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Riportiamo di seguito la lettera che le associazioni del Bike Pride di Torino hanno inviato al Sindaco della città, Piero Fassino, in relazione ai provvedimenti presi negli ultimi tempi sulla questione dello smog.

Di fronte alle sterili polemiche nate intorno ai nuovi provvedimenti anti-smog presi dal Comune, già tarati al ribasso e lontani dal poter incidere significativamente sulla qualità dell'aria cittadina, le associazioni promotrici del Bike Pride hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Torino Piero Fassino.

"Il dibattito nelle commissioni Ambiente e Viabilità sul provvedimento antismog –scrivono le associazioni- dimostra la superficialità con cui alcuni consiglieri affrontano i temi ambientali. Non critichiamo la libertà di esprimere dubbi sul provvedimento ma l'incapacità di elaborare proposte alternative. Il blocco di alcune categorie di auto non sarà la soluzione migliore, nè la più efficace, ma è un piccolo tassello che l'amministrazione dovrebbe difendere e al limite provare a perfezionare. La povertà del dibattito è, signor Sindaco, ancora più intollerabile data la quantità e qualità del confronto che invece c'è fuori "dal palazzo".

"I torinesi hanno una buona memoria –continua la lettera delle associazioni-, si ricordano perfettamente il peso dato nel suo programma elettorale al progetto di una "Torino Capitale del muoversi bene e dell'ambiente". Immaginiamo quindi che in questo momento molti siano in attesa di una sua chiara presa di posizione sul tema.

Se veramente il consiglio ha maturato delle perplessità di fronte all'efficacia del provvedimento abbia il coraggio di migliorarlo o una grande fetta della popolazione (che nel nostro specifico caso si traduce nei 20.000 che hanno preso parte all'ultimo bike pride) si sentirà per l'ennesima volta irrisa e sbeffeggiata dall'incapacità di porre rimedio a problemi reali e tragici che trascendono la mera conta dei superamenti delle soglie di pm10.

"Vogliamo sperare che in questa città sia finito il tempo in cui regnano gli interessi particolari e confidiamo –è questo l'appello finale rivolto al primo cittadino di Torino- nella sua capacità di visione strategica, nell'interesse della città tutta".

Fonte: biciebasta.com

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Il Piemonte è una regione verdissima, con un territorio variegato che si snoda tra pianure rigogliose e monti austeri ed imponenti, con un bellissimo arco appenninico che segna il confine naturale con la Liguria.

Sono tantissime le opzioni per gli amanti delle due ruote che scelgono un viaggio in bicicletta in Piemonte, come i lunghissimi sentieri sterrati per gli appassionati di mountain bike, che potranno ammirare la natura tra boschi e percorsi montuosi oppure le valli solcate dai tantissimi corsi d'acqua. Non mancano i percorsi nemmeno per gli amanti della bici da strada, che potranno mettersi alla prova in salite irte tra panorami mozzafiato o allenarsi sulla dolcezza dei colli che circondano territori pianeggianti e ricchi d'acqua.

Gli itinerari in bicicletta in Piemonte passano attraverso fiumi e corsi d'acqua: primo tra tutti il Po, che nasce ai piedi del Monviso e che attraversa Torino, assieme alla Dora Baltea e alla Dora Riparia. Ma questa bellissima regione è la meta ideale anche per chi ama dilettarsi in bicicletta alla scoperta del territorio, vagando tra pregiati noccioleti, sontuosi castagneti o ammirando i colori cangianti del cielo sugli specchi d'acqua delle risaie del Vercellese, dove nidificano bellissimi aironi cenerini, sostando magari ad assaggiare un risotto alla toma di malga (tipico formaggio vaccino delle malghe alpine) e gustandosi un buon Barbera del Monferrato o una frizzante Bonarda... I ciclisti e i bikers più esperti, dopo un'intensa giornata tra salite arrancanti chilometri su strade piene di tornanti, potranno godersi il panorama degustando un calice di Barolo, magari pasteggiando con i salumi e i formaggi tipici della regione. Non avrete bisogno di alcun integratore per riprendervi dalla fatica. Il cicloturismo in Piemonte è un viaggio che passa anche attraverso i sapori! Sono tante le specialità di questa regione, che vanta una pregevole tradizione cioccolatiera e in tutte le città troverete qualche cioccolateria artigianale: non dimenticherete facilmente i mitici gianduiotti o il bicérin...Provate nei bike hotel del Piemonte il gusto di vini corposi e intensi, come il Nebbiolo, il Dolcetto d'Alba, il Roero o l'Erbaluce che parlano del carattere schietto e immediato di queste terre! I percorsi in bicicletta in Piemonte sono davvero numerosi e presentano tante occasioni per degustare prodotti tipici d'eccezione. Da non perdere i formaggi, che risentono dell'influenza della vicina Francia, con produzioni davvero eccellenti, come i formaggi caprini, il Paglietta delle Langhe, il Castelmagno, il Crottino, il Maccagno o la Robiola ai tre latti... e poi le castagne e le nocciole... non è un caso infatti che il primo presidio di Slow Food sia nato a Cuneo e che un'azienda come la Ferrero abbia la propria sede storica ad Alba, zona da cui si fornisce delle deliziose nocciole per i propri migliori prodotti come la Nutella ®! Una vacanza in bicicletta in Piemonte è fatta anche di tante golosità e dolci tradizionali: dai Baci di Dama alle Paste di Melega, dai Savoiardi di Novara ai Canestrelli Biéleis... Gli sportivi dei bike hotels in Piemonte avranno di che deliziarsi!

Un consiglio per tutti, ciclisti da strada, mountain bikers e cicloturisti: una specialità tipica del Piemonte, che non troverete altrove, è la Merenda Sinoira, una sorta di merenda di metà pomeriggio, a base di salumi e carpacci, locali, verdure in bagna caoda o trifolate... insomma, oltre agli itinerari in bicicletta il Piemonte offre tante risorse in più.

Cosa aspettate a mettervi in sella alla vostra bici e a partire per una vacanza in bicicletta in Piemonte?

Fonte: italybikehotels.it

Lunedì, 14 Gennaio 2013 11:40

Consigli per rimettersi in forma con la bici

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Hai deciso di rimetterti in forma con la bicicletta? Per allenarti bene e ottenere dei risultati, non improvvisare. Ecco i consigli:

Per dimagrire. Le attività aerobiche, come il ciclismo, sono quelle che comportano uno sforzo a intensità costante e prolungata. E che permettono di dare lo sprint al metabolismo corporeo. Vuol dire che dopo i primi 25 minuti consecutivi di bicicletta, l'organismo comincia a bruciare i grassi. Un vantaggio che continua anche a fine attività. Il segreto però è la costanza: si deve pedalare con un buon ritmo per almeno un'ora, ma senza arrivare ad avere l'affanno. L'intensità giusta è quella che permette di chiacchierare o anche canticchiare mentre si pedala. Quante calorie puoi bruciare? Difficile stabilirlo con esattezza, perché questo valore dipende dall'età, dal peso e da come è distribuito il grasso. In generale, si può calcolare che, in un'ora di attività, si bruciano circa 400 – 500 calorie.

Per tonificarsi. Pedalare è un ottimo modo per tonificare i muscoli di gambe e glutei e per combattere la cellulite. A seconda delle tue esigenze, devi regolare il rapporto in modo da aumentare gradualmente lo sforzo. Senza esagerare, però, o rischi di gonfiare troppo i quadricipiti. Contrariamente a quanto si pensa, poi, nel ciclismo vengono coinvolte anche le braccia e gli addominali. Le prime in modo lieve, perché i muscoli devono solo sopportare la tensione della guida e le vibrazioni del manubrio. Per un allenamento completo, puoi impegnarti a fare da sola alcuni cicli di flessioni. Oppure una seduta settimanale di body building specifico per pettorali e braccia. Gli addominali, invece, lavorano già intensamente perché, mentre pedali, si contraggono per mantenerti in posizione sulla bici e, soprattutto, per bilanciare la contrazione muscolare cui è soggetta la schiena. Per sfruttare al massimo la tua seduta di allenamento, fai così. Quando Sali in sella, pedala lentamente per dieci minuti, in modo da cominciare a riscaldare i muscoli, poi fermati e dedica qualche minuto ad uno stretching leggero. Stira dolcemente (senza arrivare a sentire dolore) i muscoli delle gambe, del tronco e delle braccia. Dopo questi esercizi, risali in bici e pedala per almeno 30 minuti, a velocità sostenuta, ma costante. Infine, concludi l'allenamento con almeno 15 minuti di stretching più intenso (tenendo ogni posizione per almeno 40 secondi), in modo da allungare bene i polpacci, bicipiti, petto, e la parte alta della schiena. Sono le parti del corpo che tendono a contrassi maggiormente quando si pedala.

L'alimentazione giusta

A tavola? Bastano poche sane abitudini. Eccole, secondo i consigli di Chris Boardman. Sono tratte da "il manuale completo della bicicletta"(Mondatori, 28 euro), un libro illustrato ricco di consigli su scelta della bici, manutenzione e tecniche di allenamento.

Per produrre energia, i muscoli hanno bisogno di glucosio. Lo forniscono i carboidrati . i più adatti alle attività aerobiche come la bici sono quelli complessi, perché rilasciano glucosio in modo lento e graduale. A pranzo, quindi, prevedi sempre una porzione a scelta tra pasta e riso. Oppure, per accompagnare un piatto di verdura, pane o cereali integrali. Le proteine, invece, che riparano i tessuti e potenziano la massa muscolare, puoi riservarle alla cena. Alternando carne, pesce, fagioli, piselli, lenticchie e uova.

Condisci sempre i tuoi piatti con olio crudo. I grassi che contiene, infatti, aiutano l'organismo ad assorbire le vitamine e forniscono energia "pronto uso".

Durante le uscite, infine, porta sempre con te una borraccia con un integratore salino (li trovi anche al supermercato) o, per un allenamento leggero, della semplice acqua. Mantenere costante il livello di idratazione, infatti, evita i crampi e non affatica cuore e circolazione.

Le 5 regole d'oro

Cura il tuo abbigliamento. Per allenarti, indossa i pantaloncini imbottiti nella zona del cavallo. Eviterai di irritare l'inguine e l'interno coscia. Sopra, nella bella stagione puoi indossare solo una maglia traspirante: è leggerissima e assorbe il sudore. In inverno, invece, opta per una calzamaglia in materiale tecnico. E non dimenticare di proteggerti dal freddo con un indumento caldo e impermeabile.

Tieni d'occhio il clima. D'estate, non allenarti nelle ore più calde della giornata. E, quando esci, indossa sempre il cappello e porta una scorta sufficiente di acqua. D'inverno invece non usare la bici in caso di nebbia o ghiaccio: sono le condizioni meteo più pericolose.

Regola la sella. Per una pedalata confortevole conta anche il sellino. Se il tuo è grande e troppo morbido, non va bene opta per un modello stretto e rigido, che garantisca un buon sostegno. Nei negozi specializzati trovi anche i modelli su misura per lui e per lei. Quando lo fai installare, controlla che venga regolato bene. Per verificarlo, fai cosi: mettiti in piedi accanto alla bici. La sella deve essere all'altezza della tua anca.

Controlla il movimento. Per non forzare i tendini della caviglia e del ginocchio, e per evitare di affaticare le anche, fai attenzione a come pedali: le ginocchia devono essere perfettamente parallele.

Impara ad usare il cambio. L'uso delle marce va regolato in base alla pendenza della strada: rapporti corti in salita (le gambe incontrano meno resistenza, ma devono girare più velocemente) e i rapporti lunghi in pianura (sono più duri da spingere, ma le ruote compiono più giri con una pedalata). Calcola, infine, che il ritmo ottimale, in pianura è compreso tra le 70 e le 80 pedalate al minuto.

Cosa dice il medico

Pedalando si perde peso, ci si tiene in forma senza affaticare le articolazioni, e grazie alle endorfine in circolo con l'attività fisica, anche l'umore ne guadagna" spiega Gaetano Daniele, medico della Nazionale italiana di ciclismo. "E' un'attività adatta anche ai meno giovani: più del 50% del peso del corpo, infatti, si scarica sui glutei e sulla sella, quindi si fa esercizio senza stressare le ginocchia, il femore e le caviglie che, a una certa età, subiscono facilmente piccoli traumi". Non solo: la bici aiuta a ridurre anche la pressione arteriosa, in particolare la minima che dipende dall'elasticità dei vasi venosi, quindi si tratta di un'attività consigliata a chi soffre di ipertensione. "L'importante è fare attività ad un ritmo costante con un'intensità non troppo elevata e per almeno mezz'ora: in questo modo uscire in bici tre o 4 volte a settimana è un'ottima soluzione per tenere in esercizio anche cuore e circolazione" continua Gaetano Daniele. "Pedalare all'aperto poi stimola la produzione di vitamina D, indispensabile per fissare il calcio sulle ossa. Ecco perché è uno sport molto indicato alle donne che, con la menopausa, sono esposte all'osteoporosi, l'indebolimento delle ossa dovuto alla perdita di calcio. Come tutti gli sport praticati all'aria aperta, infine il ciclismo aiuta a rinforzare le difese immunitarie". Se riesci ad allenarti tutto l'anno, anche nella stagione più fredda, insomma, prederai meno raffreddori.

Pedalare sicuri: cosa ti serve

Hai deciso di comprare una bici o di rispolverare quella che da anni sta in cantina? Prima di cominciare a pedalare per la città, procurati anche un buon sistema per legarla quando parcheggi. In questi casi, vale una sola regola: meno spendi, più aumentano le probabilità di furto. Il cosiddetto ricciolo, per esempio, è economico, ma può essere tagliato o manomesso con facilità. L'ideale? Un super lucchetto con una catena robusta. Oppure, il bloster (in metallo rigido).

Non lasciare mai la bici incustodita e slegata. E legala anche quando la parcheggi nel cortile del tuo condominio. Ti sembra eccessivo? Ricorda che i furti di biciclette sono all'ordine del giorno e che non c'è possibilità di dimostrare che quella esposta al mercatino dell'usato è propria alla tua.

Tutte le parti di una bici sono facilmente smontabili. Ecco perché non è raro ritrovare solo la ruota legata alla catena (ma c'è anche chi si porta via solo il sellino). La prima regola, quindi è di legare sia il telaio sia la ruota anteriore (la più facile da sganciare).

Se infili la borsa nel cestino anteriore, ricorda di agganciarla sempre al manubrio con la tracolla o i manici. Attenzione però: nascondila sotto un indumento o un sacchetto, così non attirerà l'attenzione di un eventuale scippatore che, nel tentativo di rubarla, rischierebbe di farti cadere.

Per non trovarti in panne, porta sempre con te un kit di riparazione di quelli che si agganciano facilmente sotto il sellino. Deve contenere: colla, carta vetrata, talco, matita e alcune toppe. Ma se vuoi un equipaggiamento davvero completo, ti servono una camera d'aria, le leve cacciagomma (per sfilare la ruota ed effettuare la riparazione) e una minipompa.

Per la tua sicurezza, ricorda che è importantissimo rendersi visibili. Specialmente la sera. Oltre alle luci previste dal codice della strada (luce frontale bianca e luce posteriore rossa con catarifrangente rosso), puoi procurarti anche dei catarifrangenti per i pedali e dei nastri rifrangenti ad anello, di quelli che si indossano alle caviglie.

Fonte: Sos consumatori

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Rivoluzione ciclabile al Lingotto: due nuove piste in corso Bramante e via Giordano Bruno.

A Torino-Lingotto Torino  sono state inaugurate due nuove piste ciclabili, che attraversano la Circoscrizione Nove. Un percorso ciclabile importante, perché ricollega due parti di città tagliate in metà dalla ferrovia, all'altezza del Lingotto, percorribili con difficoltà dalle biciclette. I tratti di pista inaugurati sono situati sul cavalcaferrovia di corso Bramante e in via Giordano Bruno.

In corso Bramante il nuovo tratto di pista ciclabile, deliberato la scorsa estate, è entrato in funzione dopo le opere di rifacimento del cavalcaferrovia e l'installazione della opportuna segnaletica. "A seguito di segnalazioni - commenta Massimiliano Miano, vice presidente della Nove e coordinatore alla viabilità - relative alla pericolosità del percorso promiscuo pedoni e velocipedi, su ambo i marciapiedi del cavalcaferrovia di corso Bramante, la Circoscrizione Nove, in collaborazione con la divisione mobilità della Città di Torino, ha istituito una nuova pista ciclabile sul marciapiede nord, vietando di fatto il transito pedonale, e riservando il marciapiede sud esclusivamente al transito dei pedoni. Una scelta di sicurezza che consentirà a pedoni e a ciclisti di muoversi liberamente sul territorio e senza pericoli".

Anche via Giordano Bruno ha visto la nascita di una nuova pista per le due ruote, lungo il marciapiede est: percorso deliberato nel 2009, importante perché unisce la borgata Filadelfia con Nizza Millefonti, prima non collegate da nessuna pista.

Rivoluzione ciclabile al Lingotto: due nuove piste in corso Bramante e via Giordano Bruno

„Novità anche per i trasporti pubblici della Nove: "Unitamente alle opere di viabilità per le due ruote - spiega ancora Massimiliano Miano - è stata realizzata una nuova banchina di fermata Gtt, esattamente la n. 736, in via Giordano Bruno 81, la quale entrerà in funzione una volta completate le opere di montaggio della pensilina, ed eventuali opere complementari, oltre alla realizzazione della nuova segnaletica orizzontale"."

Fonte: torinotoday

 

Cuneo, approvata la realizzazione di nuovi tratti di piste ciclabili

La Giunta Comunale del Comune di Cuneo ha approvato, lo scorso 27 dicembre, la realizzazione di alcuni nuovi tratti di piste ciclabile ed il rifacimento della segnaletica di quelle già presenti.

L'Amministrazione Comunale è da parecchi anni molto sensibile alle tematiche inerenti la promozione della mobilità ciclistica, come sottolineano i parecchi interventi in tal senso come Bicincittà e vari eventi di sensibilizzazione all'uso della bicicletta tra i bambini.

Inoltre, dai risultati delle indagini svolte nel 2006 e nel 2008 sulle abitudini degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti delle principali aziende cittadine è emerso che la percentuale di persone che raggiungono la propria sede di lavoro a piedi o in bicicletta è sensibilmente aumentata (dal 21% del 2006 al 24% nel 2008) evidenziando come prioritario da parte dell'Amministrazione Comunale di procedere sempre più a politiche di difesa della cosiddetta utenza debole.

Dal comune fanno sapere che "è emersa con forza la richiesta da parte dei cittadini di piste ciclabili sicure, continue, collegate tra loro con particolare riferimento anche all'attraversamento dei ponti e al raggiungimento delle frazioni" così che nella seduta di giunta del 27 dicembre scorso è stata deliberata la realizzazione del collegamento della pista ciclabile bidirezionale di corso Giolitti nel tratto compreso tra via XX Settembre e corso Nizza lato monte, la realizzazione della pista ciclabile in corso Dante (lato valle), la modifica della pista ciclabile di corso Nizza nel tratto in corrispondenza di Corso Dante (come richiesto dal comitato di quartiere ad inizio dicembre e da sempre scenario di numerosi incidenti ed investimenti), la realizzazione del collegamento della pista ciclabile di via Vecchia di Borgo San Dalmazzo nel tratto di via Bongioanni (tra via Riberi e corso Gramsci) e del completamento del tratto di pista ciclabile compreso tra via Pertini e corso Gramsci.

Il costo totale del progetto sarà di 60mila euro, spesa disponibile nel bilancio di previsione 2012.

Fonte: targatocn.it

 

Tortona, previsto l'ampliamento delle piste ciclabili

Il Comune nella persona del sindaco Massimo Berutti, che ricopre anche la carica di assessore all'urbanistica, si impegna per agevolare la vita agli amanti delle biciclette, con lo sviluppo di nuovi tracciati inseriti anche nel nuovo piano regolatore generale della cittadina piemontese.

La crisi dell'automobile e quella economica generale stanno facendo segnare numeri al ribasso da record.

Appena dopo capodanno sono uscite le stime ufficiali che parlano di un calo delle immatricolazioni di nuove auto che arriva a sfiorare il venti per cento. Tutto questo significa anche una conseguenza indiretta molto importante: più biciclette in circolazione, ma non sempre chi ripiega su questo mezzo di trasporto economico e conveniente trova la collaborazione logistica e civile necessaria, dovendosi spesso districare tra le insidie e i pericoli del traffico.

Il Piemonte non fa eccezione, ed il Comune di Tortona ha deciso di adoperarsi in questo senso, rendendo più facile la vita dei ciclisti tramite la realizzazione di nuove piste ciclabili, che permettano quindi un aumento del livello di sicurezza e, conseguentemente, del numero di biciclette in circolazione. I nuovi tracciati faranno dunque parte del nuovo piano regolatore generale della città di Tortona, come confermato anche dal primo cittadino Massimo Berutti, che all'interno della struttura del Comune ricopre anche il ruolo di assessore all'urbanistica.

Fonte: alessandria.befan

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Un articolo comparso [qualche mese fa - ndr] sul sito Fiab, firmato da Valerio Parigi, a proposito dell'"odio", o più morbidamente conflittualità, nei confronti dei ciclisti, potrebbe essere lo spunto per rintracciare qualche vecchia testimonianza storica di questo, apparentemente ingiustificato, sentimento di avversione verso gli utilizzatori della bicicletta.

Piccola premessa: l'argomento, posto in questa chiave, di conflittualità appunto, è stato molto battuto nei mesi scorsi da diverse e importanti testate giornalistiche, nazionali e internazionali, probabilmente perché giudicato vincente sotto il punto di vista mediatico. Comunemente infatti, si è soliti schierarsi dalla parte di una o l'altra categoria, in questo caso di utenti della strada (ma l'abitudine vige anche in altri ambiti della società), dimenticando che spesso tali categorie coincidono.

Tempo fa il Corriere della Sera aveva definito #salvaiciclisti come la campagna "che fa arrabbiare anche i pedoni", mentre la BBC, più recentemente, ha titolato un programma, trasmesso in prima serata, "La guerra sulle strade della Gran Bretagna", contrapponendo tra loro ciclisti e automobilisti. Il titolo, così come il programma, ovviamente non è piaciuto, perché secondo molti semplicistico e sensazionalistico. Ma come ha saggiamente sottolineato Kaya Burgess, una delle voci più rappresentative della campagna inglese #cyclesafe, questa "guerra" non ha senso di esistere. Il 90% di coloro che usano la bicicletta abitualmente, infatti, ha la patente, chi invece va solitamente in auto, è certamente anche un pedone, quanto meno nel tragitto che lo porta dal parcheggio a destinazione (e vista oggi la difficoltà di trovare un posto libero in città, immaginiamo debba essere pedone per diverse centinaia di metri).

In un successivo e lapidario tweet, lo stesso Kaya Burgess ha poi tuonato: "chi dice che tutti i ciclisti sono indisciplinati e che tutti gli automobilisti sono degli assassini merita di essere snobbato e di non ricevere risposta". Posizione forse democristiana e un po' buonista? Nient'affatto, anzi piuttosto realista. Nella migliore delle ipotesi infatti, prendiamo il caso di Copenaghen, capitale della Danimarca e città bike friendly per antonomasia, si sposta in bicicletta circa il 30% dei cittadini, seguito da una quota quasi uguale di coloro che utilizzano l'automobile, e una minoranza che invece si muove a piedi o con il trasporto pubblico.

E' per questo che almeno per il breve periodo, ciò a cui si può, e certamente si deve ambire, è una pacifica convivenza sulle strade, con buona pace di chi vorrebbe veder scomparire tutti i ciclisti e chi bruciare tutte le automobili in circolazione.

Ma veniamo alle testimonianze. Le prime polemiche, allora sotto forma di ridicolizzazione, nei confronti dei ciclisti, sono state espresse praticamente fin dalla nascita della bicicletta stessa, attraverso alcune vignette dei primi anni del 1800. Si intenda per bicicletta la "draisina", sviluppata intorno al 1817, ben quarant'anni prima del "velocipede", quello con i primi pedali e la ruota grande anteriore, per capirci. In particolare, una vignetta del Federal Republican and Baltimore Telegraph parla nel 1819 di un nuovo strampalato mezzo a due ruote trainato da gente un po' sciocca, invece che dai cavalli come accadeva solitamente.

La vignetta [nella foto - ndr], opera di Charles Williams, mostra un ciclista colpito alle spalle (o meglio al deretano!) da un forcone, e un altro gettato a terra e vistosamente maltrattato. In un particolare della raffigurazione, tra l'altro, viene mostrato un segnale stradale che indica la città di Coventry che, per una strana coincidenza, ha rappresentato dal 1870 in poi il cuore dell'industria ciclistica britannica.

Tale iniziale diffidenza, per meglio dire presa di mira, nei confronti del nuovo umile mezzo, risiedeva secondo alcuni nel timore da parte di gruppi di pochi abbienti legati al commercio dei cavalli, che vedevano nella diffusione della bicicletta una minaccia al proliferare dei loro affari.

La situazione di duecento anni fa, insomma, non era molto dissimile da quella che viviamo oggigiorno, in cui l'influenza delle case automobilistiche, in piena sinergia tra loro, tende a sfavorire le politiche per la ciclabilità malgrado la bicicletta sia oggettivamente riconosciuto il mezzo di trasporto più ecologico, sostenibile, economico, e in alcuni contesti urbani addirittura il più veloce.

di Alessandro Micozzi - www.amicoinviaggio.it

Fonte: Fiab onlus

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Chi avrebbe scommesso, anche solo cinque anni fa, che i torinesi potessero ordinare il cenone di Natale e Capodanno a un gruppo di chef per farselo recapitare a casa in bicicletta? Eppure è successo, l'iniziativa dei Cuochi Volanti ha registrato addirittura il tutto esaurito e la consegna a domicilio dei Pony 0 Emissioni è stata puntuale, per la soddisfazione di tutti.

Marco Actis e Davide Fuggetta sono i Pony 0 Emissioni, la loro società è nata a settembre 2011, quando - uno insegnante precario, l'altro meccanico nelle officine dei bus - si sono trovati senza lavoro. A Torino non esisteva ancora nulla del genere, un gruppo di messenger a pedali c'era a Milano e qualcosa si stava muovendo in altre parti d'Italia. Oggi i pony express in bicicletta operano in almeno venti città, per dimostrare, spiega Actis, "che puntualità ed efficienza non sono prerogative solo dei mototaxi". Una rete mette in comunicazione le varie società e i Pony 0 Emissioni hanno un progetto di collegamento fra Torino e Milano, utilizzando bicicletta e treno. Prima, daranno il via alla collaborazione con altri messenger per allargare il servizio a Venaria, Collegno e Grugliasco, puntando a coprire l'intera cintura. Il servizio ha costi variabili, da 8 euro per una sola consegna a 4,50 in caso di abbonamento con cento tagliandi. Per le merci che non possono essere trasportate con una normale borsa, Marco e Davide hanno a disposizione due bici cargo olandesi: "Con quelle possiamo recapitare anche una lavatrice".

L'iniziativa ha avuto successo? "Stiamo crescendo, nonostante i costi iniziali non indifferenti. Ci sono giorni in cui facciamo quattro consegne, altri quindici. Ma ci hanno dato fiducia società come Reale Mutua e Axa. Tex 97, operatore di telecomunicazioni, ci ha affidato la consegna ai clienti di bollette e router. Altri hanno creduto in noi tanto da comperare uno spazio pubblicitario sulle borse o sulle biciclette. Qualcosa si muove insomma. Chissà che il nostro lavoro, la nostra presenza in città non serva anche per aiutare gli altri ciclisti, per ottenere maggiore rispetto dagli altri utenti, pedoni compresi. Perché è vero che pedalare a Torino è sicuramente più facile che in altre metropoli, ma proprio per questo si potrebbe pretendere di più, una migliore politica delle piste ciclabili ad esempio. Il successo clamoroso di ToBike dovrebbe dire qualcosa sul desiderio di bicicletta dei torinesi".

I Pony 0 Emissioni sono in corso Francia 62, info 366/8122423, www.pony0emissioni.it

Fonte: repubblica.it

Venerdì, 11 Gennaio 2013 12:37

Torino aumenta il servizio bike sharing

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"TOBike", il servizio di bike sharing, si è ulteriormente arricchito, e può contare su 5 nuove stazioni di biciclette a noleggio che portano il totale di queste installazioni a 92.

Le nuove stazioni sono in corso Regina Margherita 91 angolo via Denina, in corso Castelfidardo all'angolo con corso Stati Uniti (ex OGR), in corso Novara di fronte al cimitero Munumentale, in via Nizza all'angolo con il cavalcaferrovia di corso Sommelier ed in corso Regina Margherita all'incrocio con corso Regio Parco.

Per informazioni:

http://www.tobike.it

http://www.comune.torino.it/ambiente

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La bici più sicura del mondo? L'ha realizzata Josh Zisson, puntando tutto sulla visibilità nel traffico nelle ore di minore luminosità. Oltre a un sistema di illuminazione alimentato con dinamo e tanti altri accorgimenti, la "Safest Bike on the Road" è soprattutto rivestita con un sistema retroriflettente in polvere brevettato da una società chiamata Halo Coatings.

Il concetto è semplice quanto rivoluzionario: quando i fari di un auto colpiscono l'oggetto ricoperto di questo materiale, la polvere si illumina di un bianco brillante. Il rivestimento retroriflettente "è estremamente resistente, conveniente e funziona anche di giorno – spiega la compagnia- . Di notte, il rivestimento protegge le persone e gli oggetti con oltre 300 metri di visibilità luminosa". Maggiore visibilità delle persone e degli oggetti di notte, una maggiore resistente contro la corrosione e una tecnologia 100% di verde, assicura Halo.

Il materiale, insomma, oltre a salvare la vita illuminandosi di notte, è anche a buon mercato ed estremamente durevole ed ecologico, almeno secondo l'azienda e Zisson, che ha ben pensato di ricoprirci la sua speciale bici. "Circa un anno fa – spiega il ciclista- ho deciso che volevo rendere la bici più sicura per il trasporto su strada. Questo è il risultato. Ha una dinamo nella parte anteriore, fari a LED e le luci diurne. Ha una luce posteriore speciale che monitora la tensione proveniente dalla ruota anteriore, e quando stai per frenare, inizia a lampeggiare, inviando un chiaro messaggio alle macchine dietro. Proprio così, questa bicicletta ha le luci di stop".

La bici più sicura del mondo dispone anche di un ottimo sistema frenante, di parafanghi per ripararla durante gli spostamenti sotto la pioggia, di pneumatici resistenti ai buchi e di un doppio cavalletto. A tutto questo, chiaramente, va aggiunto il telaio retroriflettente, una delle soluzioni più sicure per le bici su strada. "Quando i fari lo colpiscono, il mezzo si illumina e diventa bianco brillante, rendendo quasi impossibile per i conducenti non vederlo – conclude Zisson-. Sono convinto che questa tecnologia ad alta visibilità possa davvero salvare vite umane e rendere la bicicletta più sicura per tutti".

Fonte: GreenMe (Roberta Ragni)

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Tra le 50 principali città italiane Torino si conferma al 1° posto per mobilità sostenbile. Lo dice il sesto rapporto Euromobility. A seguire Brescia e Parma, al quarto posto Milano seguita da Bologna. Roma arretra al ventiseiesimo posto, dietro Napoli (21°), la prima città del Sud. Le peggiori sono L'Aquila, Catanzaro e Reggio Calabria.

Il rapporto "Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città", elaborato da Euromobility con il contributo di Bicincittà e FIT Consulting e con il Patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, quest'anno è più ricco di indicatori. Pur tenendp conto delle consuete informazioni relative alle innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, mobility manager), allo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (gpl, metano), all'offerta di trasporto pubblico, alle piste ciclabili, alle zone a traffico limitato e pedonali. Le 50 città monitorate sono tutti i capoluoghi di regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

Il rapporto parla chiaro: Torino la città più "eco-mobile" d'Italia. Grazie soprattutto ad un buon servizio di trasporto pubblico, un servizio bike sharing che mette a disposizione dei cittadini una grande flotta di bici e il car sharing, tra i più efficienti ed apprezzati della penisola. Il podio è stato garantito anche grazie all'aumento delle auto a basso impatto ambientale e alla diminuzione del tasso di incidentalità e mortalità sulle strade cittadine. Ma c'è ancora una pecca, dice il rapporto: «Nonostante ciò i valori di inquinamento atmosferico non riescono a rientrare nei limiti, a causa delle sfortunate condizioni climatiche che interessano Torino e buona parte le città del bacino padano».

La graduatoria vede tra le prime dieci tutte città del Nord, tra cui Bergamo (6° posto), Venezia (7°) e Modena in nona posizione.

Torino, Milano e Brescia credono di più nelle biciclette condivise. Il bike sharing di Milano conta 13.000 utenti registrati e 1.800 biciclette, mentre quello di Torino 14.400 utenti e 540 biciclette (+80%), quello di Brescia 8.266 utenti e 259 biciclette (più che raddoppiate rispetto all'anno precedente). Nelle 16 città che usano il sistema elettronico gli utenti sono aumentati di oltre del 31% e le biciclette in circolazione di oltre il 35%. Aumenta anche, e non è la prima volta, il car sharing (auto condivise), mentre non crescono i mobility manager di Area.

Per ciò che riguarda il trasporto pubblico la maggior offerta è data da Milano, Cagliari, Torino e Venezia, mentre mentre nelle città di Modena, Salerno, Livorno, Napoli e Prato si è registrata una preoccupante riduzione. I dati dimostrerebbero che l'aumento di offerta da parte delle amministrazioni è premiato da una positiva risposta da parte dei cittadini, che usano di più il trasporto pubblico.

Il più alto tasso di motorizzazione (rapporto tra flotta veicolare e popolazione residente) è registrato a L'Aquila, Latina e Catania: tenuto conto che il tasso nazionale è pari a 60,67 auto ogni 100 abitanti, L'Aquila ha un tasso del 73,9%, Latina del 72,7% e Catania del 72%. Al Sud il maggior numero di auto più inquinanti, con Napoli al primo posto (sono quasi il 57% le auto con più di 11 anni di vita), seguita da Catania, con il 52,2%.

In relazione all'inquinamento, le Città di Aosta, Cagliari, Campobasso, L'Aquila, Messina, Potenza e Sassari rispettano tutti i limiti imposti dalla normativa. Torino ha registrato sia il maggior numero di superamenti di PM10 (158 rispetto ai 35 consentiti), sia la più elevata media annuale (59 microgrammi al metro cubo rispetto al limite di 40). Seguono in entrambe le classifiche Siracusa, Milano e Verona. A Messina si è registrato il numero minore di superamenti (3), mentre Potenza ha registrato la media annuale più bassa, 21 microgrammi al metro cubo.

La sicurezza è meno garantita a Bergamo, che si conferma la città con maggior numero di incidenti. Strade molto più sicure rispetto all'anno precedente per numero di incidenti a Bari, Milano e Udine, mentre a Brescia, Bari, Piacenza e Messina è diminuito di molto l'indice di mortalità.

"Questo sesto Rapporto - dichiara Lorenzo Bertuccio, Direttore scientifico di Euromobility - conferma la diffusione del bike sharing e una decisa ripresa del car sharing, ma segnala una battuta d'arresto nell'aumento delle auto a gpl e metano. Le amministrazioni dimostrano una sempre maggiore attenzione anche nelle politiche di gestione della distribuzione delle merci in città e ricorrono sempre più frequentemente ai veicoli a basso impatto, come le auto elettriche e ibride, per rinnovare le auto delle proprie flotte, ma la percezione è che il percorso sulla strada dell'eco-mobilità è ancora lungo e tortuoso".

Il rapporto completo lo puoi leggere qui.

I grafici possono essere consultati qui.

Fonte: euromobility.com; effettoterra

Giovedì, 10 Gennaio 2013 12:23

In Olanda in bici anche con il ghiaccio

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Ad Utrecht è partito un progetto per creare piste ciclabili riscaldate

L'Olanda è patria di ciclisti, si sa, è quindi normale che il Paese dei tulipani fosse il primo a pensare a un modo per andare in bicicletta nonostante le piste ciclabili siano ghiacciate.

L'energia del Sole per scaldare le piste

Una soluzione green, data anche la natura del mezzo a due ruote, quella individuata dal comune di Utrecht: piste ciclabili riscaldate dal calore del Sole. Così come succede per i pavimenti, le piste ciclabili olandesi saranno riscaldate durante l'inverno grazie a delle tubature, al di sotto della superficie del manto stradale, che convoglieranno il calore raccolto durante la bella stagione.

Il costo dell'operazione è tra i 19mila e i 38mila euro per chilometro, la stessa cifra che viene spesa per la posa dell'asfalto.

Fonte: datamanager