Visualizza articoli per tag: museo bici

Lunedì, 17 Febbraio 2014 10:33

Il Museo del ciclismo "Gino Bartali" in pericolo

Il Museo del ciclismo "Gino Bartali" è un museo di Firenze situato in via Chiantigiana 175, in zona San Piero a Ema. Ma da un pò di tempo sulla propria home page appare un messaggio a dir poco allarmante.

Pubblicato in IN EVIDENZA
Argomento trattato:
Mercoledì, 29 Gennaio 2014 00:00

Nimega: biciclette e caffe' storici

Una delle città più antiche dei Paesi Bassi ospita il Velorama, museo unico nel suo genere. Costruita sul fiume Waal, circa 20 chilometri a sud di Arnhem, è famosa per essere stata dichiarata meta per lo shopping più varia di tutta l'Olanda e vanta un nutrito numero di caffè, il che la rende molto popolare non solo tra gli olandesi ma anche tra i turisti.

La città ospita diversi musei e resti che risalgono all'epoca romana, tra questi anche il Velorama, ovvero il Museo Nazionale della Bicicletta, che si trova all'interno di un edificio storico. Visitare il Velorama significa avere la possibilità di ammirare un'esposizione unica con modelli di bici che ne abbracciano tutta la storia dal 1817. Il museo, si struttura su tre piani e presenta 250 esemplari di varie epoche, tra cui quelli della collezione privata del fondatore Gertjan Moed. Biciclette provenienti da Inghilterra, Francia, Germania e America illustrano la storia di questo veicolo, dalla prima draisina senza pedali e mossa dall'azione dei piedi sul suolo fino alle biciclette da cross e VTT contemporanee. Una saletta è dedicata alle famose biciclette olandesi, antiche e moderne (Burgers, Scholte, Fongers, Locomotief, Gazelle, Simplex). Tra le chicche da scoprire alcuni esemplari appartenuti alla Casa Reale, tra cui la bicicletta pieghevole Fongers.

Informazioni
Velorama
Waalkade 107, Nijmegen
Tel: 024 322 58 51
www.velorama.nl

Fonte: La Stampa, viaggi.michelin.it

Pubblicato in IN EVIDENZA
Argomento trattato:
Giusto per non fare cose scontate, c’è chi trasforma la bottega in museo e poi in teatro. E fa bene. Il tempi che impongono la riscoperta della bici come mezzo di locomozione, c’è chi la trasforma in strumento di cultura e di amore quasi filiale. Succede a Padova, nel quartiere del Portello, dove s’intrecciano racconti “marsigliesi” a profumi e rumori universitari. Succede in via Belzoni 31, dove s’inaugura un bel negozio-riparazione di biciclette. E con la scusa del negozio, si mettono in fila alcune delle bici storiche più importanti d’Italia (perchè come le chiamate voi le bici di Coppi e Magni?) e si mette in scena, usando la “parata” di stelle a pedali, una perfomance teatrale degna dei migliori teatri.

Andiamo con ordine, come si dice in questi casi. Patrizio Ferrara, anni 43, decide di mettere in piedi “Pedale Belzoni” e lo fa prendendo spunto dall’amico Federico Borella, 31 anni, appassionato ed esperto delle due ruote pedalata, specie d’antan, che già conduce il negozio “Cicli Giglio”, sempre a Padova in via Facciolati. I due condividono non solo il mestiere, ma anche la passione per i semplici e raffinatissimi congegni a pedali “d’epoca”, oltre ad alcuni amici che nel settore hanno ruolo e peso. Uno di questi è Giorgio Zanardo, un fantastico prezzemolone delle bici d’epoca, uno che contemporaneamente fa parte degli enciclopedici della bicicletta (Rischiatutto non c’è più, peccato), ma anche un intenditore di biciclette-gioiello e un frequentatore delle gare ad esse riservate. L’altro è Alessio Berti, nient’altro che vincitore del Giro d’Italia d’Epoca, una realtà nota a pochi ma suggestiva come poche altre (casomai provate a vedere la “Storica” che si svolge in Toscana, su bici rigorosamente costrute con pezzi d’epoca e prive di congegni e cambi elettronici). Il terzo è Gianfranco Trevisan, uno splendido raccoglitore di bici storiche e maglie di eroi del passato. Quei gioielli con sellini romantici e leve del cambio riccamente istoriate ora si possono ammirare nello spazio di “Pedale Belzoni”. Ci sono le biciclette (2) su cui ha pedalato Coppi, quelle di Magni, di Olmo, della “locomotiva umana” Toni Bevilacqua, di Franco Balmamion e quella di Michele Dancelli, tanto per intenderci.

Queste bici, che costituiranno, assieme alle maglie, un piccolo museo, hanno preso vita grazie allo spettacolo dell’ultimo amico-convitato, Marco Ballestracci, bluesman, scrittore (premio Bancarella Sport) e raccontatore. Ballestracci, recente autore di “Imerio” su Massignan, prima ancora de “L’ombra del Cannibale” su Eddy Merckx.

Con l’immancabile prezzemolone onnisciente Zanardo vestito da meccanico dei tempi andati (ricordate? Quelli che si vedevano nei filmati in bianco e nero mentre cambiavano una ruota e poi spingevano alla morte il corridore nella speranza di fargli riacciuffare al più presto il gruppo...) che gli passa le bici come fossero pagine di storia, il trevigiano Marco Ballestracci, raccogliendo il mezzo meccanico nelle sue mani, racconta  di quella volta che Balmamion..., quella volta che Coppi.... E quella volta che la Dama Bianca fece arrabbiare Magni, quella volta che Bevilacqua redarguì Gianni Brera al Vigorelli, nonchè di quella volta che Dancelli, dopo troppi anni che gli italiani non tagliavano per primi il traguardo della Sanremo... Parole intervallate dal suono dell’armonica (Ballestracci ci soffia l’anima) e della fisarmonica di Franco Cecchetto, che da anni gli è vicino nel mischiare storie e suoni. Presentatore di questa inaugurazione memorabile Alessio Berti. Da oggi, nelle due botteghe (Belzoni e Giglio) varranno le reciproche garanzie sulle bici acquistate. Bello no?

Fonte: di Toni Frigo per Il Mattino di Padova

Pubblicato in IN EVIDENZA
Argomento trattato:
Giovedì, 17 Gennaio 2013 09:10

Inaugurata al Portello la bottega-museo della bici

PADOVA. Giusto per non fare cose scontate, c'è chi trasforma la bottega in museo e poi in teatro. E fa bene. Il tempi che impongono la riscoperta della bici come mezzo di locomozione, c'è chi la trasforma in strumento di cultura e di amore quasi filiale. Succede a Padova, nel quartiere del Portello, dove s'intrecciano racconti "marsigliesi" a profumi e rumori universitari. Succede in via Belzoni 31, dove s'inaugura un bel negozio-riparazione di biciclette. E con la scusa del negozio, si mettono in fila alcune delle bici storiche più importanti d'Italia (perchè come le chiamate voi le bici di Coppi e Magni?) e si mette in scena, usando la "parata" di stelle a pedali, una perfomance teatrale degna dei migliori teatri.

Andiamo con ordine, come si dice in questi casi. Patrizio Ferrara, anni 43, decide di mettere in piedi "Pedale Belzoni" e lo fa prendendo spunto dall'amico Federico Borella, 31 anni, appassionato ed esperto delle due ruote pedalata, specie d'antan, che già conduce il negozio "Cicli Giglio", sempre a Padova in via Facciolati. I due condividono non solo il mestiere, ma anche la passione per i semplici e raffinatissimi congegni a pedali "d'epoca", oltre ad alcuni amici che nel settore hanno ruolo e peso. Uno di questi è Giorgio Zanardo, un fantastico prezzemolone delle bici d'epoca, uno che contemporaneamente fa parte degli enciclopedici della bicicletta (Rischiatutto non c'è più, peccato), ma anche un intenditore di biciclette-gioiello e un frequentatore delle gare ad esse riservate. L'altro è Alessio Berti, nient'altro che vincitore del Giro d'Italia d'Epoca, una realtà nota a pochi ma suggestiva come poche altre (casomai provate a vedere la "Storica" che si svolge in Toscana, su bici rigorosamente costrute con pezzi d'epoca e prive di congegni e cambi elettronici). Il terzo è Gianfranco Trevisan, uno splendido raccoglitore di bici storiche e maglie di eroi del passato. Quei gioielli con sellini romantici e leve del cambio riccamente istoriate ora si possono ammirare nello spazio di "Pedale Belzoni". Ci sono le biciclette (2) su cui ha pedalato Coppi, quelle di Magni, di Olmo, della "locomotiva umana" Toni Bevilacqua, di Franco Balmamion e quella di Michele Dancelli, tanto per intenderci.

Queste bici, che costituiranno, assieme alle maglie, un piccolo museo, hanno preso vita grazie allo spettacolo dell'ultimo amico-convitato, Marco Ballestracci, bluesman, scrittore (premio Bancarella Sport) e raccontatore. Ballestracci, recente autore di "Imerio" su Massignan, prima ancora de "L'ombra del Cannibale" su Eddy Merckx.

Con l'immancabile prezzemolone onnisciente Zanardo vestito da meccanico dei tempi andati (ricordate? Quelli che si vedevano nei filmati in bianco e nero mentre cambiavano una ruota e poi spingevano alla morte il corridore nella speranza di fargli riacciuffare al più presto il gruppo...) che gli passa le bici come fossero pagine di storia, il trevigiano Marco Ballestracci, raccogliendo il mezzo meccanico nelle sue mani, racconta di quella volta che Balmamion..., quella volta che Coppi.... E quella volta che la Dama Bianca fece arrabbiare Magni, quella volta che Bevilacqua redarguì Gianni Brera al Vigorelli, nonchè di quella volta che Dancelli, dopo troppi anni che gli italiani non tagliavano per primi il traguardo della Sanremo... Parole intervallate dal suono dell'armonica (Ballestracci ci soffia l'anima) e della fisarmonica di Franco Cecchetto, che da anni gli è vicino nel mischiare storie e suoni. Presentatore di questa inaugurazione memorabile Alessio Berti. Da oggi, nelle due botteghe (Belzoni e Giglio) varranno le reciproche garanzie sulle bici acquistate. Bello no?

Fonte: Il Mattino di Padova

Pubblicato in IN EVIDENZA
Argomento trattato:

Tuttobike

Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.