Giovedì, 10 Gennaio 2013 12:16

A Bra (To) i vigili vanno in bici elettrica

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Nel comune di Bra i vigili urbani usano le biciclette elettriche in servizio rendendo il Piemonte una delle regioni più green

Il ministero dell'Ambiente ha assegnato al comune di Bra trenta biciclette elettriche che saranno date a vigili urbani, impiegati e amministratori comunali e a rappresentanti di associazioni cittadine, per i loro spostamenti. E' già in progetto l'installazione in punti strategici delle colonnine per la ricarica dei motori elettrici. Il premio è stato assegnato nell'ottica del progetto per incentivare l'uso di questo mezzo di locomozione non inquinante.

Il Piemonte è green

Con questa iniziativa il Piemonte si conferma una delle regioni più green. Il sesto rapporto Euromobility ha premiato Torino come la città più "eco-mobile" d'Italia, seguita da Brescia e Parma. Nel capoluogo il trasporto pubblico è risultato eccellente e il servizio di car e bike sharing è uno dei più efficienti del Paese.

Per gli amanti delle due ruote, in Olanda si può pedalare anche con le piste ciclabili ghiacciate perché riscaldate dall'energia geotermica.

Fonte: datamanager

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Una bicicletta Pedersen non passa certo inosservata, si é subito affascinati dai suoi particolari dettagli: la geometria del telaio piramidale e l'insolita sella sospesa hammock.

 

Mikael Pedersen l'inventore di questa singolare bici, nato nel 1855 in Danimarca fu un geniale meccanico ed artigiano, uno che con la propria immaginazione, fu proiettato al di fuori dei confini del pensiero contemporaneo, creando un nuovo concetto di design del telaio.

Trasferitosi in Inghilterra, nel 1893 fondò la Dursley-Pedersen e brevettò la sua prima bicicletta che riscosse subito molto successo, divenendo uno dei modelli più leggeri e più stabili che sia mai stato prodotto nella storia. Ci furono varianti per uomini e donne ed un modello pieghevole fu prodotto anche per scopi militari.

Utilizzando la costruzione brevettata triangolare furono costruiti anche modelli sportivi, tandem a tre e quattro posti. Fino al 1922, migliaia di queste biciclette furono prodotte per il mercato inglese. Erano divenute uno status symbol; la Pedersen non era solo uno stupendo bene di lusso, era anche un articolo di sport serio, che all'epoca stabilì molti nuovi record.

Oggi questa mitica bicicletta é prodotta dall'azienda tedesca "Kemper Fahrradtechnik" ed é disponibile in vari modelli con ruote da 20″ o da 28″. Una Kemper-Pedersen è molto simile a un abito su misura, la bicicletta è assemblata esattamente sulle specifiche del suo futuro proprietario, in modo che tutto sia conforme in modo ottimale al guidatore. Ogni tubo è abbinato alla massa corporea del pilota ed anche i componenti sono attentamente selezionati.

Per approfondimenti storici e curiosità potete consultare anche i seguenti siti: Dursley-Pedersen Cycles e Pedersen Bicycles.

Fonte immagini e testo: urbancycling

Mercoledì, 09 Gennaio 2013 08:50

Kranium: il casco per ciclisti in cartone

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La sicurezza in bici arriva dal cartone. Innovativo, eco compatibile, economico, resistente, queste le caratteristiche di Kranium, il caschetto protettivo per ciclisti progettato da Anirudha Surabhi, realizzato con il cartone da imballaggi.

Il progetto ha preso corpo nell'ultimo anno di frequenza presso il Royal College of Art a Londra da parte di Anirudha Surabhi e come ogni storia commerciale che si rispetti, sta già iniziando ad assumure contorni epici. La storia tramanderà ai posteri che l'illuminazione per questa rivoluzinaria invenzione, sia avvenuta dopo una caduta in bici, con conseguente rottura del casco protettivo tradizionale, da parte dello studente di design al suo ultimo anno di corso. Incidente trasformato da Anirudha Surabhi in sfida per creare il casco per ciclisti più sicuro del pianeta. Tanto da diventare materiale e argomento della tesi finale. A dare concretezza all'idea, ci ha pensato l'osservazione della natura, e precisamente del comportamento del picchio, in grado di resistere a impatti ripetuti grazie alla struttura cartilaginea che separa il suo becco dal teschio. Anatomia che permette ad un picchio di colpire un albero nello stesso punto con una frequenza di 10 volte al secondo senza conseguenze strutturali. E' questo il concetto che ha dato vita alla struttura ad alveare del Kranium realizzato da un unico foglio di cartoncino, disegnato appunto sulla base della struttura della testa di un picchio. La scelta del cartone riciclato è avvenuta dopo aver testato 150 materiali diversi. La struttura ad alveare è risultata invece ottimale per fornire una zona di assorbimento in grado di assorbire l'energia d'urto. Una struttura che si è dimostrata talmente efficiente da sollevare l'interesse del team di Formula Uno Force India per applicare la tecnologia del Kranium ai caschi dei suoi piloti. La matrice di cartone è trattata con una soluzione idrorepellente per resistere all'acqua ed al sudore, racchiusa in un esterno di plastica, in grado di assorbire impatti fino a 250G. Il tutto assicurando, nelle parole del team di sviluppo, il triplo della protezione, con un peso ridotto del 15% rispetto ai caschi tradizionali.Kranium dovrebbe fare il suo esordio sul mercato nei prossimi giorni, con un prezzo che si suppone sarà inferiore ai 200 $, dopo che gli ultimi due anni sono stati dedicati alla ricerca di partner commerciali ed ai test dei prototipi presso laboratori di tutto il mondo, tra cui il TUV in Germania e l'HPE nel Regno Unito.

 

Fonti: Effettoterra, La Stampa, core77.com, youtech.it

Martedì, 08 Gennaio 2013 15:38

Il sogno di Nenette

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Folgorati da un sogno, attraversare mezzo mondo in bicicletta e giungere in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove tante associazioni di volontariato hanno realizzato strutture per migliorare la vita dei suoi abitanti. Diciotto persone, un viaggio esaltante un libro che, con le immagini e le parole racconta ciò che hanno vissuto, sentito, sperimentato.

 

"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012

(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)

Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.

Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.

Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.

Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro

Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.

Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.

15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.

Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.

Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

GLI AUTORI

Carlomaria Corradin, fotografo

42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.

Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it

Alberto Fiorin, cicloviaggiatore

52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it

Fonte: Fiab onlus

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Folgorati da un sogno, attraversare mezzo mondo in bicicletta e giungere in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove tante associazioni di volontariato hanno realizzato strutture per migliorare la vita dei suoi abitanti. Diciotto persone, un viaggio esaltante un libro che, con le immagini e le parole racconta ciò che hanno vissuto, sentito, sperimentato.

 

"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012

(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)

Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.

Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.

Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.

Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

 

Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro

Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.

Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.

15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.

Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.

Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

GLI AUTORI

Carlomaria Corradin, fotografo

42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.

Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it

Alberto Fiorin, cicloviaggiatore

52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it

 

Fonte: Fiab onlus

Martedì, 08 Gennaio 2013 15:16

La bicicletta inglobata dall'albero (video)

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Risale agli anni '50 la nascita della storia della bicicletta che si trova oggi inglobata in un albero a Vashon, Washington, e con più precisione al 1954.
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Inaugurata prima delle Olimpiadi di Londra, la Avenue Verte e' un percorso ciclabile di 406 km. Da Parigi, capitale dell'arte e della moda, la Avenue Verte attraversa la valle della Senna e del fiume Epte fino al mare. In traghetto (con bici a bordo) i ciclisti superano la Manica e possono continuare a pedalare nella verdissima campagna inglese che li conduce infine a Londra.

La Avenue Verte (www.avenuevertelondonparis.com) e' un progetto curato e promosso dai francesi delle regioni comprese tra Parigi e Dieppe e dagli inglesi dell'associazione Sustrans (www.sustrans.org.uk), che sviluppa e promuove piste ciclabili nel Regno Unito. Il percorso ciclabile nasce con l'obiettivo di sviluppare il turismo in bicicletta nelle regioni coinvolte, fenomeno che negli ultimi due anni ha conosciuto un vero e proprio boom e che altrove in Europa ha fatto la fortuna delle economie locali (si pensi al celebre caso della ciclabile del Danubio in Austria, 326 km percorsi ogni anno da centinaia di migliaia di cicloturisti).

ll percorso e' pianeggiante quando segue i principali fiumi Senna, Marne ed Epte, diventa invece leggermente piu' impegnativo nelle zone di campagna, soprattutto nel territorio inglese.

E' consigliabile raggiungere Londra in treno, perche' il tratto finale e' piuttosto impegnativo non solo per le caratteristiche morfologiche del terreno, ma anche per il traffico che aumenta sempre piu' in prossimita' della metropoli inglese.

L'intero viaggio in bicicletta puo' essere affrontato in 8 giorni, con tappe lunghe in media 55 chilometri ed e' facilmente percorribile in entrambe le direzioni (Parigi verso Londra o viceversa).

Il percorso e' abbastanza segnalato ma si consiglia di partire equipaggiati di una buona guida ciclabile (la migliore e' edita dalla francese Chamina www.chamina.com).

In alternativa ci si puo' affidare a un operatore turistico specializzato che fornisce ai ciclisti anche altri servizi, rendendo la vacanza piu' comoda: prenotazioni alberghiere, trasporto bagagli di hotel in hotel, assistenza in loco o telefonica in caso di necessita', cartografia ciclabile, bici a noleggio.

Girolibero, il tour operator italiano specializzato in vacanze in bicicletta ha messo a punto un pacchetto di 8 giorni/7 notti, con pernottamenti in hotel al costo per persona di 670 euro in camera doppia.

PROGRAMMA

1° Arrivo individuale a Londra e primo pernottamento.

Per chi arriva nel pomeriggio possibilità di prendere la bicicletta. Londra è una metropoli e, pur essendo il ciclista ben accolto, non vi sono in città moltissime piste ciclabili esclusive e continue.

2° Londra-Newhaven.

Oggi avrete la possibilità di scegliere tra due percorsi: il primo un po' più impegnativo, il secondo invece più facile, per permettervi di visitare Brighton e soffermarvi lungo la sua splendida costa.

A Londra-Newhaven via Polegate (55 km): da Londra prendete un treno (non compreso nella quota) che raggiunge in un'ora e un quarto Uckfield. Da qui pedalerete in direzione di Polegate collegandovi al tracciato originale della Parigi–Londra. Passando per il parco delle Seven Sisters raggiungerete Newhaven per il pernottamento.

B Londra-Newhaven via Brighton (35 km): in treno (non compreso nella quota) si arriva a Brighton in circa un'ora. Potrete visitare la città, una delle più amate della Gran Bretagna e poi sui pedali, seguendo la costa, raggiungere Newhaven per il pernottamento.

3° Newhaven-Dieppe (20 km).

Traversata della Manica per raggiungere Dieppe, la prima stazione balneare francese. La partenza in traghetto è prevista per le ore 10, ma dovrete presentarvi all'imbarco circa un'ora prima. La traversata dura 4 ore, pertanto tenendo conto del fuso orario il vostro arrivo a Dieppe è previsto per le ore 15. A Dieppe potrete sgranchirvi le gambe percorrendo la costa, oppure rilassarvi a prendere il sole in una delle sue spiagge.

4° Dieppe-Forges-les-Eaux (55 km).

Lasciate il mare e il colore azzurro della prima parte della tappa per immergervi nella campagna francese disseminata di fattorie che riforniscono i mercati del nord della Francia. Prima di raggiungere la città termale di Forges-Les-Eaux, consigliamo una sosta a Neuchâtel per gustare il famoso formaggio del luogo.

5° Forges-les-Eaux-Gisors (65 km).

Siamo nel Pays de Bray in Normandia dove i sapori e i prodotti del territorio raggiungono livelli altissimi: burro, formaggi, mele, pere, miele, legumi e carne di prima scelta. È per questo che i francesi, con un simpatico gioco di parole, dicono: "benvenuti in Gourmandie"! Seguirete poi la valle del fiume Epte per raggiungere Gisors e il suo castello, un tempo situato lungo l'antica frontiera franco-normanna.

6° Gisors-Conflans-Sainte-Honorine e dintorni (60 Km).

Seguite il fiume Epte fino a Bray-et-Lû, per entrare nella regione del Vexin Français e immergervi nell'omonimo parco naturale, un pianoro calcareo, che raggruppa molti comuni della valle dell'Oise. A Théméricourt consigliamo la visita della casa del parco, che ne rappresenta l'ingresso e dove potrete visitare anche il museo dedicato al parco naturale.

7° Conflans-Sainte-Honorine e dintorni -Parigi (55 km).

Lascerete il fiume Oise per incontrare infine la Senna e il suo parco caro agli impressionisti. Sarà lei a condurvi verso il Canal Saint-Denis e quindi al cuore di Parigi. Se preferite dedicare più tempo a visitare la capitale, potrete sempre prendere un treno o la metropolitana per raggiungere più rapidamente il cuore della città.

8° Parigi.

Dopo colazione, fine dei servizi e au revoir Paris!

fonti: biciclettaweb; girolibero

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La bicicletta è il mezzo di locomozione più semplice, economico ed ecologico mai inventato. Da più di cento anni la sua forma è immutata e la sua meccanica elementare è alla portata di chiunque. In questo volume le informazioni sulle origini, le mode, la letteratura e la sua recente riscoperta e rinascita si accompagnano a un "manuale di officina", nato dall'esperienza quasi decennale di autoriparazione nelle ciclofficine popolari autogestite e completato da disegni tecnici che insegnano a chiunque, anche a chi non è particolarmente dotato per la meccanica, a mantenere in buono stato la propria bicicletta e a restaurare e ridare nuova vita a tutte quelle vecchie abbandonate che, con poche ore di lavoro e alcuni economici ricambi, possono garantire tanti altri anni di felici pedalate. Tra ricordi, esperienze personali, "trucchi" da vecchio ciclista, aneddoti, campioni dimenticati e nuovi ciclisti urbani, alla scoperta delle mille sfaccettature della bicicletta.

 

Titolo: La macchina perfetta. Teoria, pratica e storie della bicicletta

Autore: Pozzo Giò; Maccarana Adriano

Editore: Il Saggiatore (Collana "Opere e Libri")

Anno 2010, pagg. 187, Euro 25,00

Lunedì, 07 Gennaio 2013 10:49

Bici gratis sui treni anche in Abruzzo

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Anche in Abruzzo bici gratis sui treni regionali. Approvato emendamento alla Finaziaria regionale 2013 su richiesta del "Coordinamento ciclabili Abruzzo Teramano". Plauso della Fiab.

30 mila euro sono stati messi a disposizione dalla Regione Abruzzo sul bilancio regionale 2013, per una convenzione con Trenitalia finalizzata al trasporto gratuito sui treni regionali delle biciclette al seguito dei viaggiatori.

L'iniziativa è stata assunta a seguito di una lettera del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano all'assessore regionale ai trasporti Giandonato Morra, per chiedere che anche in Abruzzo, come nelle Marche e in Puglia, ci fosse la possibilità per i viaggiatori di trasportare gratis le bici sui treni regionali abilitati al servizio.

Tale richiesta è stata successivamente tradotta in emendamento alla legge finanziaria regionale 2013 dal consigliere regionale Maurizio Acerbo, al fine di favorire l'integrazione tra trasporto collettivo e trasporto ciclistico ed offrire una concreta possibilità di incentivazione sia ai fini della mobilità sostenibile che della promozione del turismo in bicicletta.

Il Presidente della FIAB Antonio Dalla Venezia, esprime viva soddisfazione per la sensibilità dimostrata da tutti coloro che si sono attivati per aver messo in campo un'azione concreta per l'incentivazione del trasporto combinato bici e treno.

"Lo stanziamento in bilancio di una somma certa per il 2013 e l'impegno del Consiglio regionale abruzzese a provvedere in maniera adeguata negli anni successivi - precisa il Presidente della FIAB - potrà sicuramente garantire alla convenzione da sottoscrivere tra Regione Abruzzo e Direzione regionale abruzzese di Trenitalia, la certezza degli accordi e l'adeguato svolgimento di un servizio di trasporto bici al seguito effettivamente rispondente alla domanda dei viaggiatori sia per fascia oraria che per copertura stagionale".

"Sarebbe ora auspicabile - continua Dalla Venezia - non solo che la Regione Molise si attivi in maniera analoga come già fatto da Puglia, Marche e Abruzzo, ma che quelle Regioni insieme alle relative direzioni regionali di Trenitalia si coordinino funzionalmente per mettere in servizio, a partire dal prossimo orario estivo, almeno una coppia di treni interregionali autorizzati e attrezzati al trasporto bici al seguito che, facendo servizio lungo la fascia costiera, facilitino l'accessibilità dell'itinerario ciclabile nazionale n. 6 di Bicitalia, denominata Ciclovia Adriatica, visto che i treni a lunga percorrenza di fatto ignorano l'esigenza dei viaggiatori, pendolari o turisti, di poter trasportare al seguito la propria bicicletta senza dover provvedere a non semplici e operazioni di smontaggio e impacchettamento".

 

Fonte: Fiab onlus

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Scade il prossimo 30 gennaio il concorso fotografico nazionale promosso dalla FIAB sul tema "Città in bici: più bella, più allegra e più mia! Per una città ciclabile e sostenibile", che si svolge con il patrocinio del Ministero dell' Ambiente e della Provincia di Venezia.

L'iniziativa é rivolta specificatamente a studenti delle scuole superiori e dell'Università e si propone di stimolare l'osservazione e il desiderio dei giovani a evidenziare attraverso immagini originali, esempi di città più a misura umana, meno trafficate, più sicure e vivibili.

Gli elaborati saranno valutati da una giuria composta da nomi illustri di chi conosce tutti i segreti dell'obiettivo di una macchina fotografica ma ha anche specifica esperienza del pedalare: scrittori, giornalisti, esperti di mobilità sostenibile.

"Tale concorso - spiega Germana Prencipe, consigliera nazionale FIAB e ideatrice del bando - attraverso la partecipazione degli studenti e dei docenti può essere un modo per creare occasioni di proficua collaborazione tra gli stessi istituti superiori e le Università con la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, per mettere a punto, insieme, studi specifici che promuovano nuove strategie di sviluppo della ciclabilità urbana, al fine della valorizzazione del decoro urbano e del senso civico, come meglio specificato tra le principali finalità del concorso".

"Sarebbe infine interessante attivare - conclude Germana Prencipe - approfondimenti specifici sui temi della ciclabilità nei Corso di laurea di Scienze umane dell'ambiente, del territorio e del paesaggio e di Geografia del turismo".

Tutti i particolari sul sito http://www.fiab-scuola.org/

 

Fonte Fiab