelle fasi di inizio e crescita della loro attività, con un particolare accento sull'innovazione eco-sostenibile. Del CIP fa parte anche il programma Intelligent Energy, descritto nel prossimo paragrafo.

Sito web

Intelligent Energy – Europe II Programme

Il programma Intelligent Energy intende contribuire ad ottenere una fornitura di energia sicura, sostenibile, e a prezzi ragionevoli per l'Europa; lo fa promuovendo l'efficienza energetica, l'uso razionale delle risorse energetiche, e l'uso di fonti nuove e rinnovabili per il trasporto, campo in cui dovrebbe sicuramente rientrare anche l'uso della bicicletta.

Questo programma – in sigla: IEE – è uno dei principali metodi con i quali la politica energetica generale dell'UE si trasforma in risultati concreti per andare incontro alle sfide energetiche di oggi promuovendo nuove possibilità di business e nuove tecnologie. L'IEE sostiene progetti e eventi su scala europea, coprendo fino al 50% dei costi. Il programma è gestito dalla IEEA (Intelligent Energy Executive Agency – Agenzia esecutiva per l'energia intelligente). I progetti finanziati rientrano generalmente in due categorie, una denominata STEER, per la promozione dell'uso dell'energia sostenibile nel trasporto, e l'altra chiamata ALTENER, per aiutare l'aumento dell'uso di fonti energetiche nuove e rinnovabili in generale.

Cycling Carma e Cyclelogistic sono progetti finanziati dal programma Intelligent Energy.

Sito web

Central Europe

Central Europe è un programma dell'Unione europea che favorisce la cooperazione tra i nove paesi dell'Europa centrale: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ucraina, mirando a migliorare l'innovazione, la competitività e lo sviluppo sostenibile delle città e delle regioni aderenti.

Grazie a Central Europe sono stati stanziati 231 milioni di euro finanziamenti per progetti di cooperazione transnazionale che coinvolgono sia organizzazioni pubbliche che private. Il programma è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e va dal 2007 al 2013.

Bicy è un progetto finanziato dal programma Central Europe.

Sito web

LIFE+

LIFE+ finanzia progetti che vanno a contribuire allo sviluppo, all'attuazione e all'aggiornamento della politica e della legislazione ambientali dell'Unione. Il programma ha anche lo scopo di facilitare l'inclusione di valutazioni ambientali all'interno di altre politiche dell'Unione, contribuendo così a raggiungere il più ampio obiettivo di uno sviluppo sostenibile nell'UE.

Il programma LIFE+ si distingue in tre principali aree tematiche: "Natura e biodiversità"; "Politica ambientale e Governance"; "Informazione e Comunicazione". Ogni anno la Commissione emana un bando e decide quali dei progetti che vengono proposti verrà finanziato. I progetti sono scelti secondo criteri di fattibilità tecnica, innovazione, efficacia e efficienza.

Sito web

Marco Polo Programme II

Il programma Marco Polo finanzia progetti che aiutano a ridurre i costi ambientali, economici e sociali del trasporto. Uno degli obiettivi principali è quello di ridurre il traffico nelle strade, e di conseguenza l'inquinamento, promuovendo dei sistemi di trasporto merci più compatibili con l'ambiente.

Viene posto l'accento anche sul fatto che queste modalità alternative di trasporto merci possono essere anche più efficienti e profittevoli per le aziende stesse.

Il budget per il periodo 2007-2013 era di 450 milioni di euro.

Sito web

Interreg IV

Questo programma fornisce finanziamenti per la cooperazione interfrontaliera, transnazionale e interregionale; ha come obiettivo quello di promuovere gli scambi di conoscenza attraverso l'Europa nei campi dell'innovazione e dell'economia della conoscenza, dell'ambiente e della prevenzione dei rischi.

Interreg IV migliora l'efficacia delle politiche regionali e degli strumenti da esse usati. I progetti di solito prevedono lo scambio di esperienze fra i responsabili dello sviluppo di politiche ambientali a livello locale o regionale. L'ambiente non riconosce i confini degli Stati nazionali, per cui il programma è particolarmente importante in quelle regioni la cui gestione ambientale deve essere sviluppata preferibilmente insieme da amministrazioni appartenenti a Stati diversi (pensiamo ad esempio alle linee costiere). Le aree di intervento ricadono nello sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo dei rapporti economici interregionali e la creazione di network fra piccole e medie imprese in queste aree geografiche. La cooperazione si concentra soprattutto su ricerca, sviluppo, ambiente, prevenzione dei rischi, e gestione delle acque.

La realizzazione di un itinerario cicloturistico dall'Emilia Romagna alla Slovenia è un progetto finanziato da Interreg III A, progetto "gemello" dell'Interreg IV.

Sito web

MED programme

MED è un programma transnazionale di cooperazione territoriale. E' finanziato dall'Unione Europea come strumento di politica regionale e continua la tradizione dei programmi europei di cooperazione (precedentemente denominati Interreg, di cui sopra).

Si occupa della gestione del rischio ambientale, commercio internazionale e corridoi di trasporto. Finora, 108 progetti sono in esecuzione nell'ambito del programma MED co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).

Cyclo è un progetto finanziato dal MED programme.

Sito web

Seventh Framework Programme (FP7)

Il settimo Programma Quadro si occupa delle necessità europee nell'ambito della crescita e del lavoro. Si tratta dello strumento finanziario principale attraverso il quale l'Unione Euroepa sostiene attività di ricerca e sviluppo riguardanti quasi tutte le discipline scientifiche, in modo da creare una Area di Ricerca Europea. Il programma è organizzato in quattro diverse componenti:

Cooperazione: il programma sostiene i progetti di ricerca gestiti a livello transnazionale; comprende anche i progetti fatti in cooperazione con paesi terzi non appartenenti all'UE

Idee: il programma cerca di migliorare il dinamismo, la creatività e l'eccellenza della ricerca europea in tutti i campi scientifici e tecnologici, comprendendo anche le scienze socio-economiche e le scienze umane. Questa parte del progetto è gestita da un Consiglio per la Ricerca Europea

Persone: per il rafforzamento delle capacità e competenze di chi lavora nella ricerca e nella tecnologia in Europa

Capacità: per sostenere le infrastrutture di ricerca e la ricerca a favore delle piccole e medie imprese

L'obiettivo più generale del programma FP7 è comunque quello di contribuire allo sviluppo sostenibile dell'economia europea. Fra le aree tematiche di cui il programma si occupa ci sono anche il trasporto, l'energia, l'ambiente, la salute e l'agricoltura.

sito web

 

Fonte: amicoinviaggio

Vota questo articolo
(0 Voti)
Salento Bici Tour e l'agriturismo Sarruni Campolisio propongono, in occasione della più salentina delle feste, una due giorni di natura, cultura, divertimento e peccati di gola, sperando che l'"estate di San Martino" tenga fede al suo nome.

 

Questo il programma:

Sabato 10 novembre si da Casarano alle 11 (treno da Lecce con trasporto bici alle 9.43) e dopo una pedalata campestre di una ventina di chilometri, come di consueto molto slow, arriviamo nel primo pomeriggio all'agriturismo Sarruni Campolisi o, tra Presicce e Lido Marini. Qui si terrà per noi un laboratorio di intreccio di fibre vegetali (ulivo, giunco, "paleddhu") introducendoci a quest'antica arte. Il mestiere dei cestari, una delle espressioni artigianali più tipiche del Salento, purtroppo sta scomparendo; i ragazzi di Sarruni si stanno impegnando per mantenerlo in vita non solo nella sua forma più tradizionale (realizzazione di fiscelle, cesti, sporte) ma cercando di innovarlo creando oggetti d'arredamento e complementi d'abbigliamento. A seguire cena e pernottamento presso l'agriturismo.

Domenica 11 novembre colazione e via, partenza in bici nelle campagne dei Fani dove impareremo a riconoscere in natura le fibre utilizzate nel laboratorio di intreccio. Dopo il pranzo al sacco, se la giornata lo permetterà, raggiungeremo il litorale del basso Ionio per un bel bagno fuori stagione. E poi ritorno a Sarruni per il gran finale: festeggiamenti profani in onore di San Martino, per la più salentina delle feste... Grande cena a base di carne di maiale e vino rosso, e tanta verdura biologica prodotta e cucinata dallo staff di Sarruni, il tutto accompagnato da incursioni live di musica dal vivo e dalla selezione musicale di Djellaba DJ (Kas-ah-Rahn, Marocco). Pernottamento presso l'agriturismo.

Lunedi 12 novembre, privi di postumi data la qualità del vino, pedaleremo felicemente per fare ritorno a Casarano (treno per Lecce con trasporto bici alle 14.05)

Fonte: leccesette.it

Venerdì, 09 Novembre 2012 11:10

A Brescia cresce l'uso della bicicletta

Vota questo articolo
(0 Voti)
Brescia va su due ruote: al lavoro, a scuola, nel ritorno a casa. Per piacere o per dovere, Brescia sceglie sempre più spesso la bicicletta. Lo dimostra il sesto censimento dei passaggi dei ciclisti, svolto nell'ambito della Convenzione con l'assessorato mobilità e traffico del Comune di Brescia e dell'accordo tra Fiab e Regione Lombardia. La rilevazione è avvenuta, grazie alla collaborazione dei volontari dell'associazione Fiab - Amici della Bici «Corrado Ponzanelli», nella giornata del 20 settembre 2012, durante la settimana europea della mobilità cui Brescia ha aderito nei giorni dal 15 al 22 settembre. «I numeri servono soprattutto a capire un trend che sta cambiando il volto della nostra città» sottolinea Fabio Rolfi, vicesindaco e assessore alla mobilità. QUATTRO le postazioni in cui sono stati eseguiti i conteggi dei passaggi dei ciclisti: via Milano angolo via Luzzago, viale Venezia, via Crocifissa di Rosa angolo via Pisacane, Via Montesuello in direzione periferia e via Trento, angolo via Rocca per la direzione centro. Nelle sei ore dalle 7,30 alle 13,30 si sono registrati complessivamente 3342 passaggi, con un picco di ciclisti (244) tra le ore 7,45 e le 8 e un valore minimo (100 passaggi) tra le 9,30 e le 9,45. Confrontando poi i passaggi dei ciclisti in entrata e in uscita dalla città, si nota che la maggior parte si dirige verso il centro tra le 7,30 e le 9,30, mentre una predominanza di passaggi verso la periferia si registra tra le 12 e le 13,30. Dall'analisi si evince che i bresciani hanno iniziato ad utilizzare la biciletta in alternativa all'automobile, in particolar modo per raggiungere la scuola o il luogo di lavoro. Complice anche la predisposizione di strumenti a sostegno della mobilità ciclabile - bici plan, cicloparcheggi, bike sharing e bicistazioni - il numero di ciclisti a Brescia è in aumento da quattro anni. Si è passati dai 724 passaggi del 2009 ai 1145 del 2012. Il censimento in questo caso si riferisce ai passaggi registrati negli stessi quattro punti della più recente rilevazione, tra le 7,30 e le 9,30. A questi numeri si devono poi aggiungere quelli relativi alle bicilette presenti nei pressi della stazione ferroviaria, dove il movimento di cicli è continuo, favorito dalla presenza della postazione «Bicimia» e dal parcheggio Pensilina. Servizi, questi, che hanno contribuito alla conquista, per Brescia, della medaglia d'oro nella classifica italiana per la ciclabilità stilata da Legambiente e con riferimento al 2011. «C'è ancora del lavoro da fare» ammette Giorgio Guzzoni, presidente Associazione Fiab Amici della bici «Corrado Ponzanelli», facendo notare che manca ancora in città una vera e propria rete capillare e continuativa di piste ciclabili. «La misurazione della lunghezza delle piste ciclabili - spiega Guzzoni - non tiene conto della loro qualità. Per cui il raggiungimento del decimo posto nella classifica italiana per le piste ciclabili, che è comunque un ottimo risultato, non assicura un buon posto in una classifica europea». ECCO DUNQUE che il presidente degli Amici della Bici coglie l'occasione per dare all'assessore alla mobilità, Fabio Rolfi, alcuni spunti operativi per la realizzazione di nuove piste ciclabili o per il ripristino di piste che sono state cancellate, causa anche i lavori per la metropolitana soprattutto nella zona nord, tra viale Europa, via Schivardi e via Triumplina. Di risposta Rolfi anticipa l'approvazione, nei prossimi giorni, di due delibere che riguarderanno la ciclabilità bresciana. «Destineremo tutte le risorse derivanti dalle multe per sosta su pista ciclabile ad un fondo indirizzato alla mobilità sostenibile» spiega il vicesindaco. La seconda novità, da tempo tra le richieste del movimento Salvaciclisti, riguarderà l'approvazione di nuove zone con obbligo di circolazione a 30 chilometri orari e la conseguente possibilità, adeguatamente segnalata, per i ciclisti, di circolare anche contro mano. «Queste scelte - sottolinea Rolfi - vanno nella direzione di consentire alla cittadinanza un miglior utilizzo della bicicletta».

 

Federica Pizzuto - bresciaoggi.it

Venerdì, 09 Novembre 2012 10:58

Troppe bici nei Paesi Bassi, strade caotiche

Vota questo articolo
(0 Voti)

Amsterdam (TMNews) -

L'Olanda è, nell'immaginario collettivo, un vero e proprio paradiso per i ciclisti che, nordici e civili, la attraversano in lungo e in largo sui loro mezzi ecologici. La realtà però, oggi, è decisamente meno rosea, e il boom delle biciclette - 18 milioni nei Paesi Bassi - ha creato una situazione che sempre più spesso viene descritta come "infernale"."La conseguenza - spiega Saskia Kluit, dell'associazione dei ciclisti olandesi - è che le strade sono veramente caotiche. Ci sono pendolari che vanno in bicicletta velocissimi al lavoro e mamme che trasportano i propri figli e sono naturalmente più lente, così che si rischiano molti incidenti, anche perché a causa del traffico c'è poca visibilità".In sostanza i problemi ben conosciuti dagli automobilisti stressati delle città europee si riproducono, su scala diversa, anche nel mondo delle biciclette olandesi. "Certo - spiega un ciclista - è una buona cosa che la gente smetta di usare l'auto per andare al lavoro in bicicletta. Ma nelle grandi città ci sono molti problemi e le piste ciclabili sono iper affollate".Che fare dunque, per uscire da questo circolo vizioso che turba gli onesti ciclisti oltre che il politically correct ecologista? "Quello che chiediamo al governo olandese - conclude la rappresentante di ciclisti - è più denaro e più attenzione per le politiche per la bicicletta. Loro pensano che sia un'operazione a costo zero, ma quando sempre più persone vanno in bici, occorrono più investimenti e più spazi".

Vota questo articolo
(0 Voti)
L'Associazione Culturale CicloSpazio, vincitrice del bando Principi Attivi 2010 – Giovani Idee per una Puglia Migliore – con un progetto incentrato sulla bicicletta e sulla sua diffusione, permette di caricare sul sito del ciclospazio tutte le bici rubate, anche quelle non marchiate dall'associazione.

 

Il CicloSpazio, oltre a offrire il servizio di "ciclofficina sociale" nella quale è possibile autoripararsi la bicicletta, effettua il servizio di marcatura bici con una targa indelebile micropunzonata sul telaio. L'associazione ha inoltre creato l'Anagrafe della Bici on-line e permette di caricare sul sito del ciclospazio tutte le bici rubate. Basta compilare il form e i dati della bici saranno inseriti nella mappa. In questo modo sarà anche possibile avere un quadro completo della - drammatica - situazione furti di bici a Bari. 

Ecco le condizioni d'uso che Ciclospazio consiglia: "Chiunque può inviare una segnalazione di furto. La mappa delle bici rubate a Bari e provincia non ha scopi commerciali ma vuole essere uno spazio dedicato alle bici rubate, nella speranza che possano essere restituite ai loro proprietari e che la loro rivendita diventi più complicata.

I dati forniti nel form saranno pubblicati nella mappa delle bici rubate, quindi se preferite inserite il solo nome senza cognome.

Il CicloSpazio non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda la veridicità dei dati forniti dagli utenti ma intende solo fornire un servizio online di pubblica utilità. I dati forniti non saranno divulgati a terzi nè saranno usati per altri scopi se non quelli relativi all'utilizzo in questo luogo. La compilazione del form equivale all'accetazione questi termini d'uso".

Fonte: eco dalle città

Giovedì, 08 Novembre 2012 12:14

No Bici

Vota questo articolo
(0 Voti)

"No Bici" è un'analisi ironica del mondo delle due ruote viste da una prospettiva assai diversa dal salutismo e dal rispetto per l'ambiente rappresentato dalla bicicletta.

Per Alberto Fiorillo "Simboli e metafore hanno esageratamente appesantito la macchina più leggera che esista", al punto tale, si spinge l'autore, che "questa ridondanza di significati mi spinge, di tanto in tanto, a sognare città No Bici. O meglio città dove le bici siano unicamente, semplicemente, banalmente mezzi di trasporto". Discuteranno con l'autore l'assessore alla Mobilità Andrea Biancani, il presidente di Legambiente Marche e del circolo Legambiente di Pesaro, rispettivamente Luigino Quarchioni ed Enzo Frulla, e la giornalista Francesca Pedini.

Cosa frena l'uso della bicicletta in città? Gli automobilisti, certo. Risposta facile e scontata. Sono pericolosi, fanno paura, monopolizzano lo spazio disponibile sia quando camminano sia quando stanno fermi. Poi ci sono i sindaci. Anche questa è una risposta facile e scontata, dal momento che i sindaci fanno davvero poco per la mobilità ciclabile. Questo libro, però, punta il dito anche contro una categoria apparentemente al di sopra di ogni sospetto: i ciclisti. Se fossero proprio loro a contribuire all'insufficiente diffusione di questo mezzo di trasporto? In NO BICI Alberto Fiorillo scruta talvolta seriosamente e talvolta con ironia (spesso con autoironia) il caleidoscopico mondo dei pedalatori, le diverse tribù in cui si divide, i suoi vizi, le manie e le fobie arrivando a una conclusione a prima vista paradossale: molti ciclisti - sia tra quelli urbani che tra quelli sportivi, sia tra i cicloviaggiatori che tra i feticisti del mezzo - vogliono rimanere in pochi: solo così il loro pedalare potrà apparire eroico, solo così potranno alimentare la loro epica sfida con l'odiato automobilista, solo così potranno dimostrare a se stessi di essere unici, originali, alternativi.

 

Titolo: NO BICI

Autore: Alberto Fiorillo

Editore: Ediciclo

Prezzo: 14 euro

Fonti: ediciclo; vivere pesaro