Il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure inaugura una nuova mostra, interamente dedicata al mondo delle due ruote, e lo farà giovedì 13 ottobre, giornata in cui si corre Gran Piemonte, classica che prenderà il via da Piasco (CN) per concludersi proprio a Novi Ligure dopo 199 chilometri.
La mostra, che verrà inaugurata subito dopo l’arrivo della gara (ore 16,00 circa) e rimarrà aperta fino al prossimo 8 gennaio, sarà allestita nella navata centrale del Museo, accanto alla pista che mostra l’evoluzione delle due ruote attraverso l’esposizione permanente di bici storiche. Si tratta di “Bicinvetrina”, una straordinaria anteprima sulle biciclette da strada che le più importanti case produttrici proporranno nel 2012; tra queste, a disposizione per tutti gli appassionati, saranno presenti anche i modelli in carbonio dell’ultima generazione presentati nelle fiere di Milano, Colonia e Padova 2011.
A questa vetrina dell’eccellenza ciclistica saranno presenti le principali aziende italiane: Bianchi, Bmc, Bottecchia, Casati, Colnago, Fondriest, Giant Italia, Hbm, Finotti, Marchisio, Olmo, Pinarello, Rodman, Tommasini, Torpado, Viner, Wilier Triestina. Ci sarà spazio anche per accessori e abbigliamento con le ultime novità proposte da aziende leader del settore: Las Helmets, Rudino Gruppo, Bee 1.
La manifestazione è stata realizzata grazie all’iniziativa e alla disponibilità del Comitato di Promozione delle attività del Museo che, riunitosi a dicembre 2010, ha steso un programma di attività, tra cui proprio quella di aggiornare le sale del Museo con le proposte del 2012 per i ciclisti agonisti e amatori.
Orari di apertura: venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10-19
Biglietti: € 7,00 intero; € 4,00 ridotto
Info: 0143 322634 (Museo); 0143 72585 (Informazione e Accoglienza Turistica); Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.comune.noviligure.al.it
Fonte Museodeicampionissimi
Venet vidi bici. Una caccia al tesoro in Veneto
Autore: Luca Colognato
Prezzo: € 6.50
Pagine: 144
Editore: La Spiga Languages
Il libro racconta di Chiara e Giancarlo che sono cugini ma non si conoscono. Costretti a trascorrere alcuni
giorni insieme, si trovano semplicemente detestabili l'un l'altra. Per fortuna, il
padre di Chiara ha preparato per loro una sfida, un gioco in cui dovranno fare squadra
e raccogliere gli elementi per vincere un'avvincente caccia al tesoro i cui indizi sono disseminati in tutte le città del Veneto.
Una caccia al tesoro per i capoluoghi di provincia del Veneto può essere un altro modo
per avvicinare i ragazzi allo studio della geografia, permettendo loro di ritrovare i luoghi
del romanzo nelle pagine del libro di testo o durante una gita di famiglia. Dal Polesine alle
Dolomiti sfilano davanti al lettore monumenti, territori, abitudini e tradizioni.
I temi...proposti dal libro sono la collaborazione per raggiungere un obiettivo comune, la ricerca
e l'esplorazione.
Monique van der Vorst indossa la maglia della nazionale olandese, un caschetto protettivo arancione e giallo e degli occhiali scuri. Guida una bicicletta speciale. Con le mani spinge sui pedali, mentre le gambe restano immobili, paralizzate, all'interno dello strano contenitore incassato fra le tre ruote. «La mia culla da velocità», l'ha ribattezzato lei. È concentrata, orientata al compito, le labbra leggermente socchiuse di chi ha bisogno di mandare molta aria ai polmoni. Vuole l'oro. Non è mai scesa in pista per niente di meno. Prenderà l'argento. Due. Ringrazierà facendo un inchino e sorridendo, come sempre. «Un giorno straordinario». Lo sono tutti per lei. Ha deciso così quando la vita le è crollata addosso. Aveva tredici anni e si era fatta male a un'anca. «Una piccola operazione e ti rimettiamo a posto», le avevano detto i medici. Andò diversamente.
Sotto i ferri la sua gamba sinistra cominciò a perdere sensibilità e a gonfiarsi fino ad arrivare alla paralisi. I medici dissero che era «inspiegabile». E tanto meno furono in grado di giustificare il fatto che anche la gamba destra, dopo poco tempo, aveva fatto la stessa fine. Monique si ritrovò in carrozzina. «Mi bastano le mani per diventare un'atleta». È così che è arrivata a Pechino, dopo avere vinto sei titoli europei e tre campionati del mondo. «Non sono poi così male, no?».
Foto scattata giovedì 24 novembre 2011. Sempre Monique. La bicicletta da corsa questa volta è normale. Lei ha gli stessi capelli biondi, gli stessi occhiali scuri e la stessa maglietta bianca e arancione. Tiene le mani sul manubrio, questa volta, e le gambe sui pedali. Sono muscolose, disegnate bene, forti. E le hanno consentito di conquistarsi un posto tra le undici componenti della nazionale olandese «normodotati», è così che scrivono i giornali di Amsterdam. L'hanno convocata la settimana scorsa dopo averla vista correre per quasi un anno per la sua squadra, la Dutch Rabobank. «Volevo vincere le Paralimpiadi di Londra. Visto che non posso più partecipare cercherò di vincere alle Olimpiadi del 2016». Con la potenza di quegli arti inferiori che per tredici anni sono stati solo pupi senza fili. «In fondo ho barato. Non avendoli usati è come se li avessi mantenuti più giovani». Boato. Le compagne prima applaudono, poi l'abbracciano. È impossibile non rimanere rapiti da una così. Il portavoce del team, Luuc Elsenga per spiegare come la van der Vorst sia diventata una delle migliori cicliste del Paese è ricorso alla stessa espressione utilizzata dai medici un anno fa, quando, qualche giorno dopo un incidente, Monique si è alzata in piedi e si è messa a camminare. «Un miracolo». Mai le parole hanno avuto un senso più preciso.
Servono altri tasselli per rimettere a posto questa storia con più curve e salite del Tour de France. Gli incidenti, intanto. Complessivamente sono stati tre. Il primo quello sotto i ferri, il secondo pochi mesi prima dei Giochi di Pechino. Una macchina le finì addosso mentre si stava allenando e le spostò due vertebre, provocando uno schiacciamento che la lasciò immobile dalla vita in giù. «Mi feci forza pensando che un po' più in alto o un po' più in basso in fondo non c'era differenza». Dopo gli argenti cinesi Monique, che oggi ha 27 anni, aveva giurato a se stessa che in Inghilterra sarebbe salita sul gradino più alto del podio. «Volevo sentire l'inno». Probabilmente ce l'avrebbe fatta, se non fosse stato per l'incidente numero tre, capitato nel 2010. «Un'altra auto. Mi ha buttato fuori strada». Sarebbe agghiacciante se non ci fosse il lieto fine. «Quando mi hanno portato all'ospedale ho cominciato a sentire un formicolio alle gambe. Una sensazione nuova, grandiosa. Dopo un po' ero in piedi».
È possibile - ma nessuno lo sa davvero se è andata così - che l'ennesimo colpo le abbia tolto pressione dalla spina dorsale. «I medici hanno usato di nuovo quella parola: miracolo. Io da quell'istante non faccio altro che godermi ogni secondo. E naturalmente mi sono rimessa in bici. Quella vera». Quanti sono quelli che si rifiutano di adeguarsi a un mondo senza terra promessa, senza vittorie né sconfitte, in cui la ricerca, e persino l'impazienza sono diventate inutili una volta per tutte? «Non chiedetelo a me. Non ci ho mai creduto agli orizzonti piatti. Io sono un'atleta vera: nella testa e nell'anima».
Fonte LaStampa.it
Fonte: www.trentinomtb.com
Nel 2012 la cosiddetta «Corona delle Delizie», vale a dire le residenze di Venaria, Rivoli, Stupinigi, Moncalieri, Villa della Regina e il Castello del Valentino, saranno collegate da un unico grande percorso di piste ciclabili. Un itinerario di 90 chilometri, per la gioia dei corridori di professione, ma anche dei pedalatori della domenica, che connetterà gli splendidi siti del turismo mediante ciclopiste, ciclo-strade, greenways e passaggi rurali. Quasi tutte le vie sono già esistenti e asfaltate (pochissimi gli sterrati), qualcuna in fase di miglioramento. L'obiettivo della Regione, ente promotore del progetto «Residenze Reali in bicicletta», in collaborazione con la Provincia e i molti Comuni interessati, è di arrivare all'inizio della bella stagione a completare il tracciato. Con tanto di cartellonistica, attrezzature e mappe, a far da guida a questa avventura di cultura e sport.
Michele Coppola, l'assessore regionale alla Cultura dice: "Il circuito della Corona delle Delizie è una nostra eccellenza. E' il momento giusto per valorizzare il patrimonio di storia e architettura piemontese, trasformandolo in un marchio capace di attirare turisti dall'Italia e dall'estero".
Elena Di Bella, dirigente del Turismo della Provincia, risponde: "I fasti di Italia 150 sono finiti, e a Torino tocca riscoprire i suoi gioielli. Tempo di percorrenza? Due giorni, viaggiando con calma e godendosi il paesaggio, . Meglio delle scorrazzate per le ville romane, più competitivi dei tour alla conquista dei romantici «Châteaux» della Loira. Le risorse naturalistiche e il sistema storico-artistico invoglieranno senz'altro i ciclo-turisti, «soprattutto tedeschi e del Nord Europa, che già organizzano autonomamente tour alle nostre Regge», racconta Gabriele Del Carlo, dell'Associazione Muovi Equilibri, per la promozione della bicicletta".
Dal 2012, il lungo giro delle Delizie sarà inserito tra i pacchetti venduti da Turismo Torino. Chissà che, dopo la Turin Marathon e le molte gare di corsa, non spunti prima o poi un «Corona delle Delizie Tour». In sella, ovviamente.
Fonte LaStampa.it
Trecentosessantacinque giorni in bici. Consigli per il ciclista
Autore: Carlo Favot
Prezzo: € 12,50
Pagine: 432
Editore: Ediciclo
Nelle pagine del libro-agenda oltre al normale spazio dove annotare appuntamenti, ricorrenze e altri promemoria, è presente una tabella dove il ciclista potrà registrare le caratteristiche principali delle sue escursioni (itinerario percorso, lunghezza in chilometri, media oraria, ecc.). Potrà così conservare memoria delle piccole e grandi imprese compiute ogni giorno in sella alla bici.