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Le soluzioni migliori non sono necessariamente le più moderne. Infatti, a volte rispolverare soluzioni antiche e già collaudate può servire. Questo vale specialmente parlando di mobilità: ancor prima di aspettare il veicolo a motore del futuro che ci libererà dal giogo dell'inquinamento, se mai questo esisterà, l'uso della bicicletta potrebbe consentire già da oggi di risolvere numerosi problemi ambientali, di salute e di traffico. Soprattutto considerando che gli spostamenti in automobile di lunghezza compresa tra 3 e 5 km costituiscono il 50 % degli spostamenti totali, mentre quelli di lunghezza inferiore a 2 km sono il 30%, ambito di distanze per le quali la bicicletta è assolutamente competitiva. La bicicletta permette di aumentare l'efficienza del trasporto: con l'energia contenuta in 100 grammi di zucchero (circa 500 calorie), un ciclista può pedalare per 37 km, mentre un pedone solo 14 km e un fondista 7 km. Con 55 grammi di benzina, che contengono circa la stessa quantità di energia, un'automobile percorre al massimo 1 km.
Inoltre la bicicletta consente notevoli risparmi di tempo sui tragitti di lunghezza inferiore a 5 km: sulla maggior parte dei percorsi urbani, la bicicletta costituisce il mezzo di trasporto più rapido ed efficace, permettendo la agilità di un pedone (non subisce o subisce poco il traffico) e frequentemente una velocità di spostamento maggiore di quella delle automobili
L'utilizzo combinato della bicicletta e mezzi pubblici apre possibilità di utilizzo della bicicletta ancora maggiori: secondo statistiche europee, considerando che la maggior parte dei clienti di mezzi pubblici è quella che vive o lavora in un raggio di 10 minuti (0.8 km a piedi) dalla fermata del mezzo pubblico (bus, metropolitana o treno), l'utilizzo della bicicletta per raggiungere la fermata consente di aumentare il raggio a 3.2 km, che consiste in un aumento del bacino di potenziali utenti di ben 16 volte. Inoltre la bicicletta consente di ridurre enormemente gli spazi destinati agli spostamenti e allo stoccaggio dei mezzi non utilizzati: in un parcheggio per una automobile possono essere posizionate circa 10 biciclette. Se si considera che una persona mediamente lavora in 30 mq, e vive in 50 mq, per circolare in automobile necessita di almeno 140 mq. Sostituendo l'auto alla bicicletta, gli spazi per gli spostamenti potrebbero essere ridotti drasticamente a circa una decima parte.
Fonte: www.malnatesostenibile.it

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Un bel giro in bicicletta ci può offrire importanti benefici sia per il nostro stato fisico che mentale. Le due ruote sono lo svago ideale che consente a chiunque, dai bambini agli anziani, di rimanere in ottima salute senza dover per forza sottoporsi a massacranti allenamenti. Le due ruote sono uno sport aerobico e quindi indicato per chi vuole perdere peso. Il nostro organismo comincia a bruciare i grassi dopo circa 20-25 minuti di attività fisica. Le calorie bruciate dipendono dall’intensità della pedalata, dalla lunghezza e dalla difficoltà del percorso. Ad un buon ritmo si bruciano circa 400 calorie all'ora. Solo con un'attività regolare ed una corretta alimentazione è possibile perdere peso. Inoltre, grazie alla bici, specie se praticata a livello agonistico, i giovani aumentano l’autostima ma anche per gli adulti e gli anziani i benefici psicologici sono tanti. Andare in bici, ad esempio, può aumentare la socializzazione e prevenire la depressione. Inoltre, come lo sport in generale, il ciclismo fa produrre all’organismo le endorfine, gli ormoni del buon umore. Perché l’andare in bici porti realmente tutti questi benefici alla nostra salute, è necessario un esercizio di almeno 20 minuti, pertanto gli esperti consigliano di andare in bici per 45 – 60 minuti, almeno 3 volte alla settimana.

Elenchiamo i benefici che comporta andare in bicicletta

1 – Andare regolarmente in bicicletta, riduce del 50 % il rischio di infarto.

2 – Riduce il colesterolo LDL (quello cattivo).

3 – Adottando la postura corretta in sella (con il busto leggermente inarcato in avanti) e muovendo correttamente le gambe, si rafforza la zona lombare e si previene la comparsa di ernie del disco.

4 – Si stimolano i muscoli delle vertebre dorsali.

5 – Il 75% del peso corporeo si scarica sul sellino, riducendo così il carico sulle ginocchia.

6 – Ad ogni pedalata, i fagociti (le cellule che mangiano i batteri) si muovono e questo aiuta a rafforzare il sistema immunitario.

7 – Il cervello si ossigena e questo gli permette di pensare con una maggiore chiarezza, liberandolo dallo stress.

8 – Alcuni studi hanno dimostrato che le persone che vanno regolarmente in bicicletta, soffrono meno di disturbi psicologici e hanno meno possibilità di deprimersi.

9 – Andare in bici rende felici: libera endorfine (come del resto, ogni tipo di esercizio fisico).

10 – Pedalare stimola la circolazione.

Fonte: whe2.elobot.it

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Per i viaggiatori su ruote uno degli aspetti principali del proprio mezzo è quello riguardante il comfort. Se poi parliamo di biciclette, sono estremamente rilevanti anche le caratteristiche dinamiche del mezzo e l’efficienza della trasmissione. Le biciclette orizzontali (o recumbent) sono molto indicata per il cicloturismo. Le recumbent (ovvero “sdraiato”) costituiscono una famiglia di biciclette in cui i pedali e la sella non sono collocati sull’asse verticale, bensì su quello orizzontale.

Questo comporta i seguenti benefici:

   la seduta diventa una vera e propria poltroncina, evitando così irritazioni e dolori perineali;

   le braccia non devono sostenere il peso del corpo, quindi i polsi non vengono sollecitati;

  le recumbent hanno generalmente un profilo più basso delle biciclette verticali, il che spesso si traduce in una minore resistenza aerodinamica.

In pratica abbiamo una bici che permette di percorrere chilometri su chilometri senza che il peso del ciclista si carichi sulla colonna vertebrale o altre parti “delicate”. La posizione distesa inoltre permette di far forza sulla schiena, trasformando la pedalata in un esercizio di squat, laddove con una bicicletta verticale ci si dovrebbe alzare in piedi sui pedali. Questo va nettamente a favore dei ciclisti più leggeri. Per quanto riguarda l’aerodinamica possiamo fare queste considerazioni: a basse velocità l’energia spesa dal ciclista serve a superare le resistenze meccaniche, ma per velocità superiori ai 12 km/h tutto l’incremento di energia va “sprecato” in resistenza aerodinamica. Pensate che Fred Rompelberg è riuscito a raggiungere con una bicicletta verticale la folle velocità media di 268.831 km/h mettendosi in scia dietro uno speciale dragster che gli annullava quasi completamente l’attrito con l’aria.

Per contro le recumbent presentano anche degli svantaggi:

   hanno dimensioni e pesi generalmente più elevati delle biciclette verticali;

   hanno una catena molto più lunga. Questo comporta che ci siano guide e rinvii che vanno a ridurre l’efficienza meccanica del mezzo;

   risentono maggiormente delle asperità del fondo stradale;

   hanno prezzi piuttosto elevati.

I primi due punti stanno a significare una semplice cosa: che se il pianura ed in discesa le recumbent hanno prestazioni decisamente superiori alle altre biciclette (essendo ambiti in cui il principale dispendio di energie è di tipo aerodinamico), in salita sono svantaggiate a causa delle resistenze meccaniche e del peso. In presenza di fondo stradale rovinato, con una bici verticale il ciclista può sollevarsi sulle proprie gambe ed attutire le vibrazioni e gli scossoni. Sulle recumbent ovviamente non si può. Benché ne esistano anche di ammortizzate, le biciclette orizzontali sono mezzi che si trovano a proprio agio su strade ben asfaltate. Un discorso che non abbiamo ancora affrontato è quello sulla sicurezza. Cadere da una recumbent è molto meno traumatico che cadere da una bici verticale, poiché il ciclista si trova più in basso. Anche la posizione assunta su questo tipo di mezzo riduce la possibilità di battere la testa in caso di collisioni. Ma anche sulla sicurezza ci possono essere dei contro: una minore visibilità ed una minore familiarità col mezzo nelle partenze e nelle fermate di emergenza. Tuttavia questi inconvenienti sono relativi: la scarsa visibilità è compensata dalla stravaganza del mezzo, mentre la familiarità si acquisisce con un po’ di allenamento.

Fonte: www.partireper.it

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In relazione al progetto di pedonalizzazione di Via dei Fori Imperiali a Roma, il Vice presidente nazionale FIAB Marco Gemignani dichiara: "Avere un sindaco di una città come Roma che usa quotidianamente la bicicletta sia come mezzo di trasporto personale che per gli spostamenti ufficiali è qualcosa di importante e che apprezziamo molto. Ma forse proprio per questo, sul progetto di pedonalizzazione di Via dei Fori Imperiali, i cui lavori stanno per cominciare, ci aspettavamo di più".
"Pur condividendo l'obiettivo finale - prosegue il vice presidente FIAB - di chiudere completamente alle auto via dei Fori Imperiali, dispiace molto dover affermare - come pure evidenziato dal Coordinamento Roma ciclabile - che è mancato completamente il coinvolgimento effettivo delle associazioni dei ciclisti urbani, vale a dire di coloro che ogni giorno usano la bicicletta per spostarsi a Roma da un capo all'altro e che, in base alle loro competenze ed esperienze, possono apportare un positivo contributo".
Ma non è tutto. Relativamente all'intervento del Comune, le soluzioni tecniche a favore dei ciclisti sono insufficienti.
"Il progetto di chiusura al traffico di via dei Fori Imperiali - spiega Marco Gemignani - prevede il senso unico su via Labicana verso via Merulana, e l'introduzione del limite di velocità di 30 Km/h. Va benissimo. Ma senza alcun elemento di moderazione del traffico, vale a dire di modifica della carreggiata tale da indurre gli automobilisti a rallentare la velocità e a guidare con più attenzione verso gli altri utenti non motorizzati - come peraltro l'esperienza europea insegna - l'uso promiscuo della strada anche da parte dei ciclisti non potrà avvenire in condizioni di sicurezza. Altrimenti è necessaria una pista ciclabile in sede propria".
"Inoltre - prosegue il vice presidente della FIAB - con l'introduzione del senso unico per tutti i mezzi indifferentemente, i ciclisti saranno ancora una volta penalizzati. Infatti, mentre le auto potranno individuare un percorso alternativo per andare in senso opposto, la stessa cosa non sarà possibile per le bici, anche per ragioni orografiche. Allora chiediamo al Sindaco di prevedere su via Labicana il doppio senso di marcia per le bicicletta."
"Ricordiamo - conclude Gemignani - che secondo il Ministero Infrastrutture e Trasporti è possibile introdurre il doppio senso per le biciclette quando si è in presenza di "strade larghe almeno 4,25 metri, in zone con limite di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato e in assenza di traffico pesante". Mancando il progetto del Comune di interventi di moderazione del traffico per garantire l'effettiva velocità a non oltre i 30 Km/, allora chiediamo piste ciclabili protette in entrambi i sensi di marcia oppure un'unica pista ciclabile a doppio senso di marcia su un lato della carreggiata, facendo poi attenzione alla sicurezza dei ciclisti negli attraversamenti degli incroci. Insomma non basta un segnale stradale per favorire la circolazione sicura di chi si muove in bicicletta. A Roma così come in qualunque altra città".
Forse si è ancora in tempo per modificare il progetto? Da un sindaco ciclista la FIAB si aspetta di si.Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus
(Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Tel. +39 3200313836
Fax +39 0805236674
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Otto itinerari facili di grande bellezza alla scoperta del territorio mantovano intorno alla città rinascimentale e sull’asse Nord/Sud (Garda/Po) , toccando eccellenze storico-artistiche e naturalistiche che offre il territorio . Itinerari per il turista esigente e appassionato di ricerca unitamente alle migliori tradizioni eno-gastronomiche della nostra terra. Proposte di turismo lento che richiedono spirito di osservazione e voglia di conoscenza e che offrono opportunità di momenti di relax indimenticabili,in cui riprendere contatto con il proprio corpo e l'ambiente in modo attivo ma alla portata di tutti. Dopo anni di filosofia dell'auto, il moderno turista sta riscoprendo l'importanza del movimento fisico e nuovi modi di scoperta del territorio in una nuova filosofia eco turistica. La grande pianura padana è l'ideale per facili itinerari in bicicletta, data l’assenza di salite e dislivelli, ed i nostri paesaggi campestri e collinari riempiranno di soddisfazione il ciclista più sensibile che voglia “staccare” dalla vita quotidiana per un breve periodo o per pochi giorni.

1) Da Mantova a Bosco Fontana il bosco della città.

Dal centro storico si percorre la ciclabile in fregio ai laghi sino alla Rocca di Sparafucile (skyline della città). Dopo una breve sosta descrittiva e passando per panoramici lungolaghi ci si innesta nella ciclabile Mantova-Peschiera sino alla Riserva Naturale Orientata di Bosco Fontana e alla villa Gonzaghesca. Breve ma suggestiva escursione per le strade forestali della foresta sino alla palazzina di caccia dei Gonzaga, posta in una suggestiva cornice ambientale. Si ritorna a Mantova percorrendo la ciclabile campestre Mantova-Peschiera .

Note tecniche:lunghezza Km 20,00 a/r circa complessivi, completamente su pista ciclabile asfaltata in sede propria - Tempi : 3,00 ore

2) Intorno alla città - Mantova e i lungolaghi

Piacevole e distensivo ciclotour, lungo la pista ciclabile che costeggia le rive dei laghi, per ammirare il profilo della città dalla riva sinistra ( skyline) . Si prosegue per Porta Mulina con una visita alle opere idrauliche di Alberto Pitentino e da qui, sempre su pista ciclabile, sino a Borgo Angeli, posto sul confine della Riserva Naturale Valli del Mincio, esempio di caratteristico borgo di pescatori.

Note tecniche: lunghezza km 20 a/r - percorso ad anello interamente su pista ciclabile -Tempi: 3.00 ore -

3) Da Mantova alla Riserva Naturale delle Valli del Mincio. BICI + BARCA

Partenza da Mantova e imboccata la pista ciclabile Mantova-Peschiera si prosegue sino al Maglio di Goito, dove per una suggestiva sterrata di campagna si entra a Rivalta nella Riserva Naturale Valli del Mincio tra paesaggi campestri di grande bellezza. Sosta e la visita al al museo etnografico del fiume,partenza per Grazie di Curtatone con visita all’antico e singolare Santuario delle Grazie (XIV° secolo) straordinaria dimostrazione di fede popolare. Ritorno a Mantova in barca con bici al seguito attraversando le grandi valli palustri tra flora e fauna di grande bellezza.

Note tecniche: lunghezza: km 30 (sola andata) in buona parte su pista ciclabile in sede propria ed in minima parte su strade secondarie di campagna a basso traffico – Tempi: 5/6 ore

4) Da Mantova al Parco Archeologico del Forcello

Percorso nuovo, con tratti selvaggi e altamente suggestivi, che apre le porte alla conoscenza di una parte di territorio mantovano in via di qualificazione e valorizzazione. Dal centro storico della città ci porteremo al Bosco Virgiliano e da qui, percorrendo il sentiero naturalistico della Riserva della Vallazza sino all'antico forte franco/asburgico di Pietole (Andes). Si prosegue quindi per la nuova ciclabile che dall'antico abitato di Andes ci porta a visitare Corte Virgiliana una delle corti gonzaghesche dove si allevavano i famosi cavalli più belli e ricercati nelle corti d’europa. Si ritorna quindi sulla nuova ciclabile sino a Corte Forcello sede dello parco archeologico etrusco per una visita. Rientro a Mantova o possibilità di proseguimento sino a Governolo (conca del Bertazzolo) con ritorno in barca.

Note tecniche: lunghezza Km 25 circa a/r parte su pista ciclabile e parte su sterrato e brevi tratti di strada comunale - Tempi: 5 ore comprese le visite al Forte di Pietole e al sito archeologico del Forcello.

5) Da Peschiera a Mantova per la ciclabile del Mincio .

Si tratta dell'itinerario classico e più bello che collega il Lago di Garda a Mantova. Il percorso costeggia le rive del fiume Mincio con possibili interessanti deviazioni, non presenta dislivelli significativi ed è a tratti ombreggiato, soprattutto nei primi chilometri. Il punto di partenza è la fortezza di Peschiera. Da qui comincia la ciclabile che costeggia il Mincio sino a Mantova passando per borghi medievali di rilevanza storica come Borghetto di Valeggio sul Mincio o naturalistica come la Riserva di Bosco Fontana, e Parco delle Bertone. Il tratto finale dell'itinerario è agevolato da una pista ciclabile, realizzata lungo il canale Parcarello, che porta a Cittadella. Da qui un'ulteriore tratto ciclopedonale conduce, attraverso il ponte dei Mulini all'entrata di Mantova. Un sistema di piste ciclabili corre attorno ai laghi e conduce all'interno della città. Uno splendido itinerario alla portata di tutti con soste anche gastronomiche lungo il percorso.

Note tecniche: lunghezza: km. 43 solo andata - Tempo di percorrenza: 4 ore + soste (il percorso può essere invertito - da Mantova a Peschiera - senza nulla togliere alle caratteristiche paesaggiste. Possibile rientro con servizio Bicibus

6) Ciclovia UNESCO - Da Mantova a Sabbioneta

Un itinerario tra le bellezze del paesaggio “della bassa” e un modo per scoprire piccoli tesori al di fuori dei soliti circuiti. Un itinerario ciclabile promiscuo, ovvero che utilizza strade percorribili a basso traffico. Il percorso parte da Mantova e arriva a Sabbioneta passando per Buscoldo, Torre d’Oglio con il caratteristico ponte di barche, Correggioli, San Matteo delle Chiaviche, Commessaggio, paese dove assaggiare i dolcissimi meloni che qui si producono in quantità. Percorrendo, infine, la strada Vitelliana, si nota l’eremo di San Remigio, edificato nel XVII secolo per i pellegrini che si recavano a Roma. Si arriva, quasi improvvisamente, a Sabbioneta (edificata tra il 1556 e il 1591 da Vespasiano Gonzaga). La visita comprende il Palazzo Ducale, il Palazzo Giardino con la Galleria e il bellissimo teatro all'antica. Per il ritorno a Mantova è previsto un servizio bus più carrello bici da prenotarsi presso APAM.

Note tecniche: Lunghezza: 47 chilometri – Tempi di percorrenza: circa 3/4 ore + soste descrittive storico naturalistiche

7) Da Mantova al Bosco della Carpaneta

Da piazzale don Leoni ( fronte stazione ferroviaria di Mantova ) si percorrono i lungo i laghi di Mantova sino a Cittadella e da qui passando per Porta Giulia si procede lungo il nuovo tratto di percorso ciclabile che lambendo la riva sinistra del lago di mezzo e attraverso il nuovo Parco perturbano arriva fino alla Rocca di Sparafucile. Dalla Rocca si attraversa l’ex strada statale Legnaghese per immettersi nella ciclabile di Ponte S.Giorgio. Si prosegue per Lunetta con una sosta per la splendida vista dello skyline della città. Si attraversa il nuovo quartiere sino al sottopasso della la tangenziale nord. A questo punto ci si trova nel comune di S. Giorgio e si prosegue lungo la pista ciclabile comunale immettendosi nella pista ciclabile di via marconi. Dopo il terzo incrocio si svolta a destra per proseguire lungo via Castiona (strada storica ad uso esclusivo di pedoni e ciclisti) che sovrapassa l'autostrada del Brennero. Il tracciato prosegue lungo via Caselle sino all'abitato di Stradella di Bigarello, dove in prossimità dell'incrocio con la statale sul lato sinistro inizia la ciclabile che prosegue dritta sino all’ingresso dei parchi della Foresta della Carpaneta. Il ritorno si percorre lo stesso itinerario sino alla ciclabile che costeggia il parcheggio Campo Canoa, e anziché attraversare la ex strada statale Legnaghese si prosegue a dritto lungo la ciclabile di Ponte S. Giorgio per poi scendere verso il percorso lungo la riva destra del lago di mezzo e da qui alla Stazione ferroviaria.

Note tecniche: Lunghezza percorso:28 km a/r - tempo percorrenza :5 h circa –difficoltà: facile e ben segnata.

8) Da Mantova a S.Benedetto e al Polirone

Da Mantova si prosegue per strade periferiche sino a Bosco Virgiliano da quì, percorrendo il sentiero naturalistico della Riserva della Vallazza si prosegue fino all'antico forte franco/asburgico di Pietole (Andes) e ad Andes dove si imbocca la nuova ciclabile sino a Corte Forcello, sede dello parco archeologico etrusco, per una visita. Si prosegue sino a Bagnolo S.Vito e da qui per strade campestri e gli argini del Mincio si arriva a Governolo e alla conca del Bertazzolo (XVI°). Si prosegue attraversando il ponte sul Po, si entra a S. Benedetto per una visita all’Abbazia del Polirone ( XI° - XVII°). Il rientro a Mantova può essere effettuato in bicicletta, ripercorrendo il percorso di andata oppure in motonave dal piccolo porto di S.Benedetto sul Po e rientrando in Mincio per l’Ascensore ad acqua di Governolo ripercorrendo così il tratto di andata sulla via d’acqua e arrivando direttamente nel centro storico.

Note tecniche: lunghezza Km 32 sola andata parte su pista ciclabile e parte su sterrato e brevi tratti di strada comunale - Tempi: 6 ore tra bellissimi paesaggi campestri.

Fonte: www.mantovatourism.it

Venerdì, 19 Luglio 2013 10:03

Torino. Il pericolo corre sulle due ruote

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Il 18 luglio a Torino, davanti al palazzo del Comune, l’associazione Bike Pride ha organizzato la manifestazione: “Nel giorno dalla scomparsa di Gianmatteo Gerlando”; il ragazzo di 28 anni investito e ucciso su un attraversamento ciclabile mentre si recava al lavoro.. Proprio nel capoluogo piemontese, solo pochi giorni fa un ragazzo di 24 anni, Christian Ascolese, è stato falciato su un marciapiede da un coetaneo ubriaco al volante. Un episodio che “testimonia come la sicurezza di pedoni e ciclisti sia ancora un tema sottovalutato. La velocità e una cultura che privilegia le auto come uniche utenti della strada, continuano a mettere a repentaglio la vita di chi si muove con altri mezzi”, commentano i membri dell’associazione. I dati dell’ultimo Rapporto ACI-Istat sugli incidenti stradali, pubblicato lo scorso ottobre, danno l’idea della gravità del fenomeno. Nel 2011 sono morti 282 ciclisti, quasi uno al giorno, e ne sono rimasti feriti più di 16.000. Non va meglio per i pedoni, l’altro “soggetto debole” della strada: in un anno i morti sono 589, i feriti oltre 21.000. “Con qualche anno di ritardo, ci si sta avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (-45%) chiesto dall’Unione Europea. Questo dato è però sempre più sbilanciato verso le quattro ruote (-56%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell’utenza debole (-37% pedoni, -13% ciclisti, – 30% motociclisti)”, fa notare Edoardo Galatola, responsabile Sicurezza di Fiab. Per il terzo anno consecutivo, caso unico in Europa, nel 2011 i morti nell’utenza debole hanno superano quelli delle auto. In particolare, “i ciclisti sono l’unico segmento che ha visto un incremento seppur minimo di morti rispetto al 2010 (282 contro 263), ma anche per pedoni e motociclisti la riduzione è stata minima”. Nell’insieme, però, c’è una nota positiva: “Questo dato non va letto in valore assoluto, ma rapportato agli spostamenti. Poiché questi sono aumentati, l’incidentalità per chilometro percorso è diminuita”.

Fonte: www.greenews.info

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Minicicloraduno annuale degli ADB di Siena il 6-7-8 Settembre 2013 a Pienza città di PAPA PIO II ( la città ideale) posta al centro del grande parco della val d’Orcia sito Unesco dal 2 luglio 2004. Pienza è una città nata con il Papa e da lui pensata insieme al Rossellino, ha delle piazze, dei palazzi, delle chiese meravigliosi voluti proprio dal PAPA per costruire la “città ideale”. Il Cicloraduno proverà a far conoscere ai partecipanti oltre ai paesi di Pienza, S.Quirico, Montepulciano etc. il territorio della val d’Orcia con i sui scorci mozzafiato, i suoi paesi pieni di storia e di tradizioni ,le sue pievi , gli affreschi del Sodoma e quanto altro di meraviglioso si trova in questa parte della Provincia di Siena. I percorsi saranno tre come sempre , uno facile, uno lungo su strada ed uno mountain-bike per strade sterrate sia il sabato che la domenica mattina, la sera cene in trattorie tipiche con i prodotti tipici dei luoghi.

Locandina PDF con il programma

Programma e info sulle strutture ricettive nel sito FIAB AdB di Siena

Fonte: Fiab Siena

Venerdì, 19 Luglio 2013 08:51

Gaston. La citta’ a misura di bicicletta

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Nella città di Gaston l’aria è pulita, l’energia è rinnovabile, gli abitanti vivono a stretto contatto con il territorio circostante e non rinunciano mai a una bella passeggiata o a una pedalata in compagnia. Nella città delle biciclette la natura è protagonista e crea un equilibrio perfetto tra architettura e ambiente, ricavando ogni risorsa nel pieno rispetto del paesaggio. Questo luogo green esiste davvero, non è un’utopia. Basta andare in South Carolina, nella contea di Lexingtoun e cercare la città di Gaston, alias Bicycle City: qui le auto sono assenti, le strade sono sgombre da veicoli a motore e fabbriche inquinanti e sono attive solo fonti di energie rinnovabili, grazie agli impianti eolici e solari presenti sul territorio e agli edifici ad alta efficienza energetica. Il progetto della città sostenibile ha preso il via nel 2010, dopo anni di studi e ricerche risalenti agli anni Novanta per ottimizzare al meglio l’organizzazione e l’impianto urbano, in modo da favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile come stile di vita. La collocazione strategica è stato il primo requisito che ha portato a scegliere la contea di Lexington come base da cui partire: vicina a luoghi di interesse come la College Town of Columbia o la stazione ferroviaria, sorge in un luogo pieno di risorse naturali, come ad esempio il fiume Columbia, dove si sono sviluppati i mercati contadini dello stato. Inoltre la varietà del paesaggio (mare, fiume, lago e montagne sono raggiungibili in poco tempo) permette di ottimizzare ogni tipo di attività ecofriendly e lo dimostra la bella pista ciclabile del Three Rivers Greenway che percorre gli argini del fiume. I cittadini della Bicycle City sono promotori di uno stile di vita sano e attento all’ambiente e allo stesso tempo usufruiscono di tutti i servizi presenti sul territorio, senza rinunciare a nessuna comodità. E per chi non è ancora pronto a rinunciare all’automobile per i grandi spostamenti, la periferia di Gaston mette a disposizione un ampio parcheggio.

Fonte: www.metaefficient.com www.sorgeniaecopensiero.it

Venerdì, 19 Luglio 2013 08:51

Gaston. La citta’ a misura di bicicletta

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Nella città di Gaston l’aria è pulita, l’energia è rinnovabile, gli abitanti vivono a stretto contatto con il territorio circostante e non rinunciano mai a una bella passeggiata o a una pedalata in compagnia. Nella città delle biciclette la natura è protagonista e crea un equilibrio perfetto tra architettura e ambiente, ricavando ogni risorsa nel pieno rispetto del paesaggio. Questo luogo green esiste davvero, non è un’utopia. Basta andare in South Carolina, nella contea di Lexingtoun e cercare la città di Gaston, alias Bicycle City: qui le auto sono assenti, le strade sono sgombre da veicoli a motore e fabbriche inquinanti e sono attive solo fonti di energie rinnovabili, grazie agli impianti eolici e solari presenti sul territorio e agli edifici ad alta efficienza energetica. Il progetto della città sostenibile ha preso il via nel 2010, dopo anni di studi e ricerche risalenti agli anni Novanta per ottimizzare al meglio l’organizzazione e l’impianto urbano, in modo da favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile come stile di vita. La collocazione strategica è stato il primo requisito che ha portato a scegliere la contea di Lexington come base da cui partire: vicina a luoghi di interesse come la College Town of Columbia o la stazione ferroviaria, sorge in un luogo pieno di risorse naturali, come ad esempio il fiume Columbia, dove si sono sviluppati i mercati contadini dello stato. Inoltre la varietà del paesaggio (mare, fiume, lago e montagne sono raggiungibili in poco tempo) permette di ottimizzare ogni tipo di attività ecofriendly e lo dimostra la bella pista ciclabile del Three Rivers Greenway che percorre gli argini del fiume. I cittadini della Bicycle City sono promotori di uno stile di vita sano e attento all’ambiente e allo stesso tempo usufruiscono di tutti i servizi presenti sul territorio, senza rinunciare a nessuna comodità. E per chi non è ancora pronto a rinunciare all’automobile per i grandi spostamenti, la periferia di Gaston mette a disposizione un ampio parcheggio.

Fonte: www.metaefficient.com www.sorgeniaecopensiero.it

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30 km/h, e’ questa la velocità che dovranno tenere le automobili e i motorini in transito per le vie del centro di Arezzo. Da oggi la zona interna alle mura medicee verrà contrassegnata da appositi cartelli con evidenziata la velocità consentita. I cartelli verranno posizionati in viale Buozzi immediatamente dopo l’incrocio con l’ingresso al cimitero; a Porta Trento e Trieste; in via Guadagnoli nei pressi della telecamera Ztl; all’’ingresso di via Niccolò Aretino dopo la svolta da viale Michelangelo; in Piazza della Repubblica dove è la fermata degli autobus; davanti alla ex Bastanzetti all’altezza dell’ingresso via Petrarca – via Fra Guittone; a Porta San Lorentino; a Porta San Clemente. Nel gergo del codice della strada si parla proprio di “Zona 30” per indicare le aree dove è in vigore questa moderazione del traffico che abbassa ulteriormente i consueti 50 km previsti dal codice in ambito urbano. Una scelta improntata sia ad una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti che potranno muoversi con maggiore agilità all’interno dell’area e sia per ottimizzare l’impatto ambientale. “Preciso innanzitutto che noi non istituiamo nuovi limiti di velocità perché esisteva una vecchia delibera che già imponeva tale condizione – spiega Franco Dringoli, assessore alle opere pubbliche del Comune di Arezzo – Ma ora vogliamo seriamente qualificare il centro urbano come area dove sia possibile registrare varie forme di mobilità e di sviluppo sostenibili. La minore velocità permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni e fa registrare una diminuzione nel consumo di carburante e, conseguentemente, delle emissioni inquinanti. La moderazione della velocità porta a una diminuzione degli incidenti e anche quelli che si verificano hanno indici di gravità inferiori. Questo percorso lo abbiamo fatto all’interno di uno dei progetti del Piuss, in particolare quello sulla scenografia urbana che coinvolgeva la cartellonistica”. Particolarmente soddisfatto anche il presidente della Fiab Giovanni Cardinali“. Questa è una campagna promozionale che deve ricordarci una cosa semplice e in apparenza paradossale – spiega Cardinali  - se andiamo più lentamente arriviamo prima. Poi c’è un dato molto significativo: se un’auto investe un pedone o un ciclista a 30 chilometri all’ora il 90% delle persone coinvolte non muore, un sinistro del genere equivale a cadere da un primo piano. A 50 chilometri all’ora invece quasi il 100% dei coinvolti muoiono ed è come buttarsi dal terzo piano. Una delle prime città europee che ha fatto esperienza di zone 30 in tutti i quartieri residenziali è Barcellona: nel 2012 le statistiche dicono che in tre anni è diminuito del 29% il numero dei feriti generici e del 34% quelli alle intersezioni”.

Fonte: www.arezzonotizie.it