Lunedì, 28 Aprile 2014 16:50

La bici senza raggi

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Gianlusa Sada è un ingegnere italiano, laureatosi presso il Politecnico di Torino, che ha inventato Sadabike, la prima bici senza raggi che all'occorrenza si mette in uno zainetto.

Le ruote prive di raggi, il minimo ingombro in chiusura, il sistema di piegatura con un solo movimento, il packaging utilizzabile anche come zaino contenitore, sono le innovazioni di questo progetto. Un'idea di bicicletta pieghevole che come altri comcept e incentrata sulla riduzione dei pesi e degli ingombri. In questo caso, però, rispetto alle biciclette sinora realizzate i canoni costruttivi vengono ribaltati. Sada bike è un ciclo con dimensioni standard (cerchi da 26”) e con un ridottissimo ingombro in fase di trasporto.
Una rivoluzione rispetto alle attuali bici pieghevoli dalle dimensioni eccessivamente piccole, che ne compromettono la stabilità, con telaio e ruote di dimensioni ridotte. Infatti minimizzare le dimensioni di telaio e ruote, significa penalizzare la posizione del ciclista durante la guida e permettono un minore assorbimento delle variazioni del terreno alla bicicletta.
Inconveniento che Sadabike sembra superare aprendo la strada ad un nuovo sistema di mobilità fuori dai classici schemi, ampiamente fruibile e facilmente trasportabile, in quanto l’estrema versatilità di utilizzo dona dinamicità alla tradizionale bicicletta, oggetto sempre più richiesto in un’ era ecosostenibile.
La Sada Bike è attualmente un prototipo funzionante, ed è alla ricerca di investitori per la realizzazione ed il commercio del prodotto. [eyb]

www.sadabike.it

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    "Quanto sarebbe bello se, dopo aver incontrato un amico per una birra non dovessi tornartene a casa in bici, ma potessi prendere un taxi o saltare in metro?", dice il designer ungherese. "Lo stesso se piove o c'è un guasto. La folding bike offre una larga possibilità di usi, soprattutto dove non ci sono piste o infrastrutture dedicate. Spesso, però, questo tipo di bici pieghevoli è difficile da guidare e complicato da montare e smontare. Il mio obiettivo era dunque quello di disegnare una folding bike che fosse facilissima sia da aprire che da chiudere e da portare per la città".

    L'idea di partenza di Hukaya è d'altronde profetica e visionaria e va ben oltre la (contenuta) diffusione attuale delle bici. Pensa già, infatti, all'evoluzione delle smart city di domani: "Cosa accadrebbe se infrastrutture bike-friendly sbocciassero a vista d'occhio in metropoli da milioni di abitanti?". Anziché risolvere il problema dell'affollamento, avremmo solo peggiorato la situazione ingolfando, ciascuno col suo voluminoso trabiccolo, ogni percorso di rapido passaggio pubblico.

    Fonte: wired.it

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