Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
E così Anne e Terese si mettono all’opera e per sette anni progettano, provano, sperimentano, falliscono e riprovano ancora e, finalmente, con l’aiuto preziosissimo di uno specialista in traumi del cranio, con il quale confrontano i movimenti più frequenti e comuni di corpo e testa in caso d’incidente, giungono a realizzare il casco Hövding, una sorta di scalda collo ergonomico non invasivo, dotato di sensori che rilevano i movimenti anomali dei ciclisti in fase di caduta o di urto ed inviano un segnale al dispositivo di gonfiaggio dell’airbag, proteggendo immediatamente tutta la testa e lasciando liberi solo gli occhi. Superati i crash-test imposti dalla comunità europea, Hövding è oggi disponibile e in vendita online.
L’ Italia, secondo i dati diffusi dall’ANIA, Fondazione per la Sicurezza Stradale, è al terzo posto in Europa per incidenti mortali ai danni dei ciclisti con 282 vittime nel 2011; considerare seriamente un dispositivo del genere, vista l’insofferenza e la presunta scomodità nell’indossare il casco anche da parte dei nostri connazionali, non sarebbe affatto male. E personalmente spezzo una lancia a favore di qualunque sistema di protezione e sicurezza: mio figlio adolescente non sarebbe qui se avesse dato retta alle mode o alle abitudini del branco. Non vi è alcuna giustificazione che valga un incidente serio e compromettente o, ancora peggio, una vita perduta.
Fonte: architetturaecosostenibile.it