Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Si è svolta ieri in città L’iniziativa “Avis in…Bici”, organizzata dalla locale sede dell’Avis diretta da Matteo Grillo, con lo scopo di far conoscere le varie attività legate alla donazione di sangue. Tante persone, uomini, donne e bambini con le loro biciclette sono partiti dalla sede situata presso l’ex ospedale Tommaso Russo, e hanno compiuto un percorso di 10 chilometri per le principali vie della città sfidando un caldo asfissiante e con la gioia di poter fare qualcosa di diverso invece di stare a casa. Il Presidente Vicario dell’Avis Giuseppe Raddato, in esclusiva per Lanotiziaweb.it ha raccontato come è andata puntando l’accento sulla necessità di fare del bene a chi sta peggio di noi: “L’obiettivo è di far conoscere ai cittadini quali sono le nostre attività da quelle ricreative, sportive ma soprattutto fare un’opera di sensibilizazzione. Sono ormai 4-5 anni che superiamo le mille donazioni, quest’anno siamo arrivati a 1.250, il plauso va a tutti coloro che partecipano a queste manifestazioni ma anche chi va a donare”. Va detto che c’è anche un gruppo sportivo che si chiama Ciclo Avis, formato da 35 corridori che partecipa alle più importanti manifestazioni in tutta la regione, sia raduni che gare per far capire l’importanza di aiutare il prossimo. Nuovo appuntamento è per domenica 23 giugno per la raccolta sangue, presso il centro trasfusioni dell’Ospedale Tatarella dalle 8.30 alle 12.30.
Fonte: lanotiziaweb.it
"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012
(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)
Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.
Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.
Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.
Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.
Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.
Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro
Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.
Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.
15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.
Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.
Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.
Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.
GLI AUTORI
Carlomaria Corradin, fotografo
42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.
Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it
Alberto Fiorin, cicloviaggiatore
52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it
Fonte: Fiab onlus
Folgorati da un sogno, attraversare mezzo mondo in bicicletta e giungere in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove tante associazioni di volontariato hanno realizzato strutture per migliorare la vita dei suoi abitanti. Diciotto persone, un viaggio esaltante un libro che, con le immagini e le parole racconta ciò che hanno vissuto, sentito, sperimentato.
"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012
(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)
Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.
Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.
Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.
Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.
Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.
Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro
Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.
Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.
15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.
Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.
Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.
Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.
GLI AUTORI
Carlomaria Corradin, fotografo
42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.
Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it
Alberto Fiorin, cicloviaggiatore
52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it
Fonte: Fiab onlus
Amina Begum ha 45 anni. Vive in un remoto villaggio del Bangladesh. Dal quale riesce a parlare via Skype con il marito lontano. Può farlo grazie alle info ladies, giovani donne che arrivano in bicicletta nelle zone più povere e sperdute del Paese, portando con sé laptop e connessioni Internet. Un importante servizio per le comunità abitate da famiglie di contadini in miseria, che possono così avere accesso alla Rete e acquisire informazioni su qualsiasi cosa.
SERVIZIO PER MIGLIAIA DI PERSONE
Sathi Akhtar ha ventinove anni. È una info lady, conosciuta da quelle parti come «Tattahakallayani». Ogni settimana pedala fino a Saghata, nel distretto di Gaibandha a 120 chilometri a nord della capitale Dacca. Come Sathi, dozzine di info ladies svolgono regolarmente un servizio per migliaia di persone, principalmente donne. Una attività quasi vitale in un Paese in cui solo cinque milioni su più di centocinquanta hanno accesso facilmente a Internet. L'«Info Ladies project», creato dal gruppo di sviluppo locale D.Net nel 2008, si aggiunge ad un altro importante finalizzato a diffondere l'uso del telefono cellulare in Bangladesh.
Fonte: corriere della sera
Diario di viaggio
"Che il sole sia con voi"... è l'augurio che abbiamo gradito di più. Sono le 11 di giovedì primo novembre...la ricorrenza non delle più allegre, ma noi siamo scaramantici e alla partenza, dopo due giorni ininterrotti di pioggia, c'è il sole. Partiamo sulle nostre biciclette alla volta di Mirandola per portare? Bicilette! E' il nostro modo di regalare sorrisi.
Questo viaggio, di gran lunga più breve rispetto ai nostri, questa volta ha uno scopo diverso: portare qualcosa che significhi tutto e niente ai bambini che hanno vissuto la paura del terremoto in un momento in cui invece la vita dovrebbe essere per loro solamente tranquillità e spensieratezza. L'idea è nata in un pomeriggio fra amici, uno di quelli in cui si parla del prossimo viaggio, della prossima meta in posti che incantano gli occhi. E se questa volta portassimo qualcosa invece che prendere? E se questa volta fossimo noi a dare anziché ricevere? Detto fatto, l'idea ha preso forma.
Partiti dalla stazione di Piacenza tocchiamo le terre verdiane per raggiungere Zibello, dove ci attende un altro compagno di viaggio: Giuseppe Galli, solo per caso, oltre che cicloviaggiatore, assessore allo sport di Zibello. La cena nella patria del culatello non può essere che a base di affettati e profumatissimi formaggi nel locale "La boutique delle carni e dei salumi" il cui titolare, ci dicono, è il produttore più bravo della bassa. E' un commento di parte, ma non facciamo fatica a crederci. Divoriamo tutto. Pernottiamo alla locanda Jolly e il mattino siamo pronti per sparire nella nebbia in direzione Guastalla.
Da queste parti la nebbia è di casa, tutto profuma di nebbia, "sai che i salumi qui sono più buoni proprio a causa della nebbia?" mi dice Alessandro, un mio compagno di viaggio. Non lo sapevo e mentre pedalo la mia mente costruisce immagini di cantine pervase di prosciutti e odore di nebbia. Il freddo non è ancora troppo freddo, passatemi la ripetizione, ma è di quello che si attacca alle ossa, almeno fino a quando, da uno strappo nel cielo, appare il sole e improvvisa su Guastalla. Lungo l'argine del Po, arriviamo all'ostello, quattro casette in legno su strutture anti-piena. Una doccia calda è d'obbligo, come la cena, e il sonno che cresce insieme alla notte.
Il mattino seguente la nebbia ha lasciato il posto a qualche nuvola. Continuiamo a pedalare in direzione Mirandola, questa volta sulla provinciale parallela al Po. Arriviamo a Reggiolo, uno dei paesi danneggiati dal terremoto. Chiediamo informazioni da un uomo che indossa la divisa della protezione civile. E' incuriosito dalla nostra numerosa e strana presenza: il passaggio dei cicloviaggiatori con le loro bici cariche, desta sempre curiosità e di solito la domanda è "da dove venite?". Questa volta, forse perché trainiamo sui carrelli
tre biciclette, forse perché da quelle parti, passato il rumore della notizia è curioso vedere viaggiatori, ci chiede "dove andate?" Ci piace raccontare, non senza un po' d'orgoglio, il nostro intento. C'invita a passare oltre le transenne che delimitano le macerie dalla strada.
Il palazzo comunale è notevolmente danneggiato. Mario Bertazzoni, così si chiama, è il presidente della protezione civile di San Venerio. Pochi secondi e arriva anche il sindaco, Barbara Bernardelli. Con loro visitiamo l'antico palazzo del municipio. All'ingresso, tra ponteggi e
travi di sostegno, una tavola di legno precaria, come il resto, ricorda che "l'importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo....". Sorrido, perché mai come adesso mi trovo d'accordo.
La loro accoglienza e la loro gentilezza sono quasi imbarazzanti, avrei voluto avere anche per loro qualcosa da portare, ma questa sensazione rende tutti noi ancora più orgogliosi del piccolo gesto che stiamo portando a termine. Ci offrono il caffè e ci lasciano il permesso di entrare e percorre in bicicletta la via centrale del paese. Questa volta ci accompagna Domenico Andreoli un ragazzo del posto. Con la sua in bici e la mano in tasca ci accompagna a comprare un bullone e qualche camera d'aria...anche le buone intenzioni forano! Anche qui la gentilezza e l'altruismo mi lasciano di stucco: il proprietario Alberto Soprani saputo il motivo del nostro viaggio non ci lascia pagare. Anche questo mi riempie d'orgoglio e un po' di rammarico per non aver portato anche qua un segno.Attraversiamo il paese. Ci fa una certa impressione vedere il centro chiuso e transennato e la gente carica di speranza e voglia di rifare e rifarsi.
Riprendiamo il nostro viaggio, e cominciamo a vedere i cartelli stradali che ci indicano Mirandola. Man mano che diminuiscono i chilometri verso la meta, cresce il silenzio tra noi, come se stessimo per entrare in una zona sacra. Il tempo di una foto ricordo sotto il cartello "Mirandola", poi via verso la scuola, ora anche sede del Comune. Ora non saprei spiegarvi, ma tra la contentezza di
consegnare le biciclette e la malinconia del viaggio terminato con i compagni, c'è una strana sensazione.
Ci accolgono Lara Cavicchioli, assessore ai servizi alla persona del Comune di Mirandola e Gino Mantovani, presidente dell'associazione sportiva "Folgore". Siamo contenti di vederli contenti. Montiamo le biciclette e le consegniamo. "sarà difficile scegliere quali bambini si meritano di più questo bellissimo regalo" ci dice Gino Mantovani "per questo non le consegneremo adesso, ma in occasione di una manifestazione che si terrà in dicembre. Le biciclette potranno così essere assegnate ai tre bambini che si saranno distinti di più in ambito
scolastico, sportivo e comportamentale". L'assessore ci offre un gradito ristoro. Dopo un brindisi e una foto di gruppo, ci salutiamo.
Prima di percorrere i trenta chilometri che ci separano dalla stazione di Modena per prendere il treno e tornare a casa, percorriamo il centro per dare un ultimo sguardo a ciò che ha lasciato il terremoto. Mentre torniamo verso casa ripenso al cartello visto il mattino nel palazzo di
Reggiolo. La frase continuava: "bisogna fare piccole cose con grande amore". La nostra "cosa" è sicuramente piccola, ma fino a qui non ci hanno portato le nostra gambe ma i nostri cuori.
Un doveroso ringraziamento agli sponsor che hanno contribuito ad acquistare le biciclette: "La Orsi Bike", il circolo arci Tuxedo, l'associazione "Misericordia", Kc Industrie s.r.l., e l'associazione Run & Bike. E un grazie di cuore ai compagni di viaggio che hanno condiviso con me questa bella esperienza: Marzia, Giuseppe G., Giuseppe C., Silvano, Emilio, Tommaso, Alessandro, Daniele.
Fonte: Piacenza Sera
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.