Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.

La  Conferenza  Internazionale  “VIVERE  E  CAMMINARE  IN  CITTÀ”,   giunta  alla  sua ventesima edizione, affronta ogni anno diversi temi  relativi alla qualità della vita in ambito urbano. La Conferenza  Internazionale a vent’anni dal primo FORUM SULLA SICUREZZA STRADALE,   tenutosi  a  Brescia  nel  giugno  del  1993  torna  ad  approfondire   il  tema  della sicurezza degli utenti deboli della strada. 
Il   forum  si  configura  come  un  incontro  tra  utenti,  amministratori,   esperti  per  affrontare  i problemi di chi si muove senza protezione  nel traffico cittadino: per una mobilità sicura di bambini, anziani,  disabili. 
Il numero di morti e feriti gravi che si registra tra gli  utenti vulnerabili della strada, quali ad esempio i conducenti di  motociclette e ciclomotori, i ciclisti e i pedoni, è elevato e in alcuni  Stati  europei  continua  ad  aumentare.  Nel  2008,  gli  utenti   vulnerabili  della  strada rappresentavano il 45% del totale dei morti  sulle strade e le statistiche mostrano che fino ad ora non hanno  ricevuto sufficiente attenzione. In Italia quasi 2 pedoni al giorno  perdono la vita. 
La   Comunicazione   della   Commissione    Europea   “Verso   uno   spazio   europeo   della sicurezza  stradale:   orientamenti  2011-2020  per  la  sicurezza  stradale”  evidenzia  come   la sicurezza stradale è una questione di importanza fondamentale per la  società. 
Nel   2009,   sulle   strade   dell’Unione   europea    sono   morte   più   di   35   000   persone (l’equivalente di una città  di medie dimensioni) e i feriti sono stati non meno di 1 500 000. Il  costo per la società è altissimo: nel 2009 ammontava a circa 130  miliardi di euro.
TEMI  
Gli  orientamenti  europei  per  la  sicurezza   stradale  nell'orizzonte  temporale  fino  al  2020 intendono definire  un quadro di governance generale e obiettivi ambiziosi che servano a  orientare le strategie nazionali o locali. 
In  Europa  nel  2008,   ciclisti  e  pedoni  rappresentavano  il  27%  dei  morti  sulle   strade  (e  il 47%  nelle  aree  urbane).  Per  molti  potenziali   ciclisti  i  rischi,  reali  o  percepiti,  legati  alla sicurezza  stradale rimangono un ostacolo determinante. Poiché i governi nazionali e  locali promuovono sempre più attivamente gli spostamenti in bicicletta e  a piedi, è necessario considerare  con  attenzione  crescente  le   questioni  legate  alla  sicurezza  stradale.  Alcuni utenti,   indipendentemente  dal  ruolo  nel  traffico  (pedone,  conducente,   passeggero),  sono per  loro  stessa  natura  "fragili",  ad  esempio   gli  anziani,  i  bambini,  i  disabili.  La  loro vulnerabilità risulta  particolarmente elevata nelle aree urbane.
La XX Conferenza Internazionale “VIVERE E CAMMINARE IN CITTÀ – la  sicurezza degli utenti deboli della strada” intende approfondire i  seguenti temi: 
1. “La sicurezza stradale come obiettivo della ricerca scientifica”  
La   sessione  vuole  essere  occasione  di  riflessione  sui  risultati   di  ricerca  conseguiti attraverso la partecipazione gruppi di lavoro  internazionali, nazionali (progetti di ricerca, programmi e azioni  comunitarie). 
2. “Metodi, strumenti e stato dell’arte della sicurezza stradale oggi”
La  sessione si propone di approfondire sia gli strumenti in uso per  migliorare le condizioni di  sicurezza  stradale  in  ambiente  urbano   che  i  metodi  innovativi  per  l’analisi  e  il monitoraggio della  sicurezza degli utenti deboli della strada. 
3. “Ambiente urbano e incidentalità: esperienze” 
La   sessione  vuole  approfondire  esperienze  e  buone  pratiche   finalizzate  alla  sicurezza stradale  degli  utenti  deboli  in   ambito  urbano,  approfondendo  anche  sotto  il  profilo quantitativo i  risultati conseguiti.
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Brescia è una città di ciclisti. Una ricerca condotta da Amici della Bici e Regione Lombardia, conferma la tendenza. In città quindici biciclette ogni cento automobili. In provincia gli «Amici» aprono sezioni a Pompiano e Borgosatollo.
A testimoniare la passione dei bresciani per le due ruote sostenibili sono i numeri in continuo aumento degli iscritti agli Amici della Bici, l'associazione ciclo-ambientalista fondata nel 1989 da Corrado Ponzanelli e presieduta da Giorgio Guzoni, che oggi ha aperto due nuove sedi distaccate a Borgosatollo e Pompiano. Secondo i dati di uno studio condotto in collaborazione con Regione Lombardia, sono oltre 20 mila i passaggi quotidiani di ciclisti che entrano ed escono da uno dei quattro punti di monitoraggio cittadini. In città la media è più che positiva, con il passaggio di 15 biciclette ogni 100 automobili. Se si considera che a Bolzano, la città più virtuosa d'Italia in fatto di biciclette, la percentuale è di 22 a 100, «ci si rende conto della grande e crescente passione dei bresciani per la bicicletta». Passione che in città trova una rete di strutture ad essa dedicate: prima fra tutte BiciMia, che solo nello stallo della Stazione ferroviaria ha media di 171 operazioni giornaliere in quattro ore di rilevazione, ma anche le decine di rastrelliere sparse in giro per la città e l'innovativa pensilina della Stazione che permette di parcheggiare il proprio mezzo in tutta sicurezza. Un modello comunque migliorabile. Specie nell'intermodalità tra la nuova metropolitana e le biciclette. Per gli Amici della Bici sarebbe sufficiente intervenire in tre direzioni: innanzitutto «lasciare libero l'accesso delle bici ai treni del Metrobus senza limitazioni orarie (al massimo mezz'ora durante l'orario di punta del mattino), ma anche istallare nuove postazioni di BiciMia all'interno dei quartieri, specie dove la distanza dalla prima fermata del Metrobus richiede 15 o 20 minuti di strada a piedi». A ciò andrebbero aggiunto "un ulteriore implemento delle rastrelliere vicino alle stazioni metropolitane, magari con la videosorveglianza". Oltre ai suggerimenti rivolti alle istituzioni, gli Amici della Bici per il 2013 propongono un calendario di eventi ricco di possibilità e calibrato sulle esigenze dei più allenati ma anche di chi non può e non vuole fare troppa fatica. Si va dalla gita alla scoperta delle superstiti mura bresciane e delle torri cittadine organizzata in collaborazione con gli Amici della Fondazione Civiltà Bresciana (17 marzo) al percorso Gimondi Bike e Montisola (28 aprile) fino alle più impegnative gite in Val Valeriana (26 maggio), Val Brembana (9 giugno) e Val Rendena 825 agosto). Il programma completo delle manifestazioni è consultabile sul sito www.amicidellabicibrescia.it. Tra le iniziative dell'associazione anche una raccolta fondi per sostenere il progetto della Fiab in aiuto ai terremotati dell'Emilia Romagna che prevede la realizzazione "di una pista ciclabile che unisca i comuni terremotati e si colleghi alla già esistente ciclopista del sole", ha ricordato il vicepresidente bresciano Gianni Busecchian. Ma non è tutto. Nelle scorse settimane gli Amici della Bici di Brescia hanno lanciato una nuova campagna per il recupero di tutte le biciclettine, seggiolini o carrellini che i bambini non utilizzano più e che, invece, se donati all'associazione "potranno essere riutilizzati dai figli e dai nipoti dei nostri associati".
Fonte: Elisabetta Bentivoglio di bresciaoggi.it
Maggiore attenzione all’ambiente da parte di tutti? Voglia di mettersi in forma? Mezzo più economico per eccellenza? Forse sì, sono tutti buoni motivi per cui gli italiani sempre più spesso scelgono di utilizzare la bicicletta, una rivoluzione nello stile di vita che segna l’inversione di rotta legato ai mezzi di trasporto.
Era dal Dopoguerra infatti che – merito anche del boom economico dell’epoca – le automobili rimanevano indiscutibilmente regine incontrastate delle vendite nella nostra Penisola. Gli ultimi dati disponibili (Censis) però hanno rivelato il cambiamento di rotta: 1.750.000 le biciclette vendute contro 1.748.143 di automobili immatricolate. Ma nello specifico come si comportano sulle strade e cosa ne pensano i cittadini della provincia lombarda che utilizzano le due ruote quotidianamente? L’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi dà la parola al popolo dei ciclisti bresciani.
Partiamo dalla scelta del modello: la più amata dai cidnei risulta la mountain bike (52%) economica, robusta e facile da usare sia in città che su strade più tortuose mentre al secondo posto troviamo, la city bike (35%) veloce e agile nel traffico urbano, al terzo posto troviamo l’indistruttibile bicicletta “del nonno” (11%), un classico intramontabile e sempre amato, come confermato dai dati: 200 mila restauri solo nel 2011 (Confindustria Ancma).
Capitolo sicurezza: strade cittadine ancora non sicure, lo dichiarano ben 7 bresciani su 10 (66%), questa la fotografia che emerge dall’Osservatorio Linear. I motivi principali? Il 24% dei ciclisti si lamenta dello stato delle strade, dissestate e prive di manutenzione, il 19% non si sente sicuro per via degli automobilisti, a loro avviso indisciplinati, l’8% si lamenta delle piste ciclabili, troppo poche o addirittura inesistenti. Ma la sicurezza deve essere anche proattiva, sebbene ben il 65% degli intervistati afferma di non utilizzare il caschetto ed un 37% confessa di segnalare la propria presenza sulle strade con le luci di posizione molto raramente.
Cosa non sopportano i ciclisti bresciani degli automobilisti: al primo posto il mancato utilizzo delle frecce di direzione (47%), un 41% invece indica l’apertura delle portiere senza curarsi della loro possibile presenza, per il 34% sono sempre nervosi alla guida e parcheggiano spesso in doppia fila (27%).
Cosa non sopportano gli automobilisti cidnei dei ciclisti: i gruppi di ciclisti che circolano anche in modo affiancato non va giù al 59% degli intervistati, i quali rinfacciano agli utilizzatori delle due ruote di non segnalare mai i cambi di direzione (40%) e la loro presenza sulle strade con le luci (27%). 
Fonte: giornaledibrescia.it
Federica Pizzuto - bresciaoggi.it
di Alessandra Troncana
vocidibrescia.corriere.it - 30 ottobre 2012
In città ormai lo sanno tutti, la bicicletta è tornata in voga, fa molto eco chic, allena i glutei e se non la sfoggi sei démodè. Questione di tempo e, probabilmente, le dedicheranno una kermesse, un dessert, un concorso di poesia e, perché no, una rassegna di film d'antan. Tutto molto bello, molto di moda, molto sostenibile, certo, finché non frantumi le rotule o prendi una portiera dritta sul naso, oltre a insulti d'ogni sorta e poco importa se sei una donzella, i parcheggiatori abusivi non guardano in faccia nessuno. Già, perché qui non siamo in Olanda, il Paese delle ciclabili testarde, belle, autoritarie. Qui siamo a Brescia. Una città che ha piste come quella di via Montesuello, un mozzicone di asfalto sgangherato trafitto da buche, motorini, auto che si accavallano, si moltiplicano, s'allargano e ci mancavano pure i Suv. Non è un percorso per ciclisti. E' un parcheggio abusivo, una toilette per cani, un eterno cantiere, una trappola per tacchi. Se vuoi affrontarla devi dibblare buche, cartelli, mamme parcheggiate in attesa che i pargoli escano dal Calini, a volte pure i furgoni di Brescia Trasporti. Per carità, io vengo da un paese, Orzinuovi, in cui con la bici puoi fare il padrone della strada. Andavo in scioltezza contromano, la parcheggiavo dove più mi pareva senza lucchetto (e non me l'hanno mai rubata), sfrecciavo anche quando il semaforo era rosso, la guidavo senza mani . Insomma, ero una selvaggia.
Quando mi sono trasferita in città, ovviamente, il registro è cambiato. Anzitutto mi hanno fregato la mia bellissima bicicletta rosso fuoco (un catorcio bohemien), ovviamente munita di lucchetto, dopo nemmeno una settimana. Poi, quando ne ho comprata un'altra, bruttissima, in modo da inibire ogni furfante (tanto non funziona), con una catena che neanche Ercole, ho rischiato la vita svariate volte. Spesso per colpa mia (sono pur sempre una ragazza di provincia, adattarsi alla città non è facile), altrettante volte per colpa delle buche o di qualche pazzo automobilista. Quando è uscita la notizia che biciclettare contromano è legale, purché si tratti di una strada ampia e non si superi i 30 km all'ora (è già tanto se vado a 10), ho stappato la bottiglia e mi sono data alla pazza gioia, insultando gli automobilisti che si stizzivano nel vedermi sfrecciare in senso opposto a quello di marcia. Finché non ho scoperto che la norma, a Brescia, è ancora al vaglio. Nel frattempo, il vicensidaco Rolfi ha promesso una nuova ciclabile, la Sant'Eufemia – Arnaldo, ciclostazioni in metro, nuove postazioni di Bicimia (il bike sharing sì che è stata una bella idea). Sarà. Intanto, vedrò di ripassarmi un po' di codice della strada, del resto ho già smesso di bruciare i semafori (pare che a un tizio abbiano persino dato una multa in corso Zanardelli perché è passato con il rosso a notte fonda). E continuo a sperare in una città senza più ciclabili sgangherate sparse qua e là, ma con delle piste in stile Olanda. Très chic.
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