Martedì, 06 Marzo 2012 10:51

Via dei Fori Imperiali a 70 km orari pericolo per i ciclisti

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I limiti di velocità lungo i Fori Imperiali sono, costantemente, superati: 60, 70 chilometri orari di velocità raggiunti in un pochi metri, dopo il semaforo di largo Corrado Ricci. A documentare gli sforamenti, ancora una volta, sono intervenuti i ciclisti urbani della Capitale. Con pistola-autovelox alla mano, gli attivisti si sono radunati – martedì mattina – in via dei Fori Imperiali, a pochi passi dal punto in cui stata travolta e uccisa la giovane ciclista Eva Bohdalova – per rilevare le velocità medie raggiunte dai macchine e moto in una giornata qualunque nel centro di Roma.

I ciclisti urbani tornano a farsi sentire rilanciando temi e obiettivi della campagna “Salvaiciclisti”, partita da Londra, e che in queste settimane spopola sui social network ed ha trovato sponda in un nutrito drappello di senatori e deputati, oltre al consenso di migliaia di persone in tutta Italia. E alcuni di questi senatori, martedì mattina, hanno voluto assistere alla rilevazione lungo i Fori Imperiali. Presenti il radicale Marco Perduca e i senatori del Pd Andrea Sarubbi e Leana Pignedoli. «È indegno – commenta il senatore Marco Perduca- che nella Capitale d'Italia e fianco del Palatino sia consentito ai mezzi privati di scorrere come se si fosse lungo una tangenziale». I parlamentari annunciano di voler presentare una serie di interrogazioni sia alla Camera sia al Senato per chiedere conto della mancata vigilanza dei limiti di velocità in una delle strade più fotografate del mondo. 

Su richiesta degli attivisti, i senatori e deputati sostenitori della campagna invieranno a breve «una lettera al ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, per convincere il governo – dice Perduca – a iniziare un percorso esecutivo il prima possibile per rimettere l’Italia al passo dei paesi più moderni e già ciclabili, come Olanda e Danimarca». Nella lettera a Passera, che verrà firmata dai parlamentari presenti all'incontro con i ciclisti, si legge che «è giunto il momento di riconoscere, ad ogni livello amministrativo e politico, la ciclabilità non solo come parte integrante della moderna mobilità quotidiana ma come l’unica soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini personali su mezzo privato. Deve essere riconosciuto l’elevato valore sociale della mobilità ciclistica».

LETTERA AL MINISTRO PASSERA – Gli stessi concetti sono alla base del Ddl presentato al Senato, a firma Francesco Ferrante (Pd) e altri 62 di vari schieramenti politici tranne la Lega. La quota di ciclisti abituali aumenta costantemente anche per causa della crisi, osserva Ferrante, e «cambiando le pessime abitudini stradali degli italiani – aggiunge il senatore – possiamo cambiare finalmente le nostre città, e questo vale per tutti. Siamo avvelenati dal traffico, le strade sono caotiche, gli scontri mortali sono in aumento: è ora di fare qualcosa, e la campagna Salvaiciclisti è la benvenuta».

Fonte: roma.corriere.it/

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