Lunedì, 22 Aprile 2013 11:28

FARINASSO CICLI

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Farinasso Cicli offre una vasta gamma di biciclette e accessori, prodotti per la bici e per il ciclista di qualità professionale.

V. Saluzzo 102/BIS - 10126 Torino (TO)

tel: 011 6698686
Lunedì, 22 Aprile 2013 11:25

BiKing Torino

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Vendita di biciclette e accessori delle migliori marche, come Scott - Wilier Triestina - Atala - Whistle, montaggi personalizzati, riparazioni bici e servizio di assistenza sui marchi trattati.

Via Vincenzo Bellini 9/c 10100 Torino
Tel/Fax   011 545291

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http://dabiking.com/

Lunedì, 22 Aprile 2013 11:21

Negozio Ciclotorino Stella

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Ciclo Torino, vendita e riparazione biciclette, accessori

V. F.lli Calandra 16 - 10123 Torino (TO)

tel: 011 882662

Lunedì, 22 Aprile 2013 11:19

Ferrari Biciclette ciclofficina

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La bicicletta al centro, la città al margine. Per la Ferrari Biciclette l’amata due ruote dovrà diventare il mezzo principale per gli spostamenti quotidiani. Per questo l’officina Ferrari offre GRATUITAMENTE un servizio di gonfiaggio gomme, lubrificazione trasmissione e controlli visivi di sicurezza. Inoltre Ferrari biciclette si occupa anche di vendita biciclette nuove e rigenerate. Scopri le nostre offerte nella sezione dedicata.

Via Caraglio 15/b

10141 Torino

Tel. +39 3931442151

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sito: www.riparazionibiciclette.it/

Lunedì, 22 Aprile 2013 11:15

CicloTorinofficina Stella

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Ciclo Torino, vendita e riparazione biciclette, accessori

V. F.lli Calandra 16 - 10123 Torino (TO)

tel: 011 882662

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La crisi picchia duro sul settore auto. Ne beneficia l’ambiente: crescono le vendite di bici e diminuiscono le emissioni di CO2 e i costi di benzina e assicurazioni. 

Gli ultimi anni, quella della crisi, sono stati difficili per il settore delle quattro ruote. Gli automobilisti impoveriti hanno comprato sempre meno vetture, ma hanno dovuto fronteggiare rincari in tutti i campi, dalla benzina all'assicurazione auto. Su queste basi, sorprende ma non troppo il Rapporto Annuale di Legambiente "Ambiente Italia 2013", che rivela il sorpasso nelle vendite delle bici ai danni delle auto nel 2011. Arrivare sul posto di lavoro in bicicletta non rappresenta oramai solo un modo per distinguersi, ma anche una necessità dettata dai livelli di traffico e, per fortuna, dall'aumento specie nelle grandi città delle piste ciclabili. L'energia risparmiata rinunciando all'auto si traduce anche in un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, ed in un comportamento sostenibile per contrastare il caro-auto. In Italia, secondo Legambiente, è in corso una vera e propria demotorizzazione: nel 2000 c'erano tra le 42 e le 43 nuove auto immatricolate ogni mille abitanti, mentre nel 2011 si è scesi a circa 29 ogni mille abitanti. Il fenomeno è sicuramente dettato dalla crisi, ma anche da una nuova coscienza ambientale che sta affermandosi in Italia, soprattutto nelle grandi città dove è facile trovare alternative all'auto. In ogni caso c'è ancora molto da fare per la mobilità sostenibile se si considera che, nonostante le vendite di bici superiori alle auto nel 2011, l'uso delle due ruote rimane ancora ben sotto la media dell'Unione Europea. L'Italia è ancora il Paese con il più tasso elevato di percorrenze su quattro ruote, alimentato dalla presenza di 60 auto per ogni cento abitanti rispetto ad una media Ue pari a 47. 

Fonte: alternativasostenibile.it

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In primavera si potrebbe provare a lasciare in garage l’auto e affidarsi ai muscoli, anche nel caso non siano troppo allenati, delle nostre gambe, che con l’aiutino del motore elettrico non devono temere i chilometri fatti di pavé e saliscendi del classico tragitto casa-lavoro/scuola/università o supermercato. 

Pedelec o bipa
Insomma, la bici a pedalata assistita (detta anche pedelec o bipa) ci stuzzica: una bicicletta equipaggiata con un motore elettrico a batteria che sostiene (e non sostituisce) l’azione propulsiva delle gambe mentre pedaliamo, rendendoci la fatica meno dura. Un po’ come avere il vento sempre a favore. Il motore interviene solo ed esclusivamente quando si pedala grazie a un sistema di sensori, il cosiddetto P.A.S. (Pedal Assist System), la cui presenza è necessaria per rendere legale la bici elettrica. E già, perché se il motore si potesse azionare indipendentemente dalla pedalata (tanto da decidere di usare “solo” il motore elettrico) a rigor di legge si dovrebbe parlare, non più di “pedelec”, ma di bici elettrica, un mezzo che in Italia come nel resto dell’Unione europea è equiparato ai ciclomotori e come tale richiede l’omologazione e l’immatricolazione, il pagamento del bollo e dell’assicurazione e, per chi guida, l’obbligo di indossare il casco e di possedere il “patentino”. Insomma, tutta un’altra storia.

I criteri di scelta
Ma come si fa a scegliere bene una pedelec nel mare magnum delle offerte del mercato? Il budget a disposizione è certamente determinante, dato che si trovano bici a pedalata assistita di ogni prezzo. Ma la prima scriminante è proprio questa: un prezzo troppo basso, sotto i 600 euro, spesso nasconde un prodotto di scarsa qualità e dunque pericoloso (ricordiamoci che raggiungono la velocità di 25 km/h). Spendere poco per una pedelec e poi vederla cadere a pezzi, con tutti i rischi per la nostra e l’altrui incolumità, non è il massimo. Di solito, telaio, plastiche e sistema batteria/motore di buona qualità si trovano in bici dai 1.000 euro in su. Anche il peso conta: in caso di batteria scarica o guasto al motore ci toccherà pedalare e un telaio in alluminio è garanzia di leggerezza. La batteria, poi, è il “cuore” della pedelec: quelle al piombo stridono con il concetto di eco-mobilità e sono piuttosto pesanti. Meglio scegliere quelle al litio, specie di ultima generazione, anche se più care. Durata, modalità e tempi di ricarica (a una normale presa di corrente) variano da modello a modello, ma il concetto è sempre lo stesso: le soluzioni più avanzate costano di più ma assicurano migliori prestazioni e tempi di ricarica ridotti (3 ore). Occhio anche alla garanzia: deve essere di 2 anni su tutta la bicicletta. Ed è bene verificare che vi sia un’efficiente rete di assistenza del negoziante e del distributore nazionale. L’uso che pensiamo di farne è argomento decisivo: percorsi urbani e gite fuori porta (anche impegnative), tragitti lunghi e quotidiani e tragitti brevi e sporadici richiedono mezzi e caratteristiche diversi, computer di bordo con poche e semplici funzioni o altri più complessi, con differenze di prezzo notevoli: una mountain bike biammortizzata può costare anche 4.000 euro. 

Ma attenzione che sia a norma di legge
Per la direttiva europea 2002/24/CE, recepita in Italia con decreto 31 gennaio 2003 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la bicicletta a pedalata assistita, dotata di motore elettrico ausiliario, deve avere queste caratteristiche:
potenza nominale massima continua del motore elettrico: 0,25 kW;
alimentazione del motore progressivamente ridotta e quindi interrotta al raggiungimento dei 25 km/h: la bici a pedalata assistita può dunque superare questa velocità solo con la forza delle gambe;
alimentazione del motore interrotta prima dei 25 km/h se si smette di pedalare. In pratica, il funzionamento del motore deve essere sempre subordinato alla pedalata. 

Garanzia e affidabilità: il rebus delle low cost
“Il nostro mercato è invaso al 90% da prodotti cinesi acquistabili facilmente su internet, ma privi di documentazione o con certificati falsi. Il prezzo è basso, ma è un rischio acquistarli. Non c’è garanzia o assistenza in caso di rottura”. Marco Buscemi, responsabile commerciale della Aspes, storico marchio acquisito dalla Menzaghi Motors nel 2008, che a breve presenterà la nuova gamma di pedelec di ultima generazione, non nasconde quanto sia difficile orientarsi oggi in un acquisto del genere. Possibile che non vi sia alcun controllo? “Oggi, per essere commercializzate in Europa, le bic provenienti dalla Cina devono ottenere una certificazione di conformità con le norme Ue da un ente esclusivamente europeo. Prima invece arrivavano sul mercato con certificazioni rilasciate da enti cinesi non riconosciuti in Europa”. Certo, la facilità di acquisto sul web non semplifica le cose. Ma tra tutto quello che arriva dalla Cina, materiali di alta qualità e più modesti, occorre saper scegliere e, per stare alle regole, acquistare solo prodotti certificati da enti europei e con garanzia di 2 anni. 

Fonte: regione.emilia-romagna.it

Mercoledì, 17 Aprile 2013 11:47

Donauradweg: la pista ciclabile del Danubio

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Se siete degli appassionati delle due ruote e avete una settimana di vacanze, magari per il ponte del 25 aprile, potete abbinare sport e visite d’arte lungo la Donauradweg, la pista ciclabile del Danubio, interamente percorribile in bicicletta dalla fonte di Donaueschingen al delta sul mar Nero, tra Romania e Ucraina. Tuttavia il tratto più frequentato, segnalato e accessibile perché quasi interamente pianeggiante è quello che parte dalla città bavarese di Passau, in Germania, e arriva nella capitale austriaca dopo 330 chilometri. 

Durante questo tratto panoramico di ciclovia si possono visitare castelli, monasteri, borghi e vedere paesaggi incantevoli; un po’ ovunque si sosta nelle fattorie per pranzi tipici o nei piccoli alberghi per ciclisti o negli hotel con Spa per la notte. Si parte da Passau (oppure al contrario da Vienna), città tedesca soprannominata la “Venezia bavarese” per la presenza di numerosi canali. La città, infatti, sorge alla confluenza dei fiumi Inn e Ilz con il grande Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa, a pochi chilometri dal confine con l’Austria. Prima di partire in bicicletta lungo il Danubio meritano una visita il duomo di santo Stefano in stile barocco, che ospita il più grande organo al mondo; il museo Wilden Mann, ricco di preziose ceramiche austriache e boeme e la fortezza di Oberhaus con torre panoramica, sull’altra sponda del fiume. Da Passau si pedala in direzione Linz, in Alta Austria, costeggiando il fiume Danubio e avvistando numerosi castelli e deliziosi borghi dove fermarsi, come Haibach ob der Donau, il monastero cistercense di Wilhering e Feldkirch con la chiesa gotica di St. Nikolaus e il castello medievale di Schattenburg. Per godere dei paesaggi incantevoli che ricoprono l’intero tratto del Danubio ogni tanto conviene passare dall’altra parte del fiume: i passaggi sono favoriti da ampi ponti o dai Fahradfähren, i traghetti per le biciclette. Ovunque spuntano castelli e rovine di antichi monasteri e a ogni curva si gode della bellezza dei vigneti e delle verdi rive punteggiate da alberi e cespugli fioriti. Linz, capoluogo di regione e terza città d’Austria, sembra sia stata creata proprio per i ciclisti: qui, a ogni incrocio, la precedenza spetta sempre alle due ruote che possono viaggiare in tutto il centro storico su piste create apposta per loro con semafori, indicazioni stradali e officine fisse per la manutenzione delle biciclette. Prima di lasciare la città è bene fare una passeggiata nel centro storico barocco fin alla Hauptplatz con gli eleganti palazzi e la scenografica colonna della Trinità. Meritano una visita anche l’Alter Dom dove il musicista Bruckner lavorava come organista, e la Stadtpfarrkirche con la tomba di Federico III, entrambe chiese con pitture e affreschi preziosi. Numerose sono le chiese presenti in città: la Martinskirche d’origine carolingia, il Neuer Dom con il campanile più alto d’Austria e la chiesa dei Minoriti. Da pochi giorni, inoltre, è stato inaugurato il nuovo Musiktheater Linz am Volksgarten, il teatro dell’opera più moderno in Europa, che si sviluppa su cinque piani, di cui due interrati e vanta una torre del palcoscenico che comprende altri tre livelli. La facciata abbraccia l’edificio come un enorme sipario, mentre il palcoscenico di 32 metri è girevole e multifunzionale. Viaggiando per circa 20 chilometri a est da Linz e con una deviazione di altri dieci chilometri, si raggiunge l’ex-campo di concentramento di Mauthausen, il più grande campo che i nazisti fecero costruire in Austria: per visitare il lager-museo, tuttavia, bisogna affrontare una salita un po’ faticosa, che si può fare anche con un pullman. Una breve deviazione lungo la sponda meridionale del Danubio porta alla cittadina medievale di Enns, il centro più antico d’Austria; tornando sulla ciclabile del Danubio e attraversando il Strudengau si incontrano sulla sponda settentrionale altri borghi che meritano una sosta come Steyeregg e Grein, famoso per il castello e le corti a loggiato. Proseguendo il viaggio si scorge il borgo di Werfenstein, il cui castello vigila dall’alto il corso del fiume. Dopo pochi chilometri si giunge nella cittadina di Ybbs e, dopo qualche altra curva, si arriva a Melk, che merita una lunga sosta per visitare la grandiosa abbazia benedettina, uno dei monasteri barocchi più belli d’Europa con una ricca biblioteca di antichi manoscritti, che sorge su una rupe affacciata sul Danubio. Ai piedi dell’abbazia, nel centro storico della città, si possono ammirare palazzi d’epoca rinascimentale e il più bell’edificio postale del Paese. Uscendo da Melk e proseguendo lungo il fiume si attraversa l’ultima parte della celebre regione vinicola della Wachau e si lambisce la valle chiamata Nibelungengau, quale omaggio al Canto dei Nibelunghi, la famosa saga germanica del XIII secolo che ispirò scrittori, poeti e il genio musicale di Wagner. Tra terrazze coltivate a vigneti e caratteristici villaggi si attraversano i borghi di Spitz e Weissenkirchen e si avvistano le rovine dell’antico castello di Dürnstein. Immersa tra i vigneti patrimonio dell’Umanità per l’Unesco si arriva alla cittadina medievale di Krems, alle porte di Vienna, tra rovine di manieri, abbazie e antichi monasteri. Dopo pochi chilometri si termina il viaggio a Vienna, la capitale, anch’essa pensata per chi si muove sulle due ruote, con più di mille chilometri di piste ciclabili e corsie preferenziali. Piacevole è pedalare lungo la strada panoramica del Ring, che costeggia il centro e tocca i monumenti più emblematici della città, dal palazzo imperiale asburgico al museo delle Belle Arti. Il ritorno a Passau si può fare anche in treno: le ferrovie austriache mettono a disposizione dei treni speciali per i ciclisti che in modo economico ripercorrono in poche ore i chilometri fatti in bicicletta. A partire da maggio, inoltre, è possibile viaggiare con la propria bicicletta imbarcandosi per due giorni da Vienna fino a Passau, pernottando a Linz. 

Per maggiori informazioni:www.donau-radweg.info 

Fonte: Ida Bini de l'Ansa
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Aumentare del 10-20% la quota di attività fisica quotidiana riduce del 33% il rischio di andare incontro a sindrome metabolica, preludio di gravi disturbi cardiovascolari: a spiegarlo è la presidente di ALT, l'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari, Lidia Rota Vender, in vista della giornata nazionale contro la lotta alla Trombosi che sarà celebrata il 17 maggio. 

In un'affollata piazza Duomo, riscaldata dal sole primaverile, ieri pomeriggio si è svolto Pedala con il cuore, l'evento unconventional realizzato da ALT-Onlus, in collaborazione con bikeMi, una sorta di flash mob per dire no alle auto e si alla bicicletta, come mezzo sostenibile e salutare per muoversi ogni giorno per andare a scuola e al lavoro. Un'iniziativa di scienza e buon senso, come recita lo slogan della Giornata, che ha coinvolto donne, bambini, giovani e turisti, sensibilizzandoli a condurre uno stile di vita più sano utile a prevenire le malattie cardiovascolari da Trombosi.
Tutti noi siamo chiamati a questa battaglia contro l'epidemia del nostro secolo, che sono le malattie da trombosi come Infarti e Ictus - ha spiegato Lidia Rota Vender - e ognuno deve fare la sua parte abbandonando vecchie abitudini, sin da piccoli, perché un bambino in sovrappeso ha un rischio doppio di andare incontro a un evento cardiovascolare da adulto e quintuplicato di sviluppare il diabete”. 

Fonte: ansa