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"La vita è come una bicicletta, bisogna muoversi per mantenere l'equilibrio" e per mantenere il nostro abbiamo organizzato un'uscita didattica a scopo formativo e integrativo. Abbiamo unito la mobilità sostenibile, ovvero il mantenimento del benessere dell'ecosistema, ad una meta storico-culturale: il borgo medioevale di Torino.

 

Una mattina d'autunno gli allievi della terza R Costruzioni Ambiente e Territorio dell'Istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino, accompagnati da tre impavidi professori (Isabella Alessi, Anna Maria Romeo e Roberto Belli), si sono ritrovati nel cortili della scuola tutti muniti di bicicletta.

Il tempo ci ha assistiti e la legge per il momento ci ha risparmiato l'utilizzo dei caschi protettivi, ma non quello dei giubbotti catarifrangenti, ormai indispensabili. Il viaggio è stato effettuato in tutta sicurezza, preceduto da un apposito corso sulle norme stradali, tenuto in classe dal prof. Belli.

Il percorso era interamente su pista ciclabile, in mezzo alla natura, attraverso i parchi del Boschetto di Nichelino, delle Vallere e del Valentino dove si è concluso il viaggio di andata.

La visita al borgo medioevale di Torino è stata interessante perché la nostra guida aveva una grande capacità di coinvolgere noi ragazzi, grazie alle notizie curiose ed interessanti, diverse da quelle studiate abitualmente a scuola. A fine mattinata, sempre in bici, siamo rientrati a scuola un po' delusi dopo aver scoperto che quel bellissimo borgo è in realtà una ricostruzione. Per il resto l'uscita è stata molto suggestiva, divertente ed istruttiva. Speriamo che questa bella esperienza si possa ripetere.

Mattia D'Agnielli

Justina Sarà

Luca Sgambelluri

Dejanira Trotta

Fonte: Comune di Nichelino

Martedì, 20 Novembre 2012 10:41

Bike Polo, uno sport underground

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In principio fu il polo, poi toccò al bike polo, adesso è il momento dell'hardcourt bike polo. L'evoluzione di questo sport passa dal cavallo alla bici, dal prato al cemento. Ed è anche il passaggio da uno sport antico, riconosciuto, nobile ad uno urbano, underground poco noto, ma in crescita. Se la versione in bici su prato risale a fine '800 in Irlanda, quella sul cemento è databile verosimilmente intorno alla fine degli anni '90 a Seattle, in quella zona degli States nord occidentale tanto grigia e piovosa quanto creativamente attiva.

 

In Italia ci sono voluti dieci anni, ma sul finire degli anni '00, intorno al 2008, 2009 i primi fissati con le bici hanno iniziato ad impugnare una mazza, inforcare la bici e darci dentro. Milano, Torino, Vicenza, Mantova, Bergamo, Padova, Roma, Catania le prime città in cui piccoli nuclei di giocatori hanno iniziato, la sera, in campi di fortuna. Il nord è sicuramente la zona d'Italia dove si gioca di più e al nord il triveneto è il centro della scena. Scendendo al centro insieme a Roma, si gioca a Fano (in provincia di Pesaro Urbino) e a Chianciano (Siena). Il sud è indietro: oltre Catania, solo Taranto.

Tra le squadre più importanti i Tigers di Vicenza, Bike Pollo di Catania, Malaforca (che si è sciolta da poco) di Fano, i Reparto Pista di Torino, a Milano ci sono gli Alfa e Beta e a Roma - dove abbiamo realizzato questo servizio - ci sono Li Carbonari, ma tutti si riuniscono sotto l'associazione Roma Bike Polo.

Nel 2009, anno del primo, grande, campionato europeo-nordamericano, un gruppo di amici appassionati di Hardcourt si riunì e inventò il RomaBikePolo, punto di riferimento dei polisti della capitale. Dopo quattro anni insieme e migliaia di partite giocate, il gruppo RomaBikePolo può vantare al suo interno la presenza di giocatori che, seppur in squadre diverse, hanno dominato la scena dei tornei più importanti d'Italia e non solo.

I campi da polo in Italia

All'inizio è di fortuna, pian piano però trova una forma stabile: un luogo deputato dove le squadre possono giocare senza grandi problemi. Questo è un tratto comune nelle varie città dove si gioca a polo (sì, non serve dire ogni volta Hardcourt Bike Polo). "A Milano il Bike Polo è nato nel giro delle bici a scatto fisso, intorno a Piazza San Fedele", ci racconta Matteo Airoldi del team Milano Beta . "Adesso giochiamo al Leoncavallo, al chiuso, da circa un anno e mezzo". A Catania invece, Marco Campisano dei Bike Pollo spiega che "si gioca all'aperto e il campo si chiama Jail Court perché adiacente e con vista sul carcere cittadino di Piazza Lanza".

"A Torino giochiamo in una pista di pattinaggio in via Lanzo", risponde Giovanni Perrone di Reparto Pista. "Ogni volta montiamo e smontiamo le porte: ci contendiamo lo spazio con chi pattina o con chi gioca a cricket". A Roma invece dopo aver cambiato vari campi, le squadre capitoline hanno trovato dimora in una struttura del comune, Il Quadrato, vicino alla ciclofficina del Centro Social Ex Snia Viscosa. Vicenza è invece in attesa di una risposta dal Comune per la realizzazione di un campo specifico: nel frattempo giocano al centro polisportivo di Olmo nel comune Creazzo a pochi passi da Vincenza.

La bici da polo

Agli albori, anche in Italia, si giocava con la ruota a scatto fisso, senza pedalata libera: gira la ruota, girano i pedali. Lo scatto fisso è ormai stato quasi del tutto abbandonato per passare alle single speed: un solo rapporto, spesso corto, che permette maggiore agilità. La bici da Polo è in continuo mutamento ed è soprattutto una bici su misura che il polista cerca di personalizzarsi. "La composizione della bici si evolve a seconda dei trick che si scoprono giocando", afferma Federico Amore dei Bike Pollo di Catania. È uno sport dove ancora si può inventare molto e dove molto altro ancora deve essere scritto. Per questo la personalizzazione della bici è uno dei passaggi fondamentali. Le ruote: normalmente sono piccole, 26 di raggio, così da avere una bici più compatta e agile. Per frenare c'è chi usa sia il freno davanti che quello dietro, in ogni caso la leva sul manubrio è unica: nell'altra mano si impugna la mazza. Lo sterzo è piccolo: maggiore agilità in corsa. Il movimento centrale (che permette il movimento dei pedali) è alto: la pedivella non tocca terra e la bici può inclinarsi in maniera maggiore rispetto al normale. Altro punto fondamentale è il polo guard ovvero la copertura della ruota che serve ad evitare che si spacchino i raggi con la mazza o che la pallina passi attraverso i raggi. La mazza è composta dalla stecca e dalla testa che viene chiamata mallet e serve a tirare la palla.

Le regole

Il goal è valido solo quando si colpisce la palla dalla parte rotonda e non dal lato lungo della testa o dalla stecca. La pallina è una normale pallina da street hockey da circa 70gr. Le misure ormai standard o comunque più utilizzate del campo sono di 40 metri in lunghezza e di 20 in larghezza, le partite durano 10 minuti o fino al cappotto, ovvero al quinto goal. Il contatto bici-bici non è consentito, ma viene tollerato fino al punto in cui è fortuito e non altera l'azione. Non sono ben visti i tagli di strada e le spinte, al limite spalla a spalla. La regola però più ferrea è quella dei piedi. Non è possibile appoggiare i piedi a terra. Se succede, quando succede, si commette fallo: il giocatore diventa quindi invisibile, non deve disturbare l'azione e deve recarsi a centro campo, sul bordo, e fare un tap, sbattendo la mazza sulla sponda. A quel punto può rientrare. L'inizio del gioco è come la pallanuoto. Palla al centro, start e corsa a chi la prende prima. Caschi, ginocchiere e paragomiti sono parte dell'abbigliamento protettivo indispensabile.

In Italia

La storia italiana del bike polo è una storia di community e di amicizia. Community perché il Bike Polo viaggia in Rete. Il sito di riferimento è hardcourtitalia (quello internazionale è leagueofbikepolo): lì si discute, si decide dove fare i tornei, ci si aggiorna, si scambiano esperienze, si resta in contatto, si eliminano le distanze. In Italia esiste l'IHbpc il campionato italiano che si gioca una volta l'anno e il Mazza D'oro, un torneo con una frequenza maggiore e che viene ospitato dalla squadra che vince. Non girano soldi, non ci sono sponsor, se non qualche piccola presenza: tutto indipendente e organizzato in Rete. Queste sono le occasioni dove le varie community e le squadre si incontrano, passano dei giorni insieme, vivono esperienze sportive collettive, un terzo tempo rugbistico lungo spesso un weekend. A livello mondiale la situazione è molto simile, anche se negli Stati Uniti sono nati primi tentativi di organizzazione. Anche in Italia la direzione è quella. L'esempio è la crew vicentina dei Riding in Circle che è anche una associazione sportiva o la Bike Polo Fano Associazione. Marco Flore, romano, è uno dei veterani del Bike Polo in italia: 41 anni, gioca da quando ne aveva 37. "In Italia la comunità è unita, ma non è cresciuta come sono cresciute quelle europee che hanno iniziato più o meno nello stesso periodo. Con gli Stati Uniti e Canada c'è anche una differenza di età, lì sono più giovani, noi siamo sui 30-40 anni". Le motivazioni sono molteplici: dalla poca visibilità, alla scarsa cultura italica per sport minori. Tuttavia chi gioca ha ormai una certa esperienza e la mette a disposizione dei nuovi arrivati che, magari a differenza di altri sport, fanno più fatica agli inizi. Gianluca Peloso di Vicenza si sta muovendo in questa direzione: "L'ultimo mio team sono stati i Seagulls. In questo momento sto vivendo un periodo di pausa dai tornei, mi piacerebbe dare una mano ai ragazzi alle prime armi e penso spesso a una figura ad oggi ancora assente nel polo, l'allenatore" .

Foto: Jacopo Pergameno: classe 1986 , è un fotografo freelance romano. Divide il suo lavoro tra servizi editoriali e progetti personali in Italia e all'estero.

Fonete: wired

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Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano - CCiclAT - in merito alle notizie di stampa relative ai rifacimenti degli argini fluviali dei corsi d'acqua teramani, in parte distrutti o danneggiati dall'alluvione del 2009, e alla realizzazione di nuovi argini per migliorare la sicurezza idraulica, lancia un appello a tutti gli organi competenti affinchè, contestualmente alla realizzazione delle nuove opere idrauliche, si preveda la costruzione di percorsi ciclabili sulle sommità degli argini, in modo da creare una rete di mobilità dolce utile per sviluppare l'uso della bicicletta in ambito urbano ed extraurbano e incentivare il cicloturismo.

 

In paesi come l'Austria le piste ciclabili sugli argini fluviali (vedi il Danubio) porta milioni di euro alle economie turistiche, attirando un flusso di cicloturisti che, nel 2010, ha prodotto un indotto per quasi 72 milioni di euro.

In Italia, e in Abruzzo in particolare, la sovrapposizione di competenze e una scarsa collaborazione tra istituzioni, fa si che sia praticamente impossibile utilizzare gli argini e i percorsi in prossimità dei fiumi per realizzare percorsi ciclopedonali, quanto invece esistono già strade percorribili, migliorabili con pochi interventi, che permetterebbero di unire i percorsi costieri con i territori dell'entroterra.

E' di qualche giorno fa l'appello del sindaco di Pineto ai comuni del bacino del Vomano proprio per realizzare un percorso ciclabile lungo quel fiume, ma un progetto analogo dell'Oasi dei Calanchi di Atri si è arenato a causa dei veti posti dal Genio Civile Regionale per questioni di sicurezza e canoni demaniali elevati.

Anche il collegamento ciclabile tra Marche e Abruzzo sarebbe possibile, con poca spesa e in attesa dell'auspicata costruzione del ponte ciclopedonale, realizzando due percorsi ciclabili sugli argini del Tronto (lato S.Benedetto e lato Martinsicuro) per unire le piste ciclabili costiere con la corsia ciclabile realizzata sul ponte carrabile della S.S. 16, ora inutilizzabile perchè raggiungibile dai ciclisti solo attraversando trafficate e pericolose strade dense di traffico.

Il Piano Stralcio di Difesa Alluvioni prevede la possibilità di realizzare piste ciclabili in zone esondabili, adottando opportuni accorgimenti, e quindi non si comprende la difficoltà di utilizzare le sommità arginali (dove la sicurezza è garantita proprio dall'argine stesso) per costruire percorsi ciclabili, magari all'interno di parchi fluviali, che colleghino le eccellenze culturali, ambientali, storiche ed enogastronomiche del nostro territori.

Si chiede quindi alle istituzioni (Regione, Province, Comuni) ma anche alle università (l'università di Teramo ha lanciato, qualche giorno fa, il progetto VE.LE. - ciclovia adriatica da Venezia a Lecce) agli enti preposti (Enti d'ambito, Autorità di bacino, ecc.) di fare in modo affinchè gli eventuali ostacoli normativi e amministrativi vengano velocemente rimossi e si faccia in modo che, con la realizzazione o la sistemazione di arginature e con le sistemazioni fluviali vengano realizzati, in contemporanea, percorsi adatti alle biciclette e ai pedoni.

Fonte: Piazza Grande

Lunedì, 19 Novembre 2012 12:20

Bologna. Vietato andare in bici sotto la neve

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Basteranno pochi fiocchi o una sottile patina di ghiaccio. E biciclette, scooter e moto non potranno più girare in città, pena 39 euro di multa. Una modifica al piano neve, oggetto ieri di discussioni e critiche in commissione Mobilità, aggiunge a obblighi e incombenze "il divieto di circolazione dinamica - testuale, dall'ordinanza in materia - per tutti i veicoli a due ruote su tutta la rete stradale del territorio comunale".

Ripiegare sulla macchina comporterà una spesa, oltre che un sovraccarico del traffico. Lo stesso provvedimento che ferma bici e moto, dal primo dicembre 2012 al 15 marzo 2013, impone a automobilisti e camionisti di essere equipaggiati con pneumatici invernali o con catene a bordo, da montare alla bisogna.

Germano Boccaletti, coordinatore regionale della Federazione italiana amici della bicicletta, è più che perplesso. E annuncia battaglia. "Questa ulteriore restrizione era nell'aria. Avevamo già discusso con l'assessore alla Mobilità, Andrea Colombo, dell'altra novità paradossale: la rimozione della neve dopo il raggiungimento di dieci centimetri di spessore e non più di cinque. Sappiamo che i soldi scarseggiano. Ma il risparmio a tutti i costi potrebbe portare a spese maggiori, per sanare i guai che si verificheranno a causa dei tagli. Le bici circolerebbero senza problemi - rileva - se pulissero le piste ciclabili anziché spingerci sopra la neve rimossa dalla carreggiata, rendendole impraticabili anziché sgombre e sicure".

L'assessore comunale alla Protezione civile, Riccardo Malagoli, sul blocco delle due ruote tiene la posizione. "Dobbiamo attrezzarci psicologicamente al fatto che il clima è cambiato", premette. E argomenta, per motivare il diktat: "All'ultima nevicata ho visto cose che non stanno né in cielo né in terra: anziani in bicicletta che mettevano a rischio la loro incolumità e quella degli altri".

Tra le bordate delle minoranze, e dal Pdl in particolare, c'è anche quella del grillino Marco Piazza: "Se un cittadino esce al mattino in scooter e alla sera è sorpreso da una nevicata - osserva - rischia di dover lasciare il mezzo in divieto di sosta o fermo per settimane, se nevica forte". "E' proprio quando inizia a nevicare - replica Malagoli - il momento più pericoloso".

 

Fonte: La Repubblica di Bologna

Lunedì, 19 Novembre 2012 12:07

In metro con la bici, a Cagliari si puo'

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Da lunedì 19 novembre è possibile viaggiare con la propria bici. Il trasporto è gratuito per il primo mese, successivamente si pagherà il biglietto.

 

L'Associazione Città Ciclabile Onlus di Cagliari sta da anni portando avanti tutta una serie di iniziative volte al miglioramento della mobilità sostenibile in generale e mobilità ciclabile in particolare.

Finalmente, dal 19 novembre 2012, come comunicato ieri dall Ing. Carlo Poledrini Direttore Generale dell'ARST nella tavola rotonda al Festival Scirarindi alla Fiera di Cagliari inizierà ufficialmente il trasporto delle biciclette nella nostra Metro, riteniamo possa diventare una data molto importante e considerarla a pieno titolo un'altra battaglia vinta, dopo anni di richieste ed iniziative, grazie alla collaborazione della nuova Amministrazione Comunale e alla buona disponibilità da parte della Dirigenza della società regionale trasporti A.R.S.T. che gestisce il servizio.

Dal 19 novembre sulla metro di Cagliari e per il primo mese anche gratuito, si possono trasportare n° 2 biciclette su ogni tram, ad esclusione delle ore 7,40 alle 8,40, dalle 12,30 alle 14,00 dei giorni feriali del periodo scolastico.

Ogni ciclista può portare con se una sola bicicletta, per la quale dopo il primo mese gratuito dovrà pagare un titolo di viaggio uguale al proprio. Mentre per le biciclette pieghevoli poste all'interno di un'apposita sacca o comunque rientranti nelle dimensioni cm (110x80x40), sono considerate alla stregua di bagaglio a mano per il quale è previsto il trasporto gratuito; possono essere trasportate sino ad un massimo di 1 bicicletta per ciascun proprietario.

La bici sul tram rimane sotto la stretta sorveglianza del proprietario, a cui è in capo la responsabilità civile per i danni causati dalla bicicletta a cose o persone durante il tragitto. I bambini sotto i 12 anni possono trasportare la bicicletta SOLO se accompagnati da un adulto.

L'incarrozzamento delle biciclette deve avvenire esclusivamente dalle porte a due ante contrassegnate dall'apposito pittogramma, devono essere appoggiate alla parete nello spazio appositamente riservato e contrassegnato dal pittogramma della bicicletta.

Riteniamo questa iniziativa molto importante, anche in prospettiva dell'apertura delle nuove tratte della linea che dal prossimo anno collegherà in un senso il paese di Settimo S.Pietro, che con le nuove piste ciclabili in programma permetterà il collegamento con i paesi vicini. Nell'altro senso collegherà la cittadella universitaria e il Policlinico universitario, che a sua volta con le piste ciclabili sarà raggiungibile in poco tempo dal paese vicino Sestu. In definitiva permetterà ai cittadini dell'hinterland Cagliaritano di uscire da casa in bicicletta, raggiungere il tram, portare la bici a bordo arrivare al centro di Cagliari, girarsi la città, andare a lavoro, farsi gli acquisti e rientrare al loro paese sempre in compagnia della loro cara bicicletta.

Fonte: Comune di Cagliari news

Domenica, 18 Novembre 2012 13:50

E' bici mania tra le casalinghe

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7 italiane su 10 pedalano 5 km, e' strumento lavoro per autonome

Le casalinghe per tenersi in forma e fare la spesa, le impiegate per svago, per le lavoratrici autonome una necessita'. E' bici-mania tra le italiane, ma le casalinghe sembrerebbero letteralmente conquistate dalla bicicletta. Lo rileva uno studio, promosso da Belte' e condotto attraverso 503 interviste telefoniche su un campione casuale di donne che usano la bicicletta, in età tra i 18-65 anni.

Per 'l'altra meta' del cielo' spostarsi in bici rappresenta ''il modo migliore per rendere la propria citta' piu' sostenibile'' (64%); una sensibilità che risulta essere maggiormente spiccata in insegnanti e lavoratrici autonome (67%).

Si pedala di piu' per le vie trafficate della citta' (47%), un modo ecologico per fare le commissioni rispettando l'idea di mobilita' sostenibile. Il 18% delle intervistate sceglie le due ruote la maggior parte delle volte in cui deve spostarsi; percentuale che sale considerando le lavoratrici autonome (25%) e scende tra le 'dirigenti/insegnanti'. Quasi sei impiegate su 10 (55%), invece, le scelgono saltuariamente. Quanti chilometri percorrono le donne in bici? Più di 7 italiane su 10 (73%) arrivano a pedalare fino a 5 km.

Una percentuale che cresce prendendo in considerazione dirigenti/insegnanti (75%). La maggioranza di coloro che percorrono dai 5 ai 10 km e' rappresentato dalle casalinghe (21%), mentre le biker a lungo raggio, ovvero coloro che percorrono dai 10 ai 15, km sono di gran lunga le lavoratrici autonome. Per 6 italiane su 10 (61%) andare in bici rappresenta uno svago; un dato che sale tenendo solamente conto delle casalinghe (62%), mentre diminuisce tre le impiegate (57%). A scegliere la bici per mantenersi in forma (17%) e rilassarsi mentalmente (15%) sono le casalinghe, mentre impiegate (36%) e insegnanti (31%) usano le due ruote principalmente per concedersi una passeggiata nel week end.

Fonte AGI - 18 novembre 2012

Venerdì, 16 Novembre 2012 11:49

In bici dalla Siberia a casa

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Sono le persone più impensabili a compiere le imprese più memorabili....

 

Tempo fa guardavo su RaiSport il reportage video di un ragazzo inglese in giro per il mondo in bicicletta; le traduzioni in italiano del suo slang storpiavano il suo entusiasmo genuino, rendendolo ridicolo come gli applausi finti degli spettacoli di serie B.

Come fa a fare il giro del mondo uno che non sa nemmeno cambiarsi un raggio? Pensavo tra me e me. E intanto lo seguivo, attendevo le puntate per sapere dove fosse arrivato con la sua incredibile capacità di cacciarsi nei casini.

Poco tempo fa un amico mi regalato il suo libro ed ho cominciato a leggerlo con curiosità; volevo sapere cosa potesse aver spinto un ragazzo mai salito in bici ad affrontare prove così dure, come la Siberia in bici; io di viaggi ne ho fatti tanti e mi sono sempre considerato poco preparato, inadeguato; addirittura in Argentina lo avevo deciso lì per lì di andare sul quel passo di quasi 5000 metri e arrivarci in condizioni precarie, con al seguito una specie di guida a cui avevo dovuto fare da balia mi aveva dato un senso di precarietà che mi aveva quasi fatto desistere.

Eppure leggendo il libro si capisce ancora una volta che non conta l'allenamento, non conta la prestanza fisica ma l'attitudine mentale al viaggio ed all'incontro; ognuno può partire con i propri dubbi o fuggire dalla propria vita, ma quello che riempe di esperienze giorni a volte monotoni e ripetitivi quali possono essere quelli fatti da 100 km in bici è proprio la voglie di conoscere e di misurarsi con gli altri.

Per gli amanti del genere, ma anche per gli altri......

Fonte: Ironelli.it

 

Autore del libro: Rob Lilwall

Editore: Ediciclo - collana: Altre Terre - 2012

Venerdì, 16 Novembre 2012 11:33

“BASTA!” CON LE STRAGI DI CICLISTI

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MANIFESTAZIONI DI PROTESTA IN TUTTA ITALIA

 

PROMOSSE DA SALVACICLISTI E DA FIAB

OMICIDIO VOLONTARIO PER CHI INVESTE E AMMAZZA PEDONI E CICLISTI

A seguito del tragico incidente dello scorso 11 novembre in cui ha perso la vita una giovane scout di 17 anni, travolta e uccisa da un SUV piombato a folle velocità mentre partecipava ad un'uscita in bicicletta nel Lodigiano, manifestazioni silenziose di protesta sono previste in tutta Italia. Il grido è "BASTA!" con le

stragi di ciclisti sulle strade italiane.

Venerdì 16 novembre, su iniziativa del movimento Salvaiciclisti, cui aderisce anche la FIAB, pedalate e flash-mob in molte città italiane. Domenica 18, a cura di FIAB Lombardia, invece, tre cortei in bicicletta partiranno da Melegnano, Paullo e Lodi per convergere a Casalmaiocco all'incrocio teatro del tragico evento.

L'assassinio di A.T. domenica scorsa ha scosso la coscienza di molte persone, i giornali hanno dedicato ampio spazio alla vicenda della sua morte e hanno sollevato molti interrogativi che però rischiano di rimanere senza risposta.

La classe politica che ci amministra e che si candida a governarci per i prossimi anni, invece, continua a fare finta di niente rifiutandosi non solo di ammettere le proprie responsabilità per le condizioni di totale insicurezza in cui vertono le nostre strade, ma anche di prendere in considerazione l'ipotesi di un benché minimo cambiamento futuro.

Il loro silenzio è immorale e complice e non può più essere tollerato ulteriormente.

Venerdì 16 novembre ci ritroveremo nelle piazze di tutta Italia per rompere il silenzio, per chiedere che le politiche per la prevenzione siano attuate oggi e non attraverso roboanti proclami vuoti di significato.

Venerdì sera ricorderemo Altea e tutte le altre vittime della strada, ma non manifesteremo per Altea, manifesteremo per noi stessi, per il diritto alla vita nostra e dei nostri cari.

Di seguito trovate l'elenco (in ordine alfabetico per città) degli appuntamenti confermati fino a questo momento.

Siete pregati di segnalare eventuali mancanze lasciando un commento qui sotto.

ALESSANDRIA: piazza della Libertà, lato Prefettura, ore 18:30

AREZZO: Via Calamandrei ore 18,30

BARI: Piazza Del Ferrarese, ore 19

BOLOGNA: Piazza Maggiore ore 20:30

BRESCIA: Piazza Tebaldo Brusato, ore 19:00

BRINDISI: Piazza Crispi, ore 20:30

CAGLIARI: Piazza Giovanni XXIII, Ore 21:00

CATANIA: Piazza Duomo, Ore 21:30

CESENA: Viale Bovio (di fronte al palazzo della Confartigianto), Ore 18:30

CHIERI: Via Palazzo di Città, ingresso Municipio, ore 19

CREMONA: palazzo Cittanova ore 19.00

FIRENZE: Piazza Della Ss Annunziata, Ore 18:30

GENOVA: Via Garibaldi, ore 18:00

IVREA: Torre di Santo Stefano, ore 18.30

LECCE: Porta Napoli, ore 21:30

LECCO: Piazza della Stazione, ore 19:00

MANTOVA: Piazza Mantegna, ore 19:00

MILANO: Via Solari, Ore 19:00

NAPOLI: Piazza Del Gesù, Ore 18.30

PAVIA: Piazza Leonardo da Vinci, ore 21.00

PESCARA: Piazza della bicicletta, Madonnina del porto ore 18,30

PINEROLO: davanti al Municipio, ore 20.30

PISA: piazza XX Settembre, ore 19:00

REGGIO EMILIA: piazza Prampolini, ore 19:00

ROMA: Via dei Fori Imperiali, Palo 27, ore 19:00

TORINO: Piazza Castello, ore 21.30

TRIESTE: Piazza Borsa, Ore 19:00

VICENZA: Piazza dei Signori, ore 18:30

Per DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012 la FIAB ha organizzato una biciclettata commemorativa con partenze da Melegnano, Paullo e Lodi a Casalamaiocco, luogo dell'incidente di A.T.

Fonti: Fiab, salvaciclisti

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Si chiama VENTO ed è il progetto di pista ciclabile più lunga d'Italia, 679 chilometri da Venezia a Torino, e una delle più importanti d'Europa. Ma VENTO non è soltanto un collegamento tra Piazza San Marco e la Mole Antonelliana: è un fiume con molti affluenti, come le ciclabili dell'Adige, del Mincio, del Ticino. Raggiunge Milano costeggiando i Navigli e potrebbe toccare Cuneo via Alessandria, scavalcare le Alpi e sfociare in Provenza. Di questo e altro si parlerà giovedì 22 novembre alle 16.30 nella sala congressi del Monastero di Cherasco all'incontro intitolato "Da VENTO alla Provenzale: la riscoperta del paesaggio attraverso i percorsi cicloturistici".

 

L'evento è organizzato dall'Unione del Fossanese in collaborazione con il consorzio Touristlab. Interverranno Paolo Pileri, responsabile di VENTO e docente al Politecnico di Milano, Jean-Louis Adrian, Vice Presidente del Dipartimento di Digne – Alta Provenza, Michele Bossio per il Progetto Stura e i percorsi da Alba alla Valle Stura, Carlo Buffa di Perrero, docente al Politecnico di Torino, Claudia Rosso, direttore di Touristlab, e Aldo Tichy che illustrerà i percorsi cicloturistici da Alessandria alla Provenza.

Il tema sarà dunque l'integrazione tra VENTO e i percorsi cicloturistici in territorio piemontese. Mentre in terra cuneese il percorso è per buona parte pronto, il tracciato da Torino a Venezia è già realizzato al 15%, ma mancano i collegamenti. VENTO utilizzerebbe in gran parte le strade lungo gli argini dei fiumi (circa 284 km.), e l'investimento complessivo sarebbe di 80 milioni di euro, pari al costo di 2 chilometri di autostrada, ma con ricadute economiche ingenti, se si pensa che in Germania le piste ciclabili producono ogni anno 8 miliardi di euro in indotto.

Fonte: quotidiano piemontese

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Ad una settimana dal tragico incidente in cui è stata spezzata la giovane vita di Altea, la cui unica "colpa" è stata quella di aver scelto una bicicletta per muoversi con i suoi amici, manifestiamo in bicicletta il nostro dolore per questa ennesima perdita e soprattutto per dire BASTA!

 

BASTA a questa mattanza quotidiana sulle nostre strade!

BASTA a questo modello di mobilità che perde di vista le persone e assedia le nostre città!

BASTA a questa arroganza di tanti automobilisti che vivono gli altri utenti della strada come un fastidioso "contrattempo"!

BASTA a questa politica che si nasconde dietro al dito dell'ipocrisia, piange morti sui giornali e televisioni ma non ha il coraggio di attuare politiche per un nuovo modello di mobilità realmente sostenibile.

La manifestazione partirà con tre biciclettate da Melegnano, Paullo e Lodi per convergere a Casalmaiocco all'incrocio teatro del tragico evento.

Il programma da Melegnano prevede:

RITROVO alle 14 in Piazza della Vittoria, di fronte al Castello.

PARTENZA alle 14.30 alla volta di Casalmaiocco.

La biciclettata si snoderà lungo le vie Emilia e Pandina per entrare poi a Vizzolo Predabissi e ripercorrere il tragitto fatto per l'ultima volta da Altea e i suoi amici.

RITROVO alle 15.15 a Casalmaiocco in Piazza di fronte al Municipio per attendere i bici manifestanti da Lodi e Paullo. Insieme poi si raggiungerà l'incrocio sulla strada Sordio-Bettola per la conclusione della manifestazione.

"Invitiamo tutti a manifestare con noi il proprio sdegno per una situazione non più sopportabile" - dichiarano i promotori della manifestazione - "Invitiamo soprattutto politici ed amministratori ad essere presenti ed ascoltare le richieste dei cittadini. A loro non daremo parola perché siamo stanchi di troppe dichiarazioni cui non ha fatto seguito la concretezza degli atti."

"Alla politica e agli amministratori pubblici, che hanno enormi responsabilità per questa mattanza sulle nostre strade, chiediamo solo di essere umili e silenziosamente rispettosi del dolore e rabbia dei cittadini, ma anche attenti alle richieste e proposte per un nuovo modello di sviluppo, che include anche un diverso modello di mobilità, che non solo è possibile ma è indispensabile se vogliamo dare un futuro ai nostri figli."

La manifestazione è promossa dalle associazioni FIAB di Melegnano, Lodi e Paullo e dal Coordinamento FIAB della Regione Lombardia e hanno dato la loro adesione, fino a questo momento: il circolo Legambiente Arcobaleno di Melegnano, il WWF Sud Milano, il Comitato NO TEM, La Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese, l'associazione KM0 di Melegnano, gruppo #salvaiciclisti di Pavia.

AI PARTECIPANTI SI CHIEDE DI INDOSSARE UN GILET RIFRANGENTE E DI VERIFICARE LE LUCI DELLA PROPRIA BICICLETTA.

Per chi volesse raggiungere Melegnano con treno+bici è possibile utilizzare il passante ferroviario S1 Saronno-Lodi, fermata Melegnano.

Fonte: FIAB