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Marco Bolle, Luca Galliano e Giorgio Fox sono tre ragazzi con la passione per la bici. Da due settimane hanno aperto la loro Ciclofficina Artigiana in vecchio stile, in Via Ormea 19 a Torino, quartiere San Salvario, e già contano 36 bici da riparare. Ce n'è di che fare gli straordinari. Anche se non si va mai oltre mezzanotte, ci tiene a ribadire Fox.
Nel suo curriculum ci sono importanti studi in filologia ebraica, ma al momento si occupa di aprire la Ciclofficina tutte le mattine alle nove e mezzo. Marco aveva iniziato con un sano lavoro in banca e ora tira fuori una saldatrice per mettere a posto un telaio. Luca è "quello del gruppo che non ha studiato", anche se per un po' ha frequentato ingegneria, e adesso è alle prese con un manubrio da raddrizzare. Il modello su cui si sono basati è quello di Copenhagen, in cui la bici intesa come mezzo di trasporto (più che come attrezzo sportivo) è ben radicata nella cultura anzichè rappresentare un’eccezione o una scelta coraggiosa alternativa agli altri mezzi.
Prima di aprire questa, Marco aveva accumulato qualche anno di esperienza nella Ciclofficina Popolare: con la tessera associativa si poteva accedere e farsi aiutare nell'aggiustare la bici. "C'era un'idea di condivisione molto bella a sostenerla, ma non ci si guadagnava nulla" dice.
C'era bisogno di fare un passo più in là. Nella Ciclofficina Artigiana di via Ormea si può andare per lasciare la bici con la ruota sgonfia, ma anche per fare due chiacchiere, per salutare velocemente o per bersi un bicchiere di vino. "Ci piaceva conservare l'approccio relazionale dell' esperienza popolare e al contempo restare ben lontani dal modello di negozio chic dove le bici si vendono soltanto e nessuno si sporca più le mani" dice Fox.
Fonte: http://www.greenme.it