Qualche tempo fa vederle in giro era una rarità. Roba da eccentrici o fissati dell'ambiente. Oggi le biciclette pieghevoli si stanno diffondendo a macchia d'olio. La ragione essenziale sta nella necessità di integrare il trasporto pubblico con un mezzo – la snella e leggera due ruote, appunto – che consenta di affrontare il famigerato ultimo miglio senza problemi. L'auto, infatti, è ormai un'opzione fallimentare sotto ogni punto di vista. Lo dimostrano perfino gli ultimi dati di vendita, che hanno segnato il sorpasso delle bike, un quadro da anni Sessanta. Space è una folding bike innovativa perché, rispetto alle sue scomodissime compagne dalle scricchiolanti giunzioni, applica una facile filosofia one-touch: per aprirla e ripiegarla basta infatti un solo tocco.
Una rivoluzione non da poco, quella messa a punto dal designer Simon Hukaya, perfetta per le situazioni più diverse. Portarsi dietro una bici seguirà un po' le stesse dinamiche che hanno segnato il passaggio dalla valigia al trolley: un tasto, e la bicicletta scende le scale del metrò con te o si riapre in strada, pronta a farsi cavalcare. La misura delle ruote (50 centimetri), la distanza fra il manubrio e la sella: c'è Space anche lì, nel senso che la scocca è stata pensata per superare le difficoltà tipiche dell'urban riding e, ovviamente, per agevolarne la chiusura quando una carovana di viaggiatori s'accalca all'imbocco delle scale mobili. Non c'è, insomma, da allentare qualche pezzo del telaio né abbassare la sella o ritirare i pedali: basta schiacciare un bottone e, senza alcuna modifica nella struttura, la bici si muove riducendosi o allargandosi della metà. Come spesso accade per progetti tanto semplici quanto interessanti, Space è frutto del diploma ottenuto da Hukaya all'Università di arte e design di Budapest ed è dunque un concept in (fiduciosa) attesa di un lancio sul mercato. Una volta ripiegata, la bici misura 91 x 68 x 47 cm e si tiene senza problemi con una mano, trascinandola grazie alle ruote proprio come un trolley.
"Quanto sarebbe bello se, dopo aver incontrato un amico per una birra non dovessi tornartene a casa in bici, ma potessi prendere un taxi o saltare in metro?", dice il designer ungherese. "Lo stesso se piove o c'è un guasto. La folding bike offre una larga possibilità di usi, soprattutto dove non ci sono piste o infrastrutture dedicate. Spesso, però, questo tipo di bici pieghevoli è difficile da guidare e complicato da montare e smontare. Il mio obiettivo era dunque quello di disegnare una folding bike che fosse facilissima sia da aprire che da chiudere e da portare per la città".
L'idea di partenza di Hukaya è d'altronde profetica e visionaria e va ben oltre la (contenuta) diffusione attuale delle bici. Pensa già, infatti, all'evoluzione delle smart city di domani: "Cosa accadrebbe se infrastrutture bike-friendly sbocciassero a vista d'occhio in metropoli da milioni di abitanti?". Anziché risolvere il problema dell'affollamento, avremmo solo peggiorato la situazione ingolfando, ciascuno col suo voluminoso trabiccolo, ogni percorso di rapido passaggio pubblico.
Fonte: wired.it