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In Giappone, Paese che sta diventando sempre più dispensatore di tendenze a pedali, le piccolette con ruote da 20 o da 24 si sono infatti già ritagliate una discreta nicchia di mercato, trainate soprattutto dalle buone performance delle folding bike e delle bmx che hanno dimostrato l'usabilità urbana del cerchio con diametro ridotto (cosa peraltro da noi già ampiamente verificata su strada decenni fa grazie a Graziella e altre grazie simili). Tutti i produttori del sol levante hanno ormai in catalogo micro modelli e anche le aziende che vogliono vendere da quelle parti si sono adeguate alla moda sia che abbiano il nome orientaleggiante come Fuji o Sugimura sia che richiamino posti più vicini a noi come Bianchi.
Se volete curiosare tra i vari modelli c'è un marchio nippoelvetico -Bruno Bike - che ha un catalogo di lillipuziane molto variegato. Ma adesso anche europei e americani stanno seguendo a ruota e quello che producono per l'Asia (che peraltro è spessissimo prodotto in Asia) provano a venderlo anche in patria. Cannondale ad esempio ha la sua hooligan bonsai (anche in versione lefty, con la forcella anteriore a un solo braccio), Dahon ha una finta pieghevole (in realtà è smontabile), Gios ha la mignon col manubrio dritto e quella col manubrio da corsa. E anche la milanese Stazione delle Biciclette ha la sua Piccoletta artigianale.
Che dire? Decidete voi se è una moda che ha senso o meno. Comunque, prima di farvi ammaliare da una ruota 20 a svariate centinaia di euro, controllate se la vecchia bici da bambino che il vostro nipotino non usa più può assolvere egregiamente lo stesso compito.
Fonte: bicisnob