Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Il giorno 30 maggio si è svolta la conferenza stampa per fare il punto della situazione sul bike sharing a Mestre e al Lido. Il bike sharing si conferma sempre di più uno strumento di supporto ad una mobilità sostenibile, contribuendo efficacemente al depotenziamento del traffico veicolare in terraferma. Ribadisco dunque la forte volontà condivisa dall’Amministrazione comunale e da Avm di potenziare e rilanciare il servizio». Si è aperta con queste parole dell’assessore comunale alla Mobilità, Ugo Bergamo. Sono intervenuti, oltre a Bergamo, il presidente di Avm, Giovanni Seno e il responsabile del Servizio Mobilità sostenibile, Roberto Di Bussolo. Il servizio di bike sharing, inaugurato a Mestre nel 2010, esteso al Lido e affidato ad Asm (oggi Avm) l’anno successivo, conta attualmente a Mestre 16 stazioni con circa 80 biciclette, e al Lido 2 stazioni con 15 biciclette. Lo scorso anno, come ha ricordato Giovanni Seno, il servizio ha visto una drastica riduzione del numero di biciclette a disposizione a causa di una raffica di furti e danneggiamenti, concentrati nei mesi a cavallo tra il 2012 e il 2013, che ha portato il parco bici da 80 a 30 unità, per un danno totale di circa 30mila euro. «Nonostante questo - ha continuato Seno - il servizio si conferma in crescita, registrando il 7% in più di utilizzo nei primi 5 mesi del 2013 rispetto all’anno precedente».
Per rilanciare e rafforzare il servizio sono in programma una serie di interventi che vanno dal contrasto ai furti, con l'installazione di un sistema di videosorveglianza nelle principali stazioni e di rilevatori GPS sulle biciclette elettriche che a breve saranno rese disponibili, all'incremento degli interventi settimanali di riposizionamento delle biciclette, dall'installazione di nuove stazioni al Lido, al potenziamento della flotta, per arrivare, a regime, a 100 bici a Mestre e 20 al Lido. Il piano di interventi prevede inoltre, entro un anno e mezzo, il potenziamento delle stazioni più utilizzate (Stazione, Circonvallazione, Piazzale Sicilia, Cialdini) e, fra due o tre anni, il posizionamento di nuove stazioni al Lido, Marghera e Mestre. Sono inoltre al vaglio dell'Amministrazione e di Avm alcune ipotesi di collaborazione con l'associazione albergatori per promuovere il bike sharing tra gli ospiti degli alberghi locali e la possibilità di utilizzare le stazioni e le biciclette stesse come veicoli per sponsor pubblicitari.
Fonte: nuovavenezia.gelocal.it
Un gruppo d'acquisto di Cremona punta su maxi-bici per portare i bambini a scuola, mentre una società privata fa sbarcare a Napoli un servizio di 'car sharing' con auto elettriche alimentate ad energia solare. Sono queste le prime idee che gareggiano in Italia nel concorso della Commissione europea "Un mondo come piace a te".
In provincia di Cremona, a Casalmaggiore, il gruppo di acquisto (Gas) di Gasalasco ha lanciato il progetto "100 bici per 100 famiglie", che punta a sostituire con una bici 'familiare' l'uso dell'automobile per gli spostamenti brevi, sia d'estate che d'inverno. Come? "Grazie all'acquisto di bici speciali molto gettonate in Olanda e Danimarca, che io già uso da quattro anni", spiega Giancarlo Simone, il promotore. Queste due ruote, munite di pedalata assistita, consentono di trasportare la spesa o fino a quattro bambini. Il costo è di circa duemila euro a bici, ma più persone partecipano più scende il prezzo, che include la spedizione e la cappottina del portapacchi in caso di pioggia. A Napoli invece a gareggiare è la società Nhp, che lancia il 12 aprile la fase pilota di "Bee", un servizio di 'bike sharing' e di 'car sharing' con auto elettriche per scorrazzare anche nelle zone a traffico limitato, senza i costi salati di manutenzione e assicurazione dell'auto. L'energia deriva principalmente dal fotovoltaico, un fattore in più per abbattere la CO2.
Fonte: Ansa
Da Santa Margherita Ligure a Paraggi, alla piazzetta di Portofino, a Camogli , ma anche Ruta e San Rocco. È il Tigullio che, con il nuovo servizio di bike sharing presentato in mattinata nella seicentesca Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, apre gli angoli più suggestivi dell’area Parco di Portofino a turisti e residenti in un modo nuovo: pedalando in bicicletta.
Con una sessantina di mezzi a due ruote a pedalata “assistita” da un motore elettrico e una decina di ciclo stazioni di posteggio dislocate nelle varie località e accessibili 24 ore su 24, il servizio Portofino Park&Bike nato su iniziativa dei comuni di Santa Margherita Ligure e Camogli e l’Ente Parco di Portofino che sarà inaugurato sabato prossimo, 23 marzo 2013, per l’assessore regionale Renata Briano “è una forma di mobilità sostenibile per il turismo all’aria aperta destinata in futuro a trovare seguaci anche negli altri parchi della Liguria. Portofino Park&Bike, ha aggiunto la Briano, è infatti una iniziativa di grande prestigio per tutto il comparto eco-turistico ligure”.
Il servizio, che partirà in modo sperimentale, è gratuito per la prima mezz’ora, con un costo di un euro all’ora per quelle successive, ma con una serie di convenienti abbonamenti settimanali, mensili anche per famiglie. Il progetto di bike sharing, gestito da Santa Progetti, costa circa 400 mila euro, di cui 300 mila frutto di un finanziamento del Ministero dell’Ambiente. Il sindaco di Santa Margherita Roberto De Marchi ha annunciato di aver fatto già la propria scelta: “Visto che una postazione sarà nella piazza del comune, userò la bicicletta come taxi”.
Dopo che il sindaco, nel 2009, donò l’auto blu al comune di Popoli, in provincia di Pescara, colpito dal terremoto dell’Abruzzo, nasce ora in Liguria la “bicicletta blu”.
Fonte: genova24.it
Andare in ufficio, a scuola, a fare la spesa, partire per le vacanze... Sono azioni che fanno parte del nostro quotidiano e che inevitabilmente ci pongono di fronte a scelte pratiche che hanno un più o meno rilevante impatto ambientale. Scegliere se utilizzare i mezzi pubblici piuttosto che l'auto privata, il treno piuttosto che l'aereo, il bike sharing o un veicolo elettrico, rappresentano una reale opportunità per fare la cosa giusta!
Il tema della mobilità sostenibile sarà al centro della decima edizione di Fa' la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Per la 10a edizione, che si svolgerà dal 15 al 17 Marzo 2013 in Fieramilanocity, Fa' la cosa giusta! affronterà in particolare il tema della Mobilità Sostenibile e lo farà proponendo contemporaneamente momenti di confronto culturale e di esperienza pratica. L'universo bici sarà rappresentato attraverso la presenza di produttori, associazioni di ciclisti e istituzioni. Ci sarà, in particolare, un focus su Bici e lavoro. Saranno allestiti due spazi che ospiteranno rispettivamente: una mostra di biciclette attrezzate per antichi mestieri e realtà che promuovono oggi nuove attività che hanno sempre come protagonista la bicicletta, dal corriere su due ruote al ciclo cargo per il trasporto di persone. Sarà una bella occasione per ripercorrere insieme il ruolo della bicicletta nell'esperienza lavorativa passata e presente. La presentazione dei risultati del lavoro di progettazione di un ciclo cargo, compiuto dagli studenti del corso di Product design dello IED di Milano. Quando si parla di mobilità sostenibile non può infine mancare la mobilità per eccellenza, cioè quella a piedi. Mobilità scelta per piccoli spostamenti quotidiani, ma anche per le vacanze e il tempo libero. Lo Spazio Percorsi coniugherà l'importanza delle scelte di sostenibilità ambientale della mobilità sostenibile, con il desiderio di turismo e di scoperta del mondo. Sarà una scoperta dei percorsi italiani e stranieri raccontata attraverso immagini, parole e spettacoli. Lo spazio sarà curato da Terre di mezzo Editore che definisce così la sua collana di punta: "Percorsi, non solo sentieri. Cammini che iniziano in un punto e finiscono in un altro, dove si può entrare e uscire per pochi giorni o per qualche settimana. Ma che, soprattutto, portano con sé un'idea, una storia, un'emozione". E per chi verrà a Fa' la cosa giusta! in bicicletta ci sarà un ampio parcheggio bici in esterna e perché no, anche la possibilità di imparare a riparare la propria bici partecipando a uno dei corsi della Ciclofficina!
Fonte: falacosagiusta.terre.it
Rubate le ultime 150, ne sono rimaste 10, ma sono rotte. Servizio sospeso Bando fermo per il nuovo appalto. Si aspetta l’ok dell’assessorato al Commercio.
Il bike sharing non esiste più. Le biciclette rimaste in circolazione sono una decina, ma sono danneggiate. Il progetto delle due ruote a noleggio era nato nel giugno 2008. Dopo cinque anni è tramontato. Definitivamente. Una speranza che rinasca c’è. Dipende tutto dal piano regolatore della pubblicità in mano all’assessorato capitolino alle Attività produttive. Il nuovo servizio, infatti, è legato alla concessione di 1.500 metri quadri di spazi pubblicitari alla ditta che vincerà la gara. Intanto, niente più biciclette a tempo. Fino a qualche mese fa, nonostante ne fossero rimaste, poche, si potevano ancora affittare. Adesso, invece, quelle in circolazione sono zero. Le 66 postazioni sono deserte. La metà si trova in Centro (32). Ognuna dovrebbe contare almeno una decina di mezzi. Ormai gli stalli sono utilizzati in altro modo. La gente li sfrutta, dove possibile, per parcheggiarci i motorini. Troviamo la stessa immagine desolante in piazza Venezia, in piazza del Parlamento, in piazza di Spagna, in via dei Prefetti. Niente bici. In piazza Colonna ce n’è una: inutilizzabile. Come quella in largo Argentina, rimasta senza sellino e senza ruota anteriore. I vandali ormai ci hanno preso l’abitudine. Da giugno 2009 a metà dei 2011 sono state rubate 450 bici. Il servizio a quella data era in ginocchio. A fine febbraio, ne sono state comprate altre 150. Per evitare altri furti, sono state dotate di un sistema di aggancio più sicuro. I ladri per un certo periodo hanno tirato i remi in barca. Poi sono tornati in azione. Prima hanno tolto tutto quello che potevano: campanelli, ruote, sellini. Infine sono riusciti a smontare l’ingranaggio che le bloccava al sostegno. Ed ecco che si arriva a oggi con il servizio sospeso. E pensare che il Campidoglio ha sborsato alcuni milioni di euro in questi anni. Nel 2009 Atac ne ha spesi 700mila e incassati 39. Nel 2010 il servizio è passato all’Agenzia per la mobilità. Sborsato mezzo milione, incassati 52mila euro. Stessa spesa nel 2011, entrate per 25mila euro. Il nuovo progetto prevede 80 postazioni. Il Tar, un anno fa, lo ha bocciato, perché nel bando deve essere specificata la dislocazione sul territorio degli impianti pubblicitari. L’Agenzia per la mobilità ha inviato una mappa all’Assessorato da approvare. Intanto, le bici sono sparite del tutto.
Fonte: Dario Martini de iltempo.it
Sono questi, infatti, alcuni dei requisiti del Bicycle Friendly Business (BFB), un programma dell'associazione statunitense League of American Bicycle (LAB) che riconosce gli sforzi dei datori di lavoro tesi a favorire l'uso della bicicletta per clienti e impiegati, premiando i progetti aziendali più bike friendly e fornendo assistenza tecnica per aiutare le aziende a diventare migliore per ciclisti.
Il BFB è una società, un'organizzazione o un'associazione senza scopo di lucro che promuove attivamente l'impiego della bicicletta per il trasporto, l'esercizio fisico e lo sport. Le aziende americane vincitrici, dall'oro al bronzo, passando per l'argento, tra cui figurano anche i colossi informatici Facebook, Apple r Hewlett Packard, nel 2012 sono state ben 71 (qui la lista completa).
"Siamo onorati di ricevere questo premio dalla League of American Bicycle - ha detto in una nota Jessica Herrera, responsabile dei trasporti di Facebook-. Nel corso degli anni, ci siamo concentrati per fornire ai nostri impiegati valide alternative di trasporto sostenibili e green, aiutando tutto il quartiere a fare lo stesso. Questi sforzi includono l'aver munito di biciclette gli impiegati, da usare dentro o fuori dal campus, l'aver contribuito al rifacimento del manto stradale delle arterie del quartiere per la sicurezza dei ciclisti della zona e l'aver permesso un servizio di riparazioni sul posto. Gli impiegati sono entusiasti dei nostri sforzi tesi, molti vengono al lavoro in bici, altri partecipano a iniziative come il "Bike to work Day". Siamo orgogliosi di sostenere queste iniziative".
Ispirandosi, quindi a questi esempi virtuosi e ai requisiti richiesti dal programma Bicycle Friendly Business, ecco 5 modi per rendere la vostra azienda più bike-friendly, con altrettante macroaree in cui operare:
1. Infrastruttura
Con la giusta infrastruttura, tra cui biciclette, rastrelliere, docce, armadietti e strade sicure, gli impiegati utilizzeranno con maggiore facilità la bici, inquinando meno, migliorando la loro salute e persino aumentando il rendimento sul posto di lavoro. Largo, quindi, alle flotte aziendali di due ruote, che rappresentano anche il modo più efficace per attraversare grandi campus, spostarsi nei trafficati centri urbani, consegnare velocemente pacchi in aree densamente popolate. Fondamentali, poi, parcheggio, docce e armadietti: questi servizi possono avere un peso fondamentale nella decisione di scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto.
2. Supporto operativo
Non basta avere grandi infrastrutture per centrare l'obiettivo: bisogna rendere sicuro e agevole l'uso della bici. Ciò include la pianificazione per l'assicurazione, l'uso del casco, il corretto utilizzo e una giusta manutenzione. Con una pianificazione accurata in anticipo, il programma funzionerà senza problemi e senza rischi eccessivi, né per l'azienda, né per gli impiegati. Inoltre, se si dispone di una flotta di bici, sarà necessario avere un piano per il servizio di riparazione.
3. Programmi motivazionali
Come per ogni buona iniziativa di sostenibilità, sarà necessario motivare e coinvolgere i dipendenti. In che modo? Soprattutto incentivandoli con premi aziendali per chi sceglie gli spostamenti in bicicletta. Ma anche organizzando eventi come il Bike-to-Work Day, o stabilendo convenzioni con negozi specualizzati (magari per l'acquisto di abbigliamento sportivo).
4. Educazione
Per istruire i dipendenti a un corretto e sicuro uso della bici, è possibile organizzare workshop e laboratori. Molto utile può essere anche la realizzazione di una sezione apposita sul sito aziendale dedicata alle informazioni interne per aderire al programma bike-friendly. Questo include suggerimenti per la sicurezza dei ciclisti, collegamenti a risorse esterne, mappe, strade, ecc.
5. Impegno a lungo termine
Purtroppo non tutti i programmi che iniziano bene riescono ad avere successo a lungo termine. Per scongiurare questo pericolo bisogna inserire la promozione della bicicletta tra gli obiettivi aziendale, imponendosi delle mete da raggiungere. Per esempio, l'obiettivo di Facebook di raggiungere il 50% di trasporto alternativo per gli spostamenti dei dipendenti spinge il colosso a un impegno a lungo termine anche sul fronte della bicicletta. È così che essere bike-friendly da una bella idea si è trasformato in un rassello fondamentale della strategia di business sostenibile.
Fonte: Greenbiz - Roberta Ragni
Provvedimenti anti-smog: la proposta del coordinamento Bike Pride
Le 5 pedonalizzazioni "shot".
Premessa
Sulla questione smog proponiamo un cambio di approccio al problema. Inquinamento, viabilità, trasporti e problemi di inefficienza del traffico, urbanistica e fruizione degli spazi pubblici ma anche sicurezza stradale fanno parte in modo organico dello stesso sistema: inutile ogni volta trattarli separatamente o a compartimenti stagni.
La proposta
In linea con le proposte dell'amministrazione e con la volontà dei cittadini proponiamo che vengano individuati 5 isolati con opportuni requisiti nelle zone centrali e limitrofe al centro da chiudere al traffico attraverso un intervento di pedonalizzazione parziale che chiamiamo "pedonalizzazione shot" (piccola, rapida, efficace).
Un modo per portare avanti interventi strutturali e lungimiranti ma con tempistiche d'urgenza, a basso costo e reversibili.
Un esempio.
1. Individuare 5 isolati di quartiere dotati di caratteristiche attraenti rispetto la pedonalità e la socialità (es. esercizi commerciali, di ristorazione, di ricreazione, ecc)
2. Chiudere un accesso alla via con elementi di arredo urbano (dissuasori, fioriere). Lasciare parzialmente libero l'accesso nella parte opposta (creando magari un effetto "portale" attraverso altre fioriere). Togliere i parcheggi.
3. Rendere più piacevole lo spazio con interventi di arredo (panchine, altre fioriere, rastrelliere per le biciclette). Complicare la possibilità di parcheggio abusivo (o si compromette l'esperimento).
4. Verificare l' "attratività sociale e commerciale" dell'isolato scelto dopo un periodo di prova. La chiusura alle auto e lo spazio riconsegnato alla pedonalità, nonostante la mancata riqualificazione totale, ha attratto movimento, passaggi, socialità, commercio?
5. Se la risposta è affermativa si procede con la pedonalizzazione totale e la posa del porfido (o altri materiali pregiati) secondo la disponibilità di fondi. Se la risposta è fortemente negativa la dismissione dell'area parzialmente pedonale non comporterebbe grandi sacrifici economici.
Perché questa proposta ?
Un metodo consolidato per ridurre il traffico (e i problemi legati ad esso) è arginare la fittizia scorrevolezza delle strade di quartiere. Il traffico ad alto scorrimento deve essere indirizzato verso le grandi arterie. L'utilizzo della viabilità di quartiere come scappatoia ai grandi corsi è deleterio per la vivibilità di zona e non comporta alcun beneficio alla residenzialità e al commercio. I piccoli isolati pedonali limitano questo uso improprio degli spazi e delle strade riconsegnando le aree ad un uso più sociale e intelligente .
Nel lungo, riduce il traffico complessivo (e quindi l'inquinamento) e induce a comportamenti più intelligenti/efficienti. A differenza di quanto si è portati a pensare, limitare gli spazi ad una forma di traffico non comporta uno spostamento del medesimo in altre aree ma, nel lungo termine, determina una diminuzione dello stesso derivante dal cambiamento di modello e di comportamenti relativo ai minori privilegi e alla minore disponibilità di spazio per esercitarli.
E' un provvedimento trasversale e democratico che può accontentare gli operatori del commercio e i residenti di zona.
E' un provvedimento strutturale e a basso costo che si può attuare in tempi rapidi. E' sufficiente un periodo di concertazione che permetta la scelta degli isolati (scelta che in parte può essere adeguata ai progetti già in stesura negli uffici dell'amministrazione).
E' un provvedimento reversibile. Se non funziona si torna indietro.
E' un provvedimento scalabile e migliorabile nel tempo a seconda delle risorse disponibili.
E' un provvedimento che non guarda solo alle soglie di pm10 ma più in generale alla qualità della vita.
Alcuni suggerimenti:
1. Via Roma, isolati fra Piazza Castello e Piazza San Carlo come già individuato dall'amministrazione (3 isolati)
2. Via Verdi da Via Roero di Cortanze a Via Giulia di Barolo (1 isolato). Tratto con poco traffico e alto numero di studenti e attività culturali, ricreative e di ristorazione.
3. Via Mazzini da Via Accademia Albertina a via San Massimo (1 isolato). Tratto di strada già in porfido con forte vocazione commerciale ma limitata da traffico e auto in sosta.
4. Via Baretti fra Largo Saluzzo e Via St. Anselmo (2 isolati). Area molto utilizzata a livello pedonale e sociale. Poco traffico e pochi posti auto da eliminare.
5. Via Principe Amedeo fra Via Delle Rosine e Via San Massimo. (1 isolato) Isolato di locali, con pista ciclabile e una forte presenza pedonale e con poco traffico.
6. Via Gaudenzio Ferrari (primo isolato tra via montebello e via st. Ottavio). A fianco della Mole Antonelliana, a differenza della parallela Via Verdi che attrae pedonalità e movimento, Via Ferrari si presenta quasi deserta, nonostante la posizione centralissima e i 5 locali commerciali.
7. Via Monferrato (isolato tra Via della Regina e Via ..). Angolo di alto pregio, costellato da numerose attività commerciali, sfrutta male la propria posizione e inclinazione, presentandosi come una strada gravata da parcheggi e traffico.
Fonte: biciebasta
In Italia la qualità dell'aria rimane un argomento scottante, spesso oggetto di contrasti all'interno delle amministrazioni cittadine, come emerso a Torino nei giorni scorsi, con i provvedimenti (bloccati) di restrizione al traffico. Secondo Legambiente, che ha diffuso ieri il dossier Mal'Aria2013, sono 51 le città, tra le 95 monitorate, che hanno infranto il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo di PM10, stabilito dalla legge. Alessandria, Frosinone, Cremona e Torino sono le prime maglie nere in classifica, rispettivamente con 123, 120 e 118 giorni di superamento. Una situazione in cui le scelte di mobilità promosse dall'Europa potrebbero incidere in maniera significativa sull'inquinamento e sulla gestione del traffico, che spesso paralizza per ore intere le arterie urbane.
Secondo i dati diffusi dalla Commissione in occasione del lancio della campagna Do the right mix , "percorrendo 3 chilometri in bici o a piedi, riduciamo di un chilo le emissioni di CO2". Inoltre, "un tragitto in bus occupa uno spazio in strada di venti volte inferiore rispetto allo stesso spostamento fatto in auto". Con benefici considerevoli anche dal punto di vista economico, sia per il singolo – che grazie all'intermodalità può risparmiare un pieno al mese – sia per la collettività, visto che "ogni chilometro percorso in auto costa alla città quasi un euro". Infine, non vanno trascurati i vantaggi diretti per la salute, soprattutto in Europa, dove il numero di anziani è in costante crescita: "Camminando in media mezz'ora al giorno, allunghiamo l'aspettativa di vita da due a nove anni, rafforziamo 200 muscoli e bruciamo tre chili di grasso all'anno".
L'unico progetto italiano ad essere stato finanziato – con una modesta somma di 7.000 euro – è MICS (Mobility Integration for Community Solutions), presentato da un gruppo di nove associazioni del quartiere torinese di San Salvario. La città dell'auto ha infatti tra i propri fiori all'occhiello un buon sistema di bike sharing e il servizio di car sharing migliore d'Italia, ma i dati sulla qualità dell'aria la inchiodano ai primi posti in tutte le classifiche: è terza in Italia per giorni di superamento della concentrazione massima di PM10 e, secondo l'Economist , è la città europea più inquinata, la nona a livello mondiale, prima di metropoli come Parigi e Mosca.
MICS potrebbe però cambiare le cose, a partire da un piccolo esperimento. L'idea alla base del progetto è infatti quella, spiega Mario Bellinzona di LaQUP (Laboratorio Qualità Urbana e Partecipazione), di trovare 20 cittadini che vogliano mutare le proprie abitudini di mobilità: "Cercheremo 20 persone del quartiere che per spostarsi usino prevalentemente l'auto e, dopo aver studiato le loro esigenze, proporremo dei cambiamenti. Sarà il primo caso di un servizio di mobility manager di quartiere". Il resto dovrebbe farlo il passaparola: "Diventeranno dei testimonial, che dicono agli altri: 'Noi ci abbiamo provato e ha funzionato'". Nel loro percorso verso la ricerca del giusto mix, i 20 partecipanti, sulla cui avventura sarà anche girato un video, troveranno, oltre al risparmio sul pieno di carburante, un ulteriore vantaggio economico: "Avranno a disposizione abbonamenti gratuiti per mezzi pubblici e bike sharing, in modo che possano sperimentare le diverse forme di mobilità alternativa senza impegni economici".
Veronica Ulivieri - La Stampa
Le nuove stazioni sono in corso Regina Margherita 91 angolo via Denina, in corso Castelfidardo all'angolo con corso Stati Uniti (ex OGR), in corso Novara di fronte al cimitero Munumentale, in via Nizza all'angolo con il cavalcaferrovia di corso Sommelier ed in corso Regina Margherita all'incrocio con corso Regio Parco.
Per informazioni:
Per quanto riguarda le tariffe , in analogia con altre città, la prima mezz'ora di utilizzo sarà gratuita; da 30 minuti a 60 minuti: 0,50 euro; da 1 ora 2 ore : 1 euro; da 2 a 4 ore: 2 euro per ciascuna ora. Oltre le 4 ore : 2,50 euro l'ora.
Il servizio sarà attivo tutti i giorni dalle ore 7 alle ore 22. Sarà prolungato fino alle ore 24 dal 16 aprile al 15 ottobre.
Gli abbonamenti e le relative tessere saranno rilasciati a partire dal 15 novembre prossimo ( nei giorni di lunedi, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle 12 ) presso il gazebo della Co.Pi.Sa in piazza Unità d'Italia.
Tutto è pronto dunque per lanciare anche a Livorno il nuovo servizio, già avviato con successo in numerose città italiane, che si offre come valida alternativa di mobilità sostenibile. Già installate le 4 stazioni dove è possibile prelevare e/o depositare la bicicletta prima e dopo il suo utilizzo ( piazza Cavour, piazza del Municipio, piazza Dante e piazza della Repubblica- Largo Cisternino) , già funzionanti i totem di gestione multifunzionale e le colonnine di parcheggio a cui saranno ancorate le 24 biciclette che al momento costituiscono il parco mezzi in dotazione per la città. A gestire il servizio di Bike Sharing sarà la ditta Eurimpiantistica (che si è aggiudicata l'appalto) per il primo anno, successivamente passerà alla stessa Co.Pi.Sa, come previsto nel contratto di gestione dei parcheggi.
Fonte: il tirreno
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.