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Su Fausto Coppi, corridore e uomo, sulle sue imprese e sulla sua morte è stato scritto molto. Poco invece si sa del personalissimo rapporto con le sue bici da corsa. Questo libro, frutto di un'appassionata ricerca e di un sorprendente ritrovamento - i registri di produzione del Reparto Corse Bianchi, appartenuti a Pinella De Grandi, mitico meccanico del Campionissimo -, ha come protagoniste proprio le biciclette, da strada e da pista, usate da Coppi nel corso della sua carriera. Un volume che costituisce una pietra miliare nel mondo del collezionismo ciclistico e nello stesso tempo un omaggio al mito di Fausto Coppi e alla bellezza classica delle biciclette dell'epoca d'oro del ciclismo.La storia di un ritrovamento che scuoterà il mondo del collezionismo ciclistico. Un volume imperdibile per tutti gli appassionati di memorabilia e di vintage. La ricostruzione fedele, a prova di documentazione storica, delle biciclette Bianchi utilizzate da Fausto Coppi nel corso della sua straordinaria carriera. Tanto è stato scritto su Fausto Coppi, corridore e uomo,sulle sue imprese, sulla sua morte e sulla costruzione di un vero e proprio mito. Poco invece è stato detto del rapporto tra il campionissimo e le sue biciclette. Questo libro parte proprio da qui, dall'appassionata ricerca e descrizione delle biciclette Bianchi usate dal Campionissimo nel corso della sua carriera, dal 1945 al 1958. E tutto questo è stato possibile grazie a uno straordinario ritrovamento: i Registri storici di produzione del "reparto Corse" della Bianchi. Da una valigetta dimenticata - quella di Pinella De Grandi, forse il più famoso meccanico della storia del ciclismo, soprannominato "Pinza d'Oro" - e recuperata da Paolo Amadori, uno dei due autori del libro, è uscito un vero tesoro. Oltre ai Registri storici, che si pensava fossero andati irrimediabilmente perduti con i numeri di telaio e le misure delle biciclette costruite per tutti i corridori Bianchi dai primi anni '40 a fine anni '60, sono tornati alla luce i quaderni di appunti e i diari di Pinella, in cui il meccanico dei campioni annotava, giorno per giorno, particolari tecnici e note sulle prestazioni dei ciclisti in corsa (al Giro, al Tour e in altre competizioni). Grazie a questi documenti inediti, Amadori e Tullini hanno minuziosamente catalogato, tra le 70 biciclette utilizzate da Fausto Coppi durante la sua carriera alla Bianchi (dal 1945 al 1958), i 14 modelli originali e hanno fornito per ciascuno di loro, un'accurata descrizione tecnica e una ricca documentazione fotografica, raccontando in un nuovo modo, e anche grazie a inedite immagini, le imprese ciclistiche in cui quelle biciclette hanno accompagnato il Campionissimo. Il vero nome di Pinella era Giuseppe De Grandi, meccanico torinese. Ma tutti, a parte il soprannome romanzesco di Pinza d’oro, lo hanno conosciuto come Pinella. Meccanico prima alla Frejus, fu al seguito della rappresentativa nazionale al Tour fin dal 1938, anno in cui mise a punto le Legnano che portarono Gino Bartali al suo primo successo d’oltralpe, con buona pace dei francesi che s’incazzano… Poi ancora, come si è detto, al servizio di Coppi nel trionfale Tour del 1949. Fausto tanto fece che nel 1951 convinse la Bianchi ad assumere Pinella come capo-meccanico.
Fonte: Edicicloeditore