Lunedì, 05 Agosto 2013 08:48

Stelvio Bike 2013

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La Stelvio Bike è una delle più suggestive manifestazioni che attraversano la leggendaria strada del Passo dello Stelvio, un itinerario per chi è appassionato di cicloturismo Trentino. La gara vede i partecipanti pedalare nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, lungo strade che per l’occasione resteranno chiuse al traffico. I ciclisti devono attraversare 48 impegnativitornanti fino a raggiungere, appunto, Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri. La Stelvio bike 2013 si terrà sabato 31 agosto e darà la possibilità a migliaia di appassionati di ciclismo e cicloturismo, di pedalare in tutta sicurezza sui tornanti che hanno reso famoso il valico alpino fra Lombardia ed Alto Adige.

Fonte: www.passostelvio.com

Venerdì, 02 Agosto 2013 08:13

Pesaro promuove la bicipolitana

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La Bicipolitana è una metropolitana in superficie, dove le rotaie sono i percorsi ciclabili e le carrozze sono le biciclette. Lo schema utilizzato è quello delle metropolitane di tutto il mondo. Vi sono delle linee (gialla, rossa, verde, arancione….) che collegano diverse zone della città, permettendoti uno spostamento rapido, con zero spesa, zero inquinamento, zero stress. Al momento la “Bicipolitana”, il progetto che trasformerà l’intera città e collegherà, grazie a piste ciclabili, i quartieri e le zone periferiche tra di loro e con il centro, comprende il tratto che porta da Piazzale Cinelli (zona ospedale San Salvatore) a Baia Flaminia o viceversa, passando per via Canale, il Ponte del Foglia e Lungofoglia delle Nazioni. C’è poi tutto il tratto del lungomare che inizia da viale Napoli, va verso viale Trieste fino a raggiungere Fossosejore, il tutto costeggiando la spiaggia e ammirando così il mare. Sono, inoltre, presenti diverse piste ciclabili che collegano i quartieri periferici alle centralità cittadine come, ad esempio, l'itinerario che collega il parco Miralfiore al quartiere di Villa San Martino attraverso le vie Respighi e via Togliatti, la pista ciclabile che costeggia via Belgioioso e via Trometta vari percorsi presenti al'interno dei quartieri Celletta e Villa Fastiggi. La bicipolitana, in fase di completamento, ha attualmente un'estensione di circa 72 chilometri. Il progetto finale prevede circa duecento chilometri di percorsi che valgono investimenti per 26 milioni di euro. Altri interventi riguardano i una serie di parcheggi scambiatori, il pagamento delle soste nelle strisce blu oltre al biglietto e all’abbonamento del trasporto pubblico cittadino ed extraurbano tramite lo smartphone e, in accordo con Società Autostrade, in compensazione ai lavori della terza corsia, la realizzazione di altre opere che incideranno positivamente sulla mobilità urbana a vantaggio delle quattro ruote.

Fonte: Comune di Pesaro

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Per cambiare profondamente il volto di una città basta un numero magico (il numero 30). E non ci vogliono nemmeno troppi soldi. A Parigi, per esempio, con soli 2,6 milioni di euro di stanziamenti, l’amministrazione di Bertrand Delanoe ha messo a punto un piano rivoluzionario. Un format esportabile in qualunque città europea (Italia compresa): dal prossimo settembre su 560 km di rete stradale il limite massimo di velocità consentito alle automobili sarà di 30 Km/h (il 37% delle strade cittadine). Il nuovo piano “La rue en partage” (“la strada in condivisione”, ndr ) non dovrebbe essere un dramma, eppure le questioni della mobilità urbana provocano sempre accesi dibattiti politici e sociologici. Anche a Parigi. Per semplificare, da una parte ciclisti che rischiano la vita e dall’altra adepti del culto motorista sempre più rancorosi e su di giri. E dire che in nessuna metropoli europea la media di chilometri percorsi da un’auto ingolfata nel traffico si avvicina al numero magico: ovunque la bicicletta è il mezzo più veloce per spostarsi nelle aree urbane. A Parigi questo limite verrà fissato in una trentina di quartieri, che vanno ad aggiungersi ad altre 74 zone della città dove la velocità è già regolata in questo modo. Ma non c’è limite al meglio: nella capitale francese sono già attive 23 “zone di incontro” dove le auto non possono superare i 20 Km/h; qui pedoni e ciclisti sono padroni della strada, e le automobili sono “avvisate” da strisce bianche perpendicolari alla carreggiata formate da piccoli rettangoli tipo pixel, una via di mezzo tra segnaletica e arte di strada, un modo poco invasivo per invitare gli automobilisti a rallentare.

L’obiettivo di questo programma che per noi sembra lunare è piuttosto semplice, invitare gli automobilisti a scegliere il mezzo di trasporto più semplice e moderno del mondo: la bicicletta. E a rispettare le due ruote: i ciclisti, nelle zone 30, potranno anche “bruciare” il semaforo rosso per svoltare a destra. Di questo passo, le automobili a Parigi diventeranno un mezzo di trasporto in via d’estinzione, e del resto lo confermano le statistiche: già ora il 60% degli spostamenti si fa a piedi, il 27% con i trasporti pubblici, il 7% in automobile e il 4% in bicicletta. Percentuali impensabili per l’Italia, il paese europeo più in ritardo rispetto allo sviluppo della ciclabilità e alla cultura della mobilità alternativa. Londra, per esempio, giusto per non restare indietro rispetto a Parigi, sta pensando di estendere l’attuale percentuale di zone 30 (oggi circa il 19% delle strade urbane) a quasi tutta la città – rimarrebbero escluse solo le arterie ad alto scorrimento. Possibile? Per Isabel Dedring, responsabile dei trasporti londinesi, non ci sarebbero problemi: «Andrà a finire come capitò con il divieto di fumo nei locali, nessuno lo riteneva possibile fino a quando non è successo».

Bisognerà solo convincere i distretti, ma già alcuni hanno imposto i 20 miglia all’ora in tutte le strade, con risultati molto soddisfacenti e dunque contagiosi. A Monaco, altra città virtuosa, sono così visionari che entro il 2025 puntano ad avere la quota di spostamenti in automobile al di sotto del 20% nelle zone centrali (taxi compresi). Lo ha annunciato Hep Monatzeder, vicesindaco della città dove ha sede la Bmw – provate adesso ad immaginare il sindaco di Torino Piero Fassino e la Fiat di Marchionne. Monaco, per raggiungere l’obiettivo, solo nell’ultimo anno ha già stanziato 10 milioni di euro per la ciclabilità. In Italia (2.556 ciclisti morti negli ultimi dieci anni), sull’onda di un’evidenza che ha trasformato la bicicletta nello strumento più efficace per praticare più che sognare un mondo diverso, soprattutto nelle città, anche la politica si è dovuta accorgere che qualcosa si sta muovendo. Con ritardo e inconcludenza imbarazzanti. A parte i sindaci volonterosi che ci deliziano con improbabili pedalate propagandistiche, diverse associazioni hanno presentato una proposta di legge proprio per introdurre il limite dei 30 Km/h nei centri urbani (già sottoscritta da circa sessanta deputati di tutti gli schieramenti).

L’obiettivo della Rete della Mobilità Nuova, seppure meritevole, dice a che punto siamo rispetto alle esperienze europee: obbligare i sindaci, entro due anni, a far scendere gli spostamenti motorizzati con mezzi privati almeno sotto al 50%. Un’impresa disperata visto che la quasi totalità delle risorse per la mobilità vengono destinate all’alta velocità e alla rete autostradale, anche se le lunghe distanze assorbono meno del 3% degli spostamenti di persone e merci. Eppure, nonostante l’ottusità del sistema, in Italia le campagne di sensibilizzazione per sostenere il limite di velocità di 30 km/h si stanno moltiplicando con diverse iniziative dal basso. Il rischio però è che per un difetto di comunicazione non si riesca a far comprendere la portata di un semplice provvedimento che nelle nostre città sarebbe a dir poco storico, se non irrinunciabile: qui non ci sono in gioco solo i diritti (o le pretese) di qualche scanzonato cittadino che vuole liberarsi dalle automobili per pedalare in santa pace. C’è ben altro.

Proviamo a mettere tra parentesi – anche se è impossibile – lo studio approfondito appena realizzato dall’Istituto dei Tumori di Milano che ha dimostrato una stretta relazione tra l’inquinamento e il rischio di tumori al polmone (300 mila le persone testate, 36 i centri europei coinvolti). È stato misurato l’inquinamento dovuto alle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) causato in gran parte all’emissione dei motori a scoppio e agli impianti di riscaldamento. La conclusione è drammatica: per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo presenti nell’aria, aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Sono cifre da ecatombe, questo tipo di tumore rappresenta la prima causa di morte nei paesi industrializzati, e solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. Non bisognerebbe aggiungere altro per imporsi l’obiettivo di rottamare il mezzo di trasporto più mortifero, ma torniamo al limite dei 30 Km/h per entrare nello specifico dei tanti benefici per tutti. Automobilisti compresi. Prima di tutto si abbasserebbe la mortalità. In Europa, tumori a parte, ogni anno muoiono 35.000 persone a causa di incidenti stradali (un milione e mezzo rimangono ferite). L’Italia contribuisce alla statistica con 5 mila morti all’anno (e 300 mila feriti): quasi un quarto delle vittime sono pedoni e ciclisti. Tutta colpa della velocità? Sì.

Come dimostra uno studio londinese, quasi tutti gli incidenti che hanno ucciso ciclisti sono avvenuti in strade con un limite fissato a un minimo di 48 Km/h. I dati sui pedoni sono inconfutabili: se un’automobile investe una persona a 65 Km/h la uccide nel 90% dei casi, a 50 Km/h nel 20% dei casi, a 30 Km/h nel 3% dei casi. Data per scontata la maggior vivibilità delle strade con l’istituzione delle “zone 30″ – cosa di per sé gradevole ma che per alcuni potrebbe non essere prioritaria – va sottolineata anche la considerevole riduzione dei costi sanitari a fronte di una diminuzione dei sinistri (il Pil annuale perso a causa degli incidenti viene valutato attorno al 2%). Inoltre, la riduzione della velocità, come dimostrano alcuni studi effettuati ad Amburgo, farebbe diminuire dal 10 al 30% l’emissione di gas inquinanti. Sul banco degli imputati ci sono gli automobilisti che si ostinano a guidare in città, eppure il numero magico funzionerebbe anche per loro: consumerebbero meno carburante (12% secondo una ricerca tedesca) e anche loro morirebbero con minor frequenza.

Fonte: comune info; il manifesto (articolo pubblicato anche su eddyburg.it).

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L'itinerario cicloturistico delle Residenze Sabaude "Corona di Delizie in Bicicletta" nasce dall'idea di congiungere questo importante sistema architettonico che nel 1997 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio dell'umanità con un percorso in bicicletta, facendo uso di ciclopiste, ciclostrade, greenways e strade rurali tutte già esistenti o in fase di realizzazione, secondo i piani di comuni, Provincia e Regione. Brevi sono i tratti di raccordo ma questo lavoro di ricucitura si è rivelato assai complesso perchè sono ben 15 le amministrazioni comunali coinvolte. Ne è scaturito un itinerario principale di oltre 90 Km a cui se ne aggiungono altri che costituiscono le varianti storiche che raggiungono i castelli di Moncalieri, Rivoli, La Mandria, Stupinigi, Palazzo Reale nonchè Castelvecchio, Abbadia di Stura, Villa della Regina e la tranvia di Superga che porta alla Basilica. La ricerca si è ispirata alla mappa Rabbini di metà ottocento ma l'attenzione ad ottenere un percorso sicuro e gradevole è prevalso, privilegiando l'ambiente e la tranquillità. La sicurezza intrinseca è stato il vero principio ispiratore. Alta sicurezza e basso livello di decibel fanno sì che ne possano godere i ciclisti pedalatori medi e le famiglie che amano spostarsi in bicicletta. Le notevoli innovazioni ed attenzioni al patrimonio storico ed artistico di Torino, fanno di questa città un polo di interesse turistico destinato a crescere. Il turismo in bicicletta semplifica gli spostamenti e ne aumenta la suggestione poichè annulla gli spazi vuoti che intercorrono tra un luogo di interesse ed il successivo. L'asse est del percorso è costituito dalla splendida ciclopista del Po che ha rarissime intersezioni con le strade veicolari e raggiunge in connessione numerevoli parchi fluviali. Un "uniqum" di preziosa bellezza ingentilita dalla vicinanza del fiume. Raggiunto il Parco del Meisino, solo qualche centinaio di metri ci separa dalla stazione di partenza della tranvia Sassi-Superga, la cui Basilica è raggiungibile, in meno di mezz'ora, assai comodamente. La variante storica dell'Abbadia di Stura, un'abbazia millenaria trascurata nei secoli, ci farà scoprire la curiosa realtà locale di Bertolla col suo museo dei lavandai e un possibile luogo di relax: i laghetti di Falchera da riqualificare. Riqualificazione conclusa con successo nel neonato parco Mezzaluna, che è Oasi di Cantababbio, a Settimo, primo tassello di una variegata successione di aree verdi che sono accomunate nel nome di "tangenziale verde", che vedrà il suo completamento nel 2010 e che si estende dalla fascia fluviale del Po fino a quella della Stura. Il complesso architettonico della cascina di Santa Cristina a Borgaro, ingloba al suo interno un castello seicentesco, punto di riferimento dell'epoca per battute di caccia e feste di corte. Oggi necessita di impegnativi restauri che le ridarebbero il giusto decoro. Un primo tentativo è stato la ricostruzione della peschiera. Ci si avvicina alla Stura di Lanzo per poi attraversarla utilizzando la pista ciclabile realizzata sul ponte della nuova circonvallazione Venaria-Borgaro (SP501). Sull'altra sponda, ci accoglie il centro storico di Venaria Reale, recentemente riqualificato. La Reggia, ispiratrice con spirito emulativo della francese Versaille, e i suoi giardini sono ormai splendidamente restaurati. E' questa la residenza che completa l'intera Corona di Delizie a questa augusta città di Torino, come recita la citazione di Amedeo di Castellamonte, quando ne progetta la costruzione nel 1672. Mentre una variante storica si addentra nel Parco Regionale della Mandria, nel quale sorge il castello che fece la residenza a Vittorio Emanuele II e alla bella Rosin, il percorso prosegue nel pre-parco per poi congiungersi a ridosso del centro storico di Druento. La valorizzazione dei centri storici dei siti di interesse ci porta al Santuario di San Pancrazio a Pianezza, ricca di storia ed attenta all'ambiente. Infatti la recente realizzazione della ciclabile sulla Dora Riparia la mette in collegamento con Collegno con un tratto molto suggestivo e dalle prospettive paesaggistiche inusuali. A Collegno, attraversato il centro storico, incontriamo l'imponente complesso architettonico della Certosa Reale, poi trasformata in Regio Manicomio, e che oggi ha tutte le carte in regola per essere un polo di attrazione turistica. Il progetto di "Corona di Delizie in Bicicletta" presta anche attenzione all'intermodalità treno-bici, tradizionalmente usata dall'associazione Bici & Dintorni durante le escursioni. L'itinerario si interseca con la ferrovia oltre che a Collegno anche a Moncalieri, Settimo, Borgaro, Venaria e, naturalmente, a Torino. Superato Grugliasco e l'ennesimo rinnovato centro storico, ci dirigiamo verso Rivoli sempre percorrendo tranquille strade e ciclopiste. E se avessimo bisogno di ospitalità ci verrebbero in soccorso gli innumerevoli hotel che incontriamo cammin facendo. In posizione dominante sul centro storico di Rivoli, ricco di testimonianze medioevali quali la casa del Conte Verde, si erge il Castello, meta di grande interesse turistico-culturale per la presenza al suo interno del Museo di Arte Contemporanea. Ancora una strada secondaria ci fa giungere a Rivalta, nel cui centro storico l'amministrazione comunale ha acquisito il castello degli Orsini per destinarlo ad uso di pubblica utilità. Poco più a sud iniziano le piste ciclabili che corrono lungo l'asta fluviale del Sangone, valido esempio di percorsi qualitativamente davvero a livello europeo e che hanno sanato situazioni di degrado che perduravano da tempo. L'avvenieristica passerella di Beinasco, dalle forme molto ardite, mette in collegamento la sponda fluviale al centro storico della cittadina. Da questa prospettiva inconsueta, sull'altra sponda del Sangone, si scorge il castello del Drosso che ci ricorda i tempi del primo insediamento dei monaci dell'Abbazia di Staffarda, quasi mille anni fa. Sovrastata dalla statua di un cervo dalle corna ramificate, la palazzina di Stupinigi ci riporta inequivocabilmente alla grande passione dei Savoia per la caccia, con battute che si svolgevano nelle vaste zone boschive all'intorno tuttora percorribili anche in bicicletta. Poco distante, un precedente castello si affianca alla palazzina. Si presenta come una costruzione medioevale con quattro torri merlate ed un cortile interno. Ecco poi, davanti a noi, un nuovo sito storico: il Mausoleo della Bella Rosin che sorge proprio sul luogo dove un tempo si ergeva maestoso il castello di Miraflores, e che ci ricorda la contessa Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II a cui il mausoleo è dedicato quale luogo di degna sepoltura. Al termine del torrente Sangone si estende una vasta area verde che segna il confine tra i comuni di Torino e Moncalieri: il Parco delle Vallere che ospita la sede del Parco Fluviale del Po. Moncalieri, poco oltre, fu scelta per un'altra sontuosa residenza reale anch'essa in posizione dominante sul suo suggestivo borgo storico. Riprendendo il fiume Po, si incontrano gli imbarcaderi ai quali fanno scalo i battelli Valentino e Valentina che solcano il fiume accompagnando i turisti diretti nel centro città. Il museo dell'automobile ci ricorda che Torino è la capitale dell'auto e la sua industria ha occupato per tanti anni una larga parte della popolazione. Ancora sul fiume Po incontriamo l'ultima delizia, ma prima in ordine di costruzione: il castello del Valentino, il cui vicino Palazzo Reale è fulcro di tutto il sistema delle residenze reali. Oggi è sede della facoltà di architettura ma un tempo il castello era il luogo privilegiato per assistere alle battaglie navali che si organizzavano sul fiume per il divertimento di corte. Oltre il margine nord del parco che lo contorna, incontriamo nuovamente la bellissima piazza Vittorio Veneto, resa ancor più aulica dalla recente risistemazione che l'ha liberata dalle auto che occupavano tutta la sua superficie. Uno sguardo ancora alla collina con la chiesa della Gran Madre e sullo sfondo la Villa della Regina che ci ricorda la cosiddetta montagna di Torino, luogo prediletto della nobiltà che amava dilettarsi in ozi all'ombra delle vigne. La Corona di Delizie si chiude trasmettendoci una serenità d'altri tempi: dalla carrozza a cavalli al cavallo d'acciaio, si evolve il mezzo per spostarsi ma il fascino rimane immutato.

Fonte: www.lastampa.it www.peveradasnc.it

Giovedì, 01 Agosto 2013 09:23

Turi in bici 2013

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L’associazione 5&9 MTB Bikers Turi, anche per il 2013 ha organizzato l’evento “Turi in bici”. L’evento nasce per affrontare in maniera diversa il gran caldo e incentivare la gente ad utilizzare la bici come alternativa all’auto nel rispetto dell’ambiente. Una carovana di gente si è precipitata per non mancare al primo via dell’estate. Nonni, bambini, intere famiglie in sella alle loro bici con la gioia di pedalare in compagnia di tanta gente che come loro approfittano di questa iniziativa per spolverare quel mezzo che, un po’ per mancanza di tempo, un po’ perché la macchina è sempre più veloce, ma soprattutto perché la pigrizia rende tutti più comodoni, diventa un bel ricordo da annoverare quasi con nostalgia. Tutti erano presi dalla guida del loro mezzo, ma nello stesso tempo non si poteva rimanere sorpresi dalle novità che il paese e le sue strade, offriva. Al passaggio della carovana tra le vie, attirava l’attenzione di tutti coloro che, seduti a tavola per cenare e sdraiati sulle loro poltrone a guardare la tv, accorrevano sui balconi o si affacciavano alle finestre incuriositi ed un po’ insospettiti per questo insolito corteo di “biciamatori” che quasi come se fossero ad una festa salutavano tutto e tutti con i loro assordanti campanelli. Immancabile giro nelle periferie, mettendo sotto torchio la resistenza dei partecipanti, affrontando qualche salita un po’ impegnativa, ma la ciliegina sulla torta è stata indubbiamente la visita al meraviglioso centro storico di Turi che sembrava quasi fiero di mostrarsi ai suoi cittadini in tutto il suo splendore antico. Una capatina anche all’oratorio ed infine raduno nuovamente in piazza municipio, dove Pierino ed i suoi amici del 5&9 hanno ringraziato tutti i partecipanti, dando appuntamento al prossimo raduno.

Fonte: www.turiweb.it

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Mercoledì 31 Luglio da Piazza San Pietro a Roma prende il via la prima parte del Pellegrinaggio intitolato “D2, Due Donne – Day by Day”.
Gaia Ferrara e Silvia Colesanti, due amiche legate da una comune lunga storia di scoutismo, di volontariato e sporattutto da un grande amore per la bicicletta, seguiranno la Via Francigena del Sud attraverso il Lazio, la Campania e la Puglia dove visiteranno i Santuari di San Giovanni Rotondo e di Monte Santangelo sul Gargano ed infine Otranto o, se ci riusciranno, Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca.
Gaia e Silvia riprenderemo poi le biciclette a Dicembre, quando concluderanno il cammino lungo le strade della Terra Santa, nei luoghi della vita e della predicazione di Gesù, per andare a celebrare il Natale nei luoghi Santi di Gerusalemme e Betlemme.
Il progetto prevede, oltre al pellegrinaggio in bicicletta, altri aspetti:
Day By Day:  Una storia costruita giorno per giorno. Un racconto quotidiano su cosa accade da seguire su Facebook alla pagina “D2#daromaagerusalemme” e su un Blog a breve on line attraverso il quale raccontare le giornate "a due ruote" ed gli incontri lungo la strada.
Da donna a Donna: Viaggio di incontro e di dialogo, durante il quale Gaia e Silvia andranno alla ricerca di storie di donne da raccontare e testimoniare.
Mosaico di Donne: Riunire insieme i racconti raccolti in un mosaico, una bandiera, uno stendardo. Un riquadro per ogni storia da portare, in simbolica offerta, in Terra Santa.
Donne per Donne: un progetto di solidarietà che parte dal loro essere donatrici di sangue, testimoni di questa importante forma di partecipazione ed impegno sociale, e che potrà proseguire in una raccolta di fondi da portare ad una associazione di donne in Israele.
Per maggiori info.:
www.facebook.com/D2daromaagerusalemme?fref=ts

Fonte: Ansa

Giovedì, 01 Agosto 2013 08:48

Puglia. Natura in bici

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Oggi parte il progetto “Natura in Bici” grazie alla collaborazione tra Riserve Naturali Regionali Orientate del Litorale Tarantino Orientale e le associazioni Apulia Activa A.S.D. e il Gallo Verde. 

“Natura in Bici” ha lo scopo di promuovere una mobilità alternativa per esplorare i territori compresi tra Manduria, le Riserve Naturali e il litorale jonico. Si può raggiungere la Masseria Marina a San Pietro in Bevagna con la propria auto o con il servizio di trasporto pubblico che parte con cadenza oraria da Manduria e San Pietro e noleggiare la bicicletta, direttamente in Masseria, pagando un piccolo contributo; un prezzo speciale e un piccolo omaggio per i più piccoli (noleggio a partire dai 10 anni).

Il servizio di noleggio è disponibile tutti i Martedì e Giovedì del mese di Agosto (9.30-13.00 e 16.30-20.00); le Associazioni Apulia Activa e Gallo Verde hanno in serbo diversi laboratori e degustazioni per intrattenere grandi e piccini a conclusione di queste giornate.

Un servizio di guida, sui diversi itinerari che raggiungono aree di particolare interesse storico-culturale e naturalistico, è disponibile su prenotazione chiamando il 335.6490571 e 327.2903112. In particolare, le cicloescursioni hanno come destinazione il Bosco dei Cuturi, la Salina dei Monaci, Torre Colimena, la Palude del Conte, Torre Borraco, le più belle spiagge del litorale, l’itinerario dei Trulli e degli ulivi secolari, la foce del Fiume Chidro e le sue gelide acque.

Manduria “questa perfetta sconosciuta” è un luogo di sole, mare e vento sulla pelle, di storia, arte e cultura negli occhi e nelle parole, è un luogo ricco di tradizioni conservate nella memoria e nelle mani di chi c’è stato e di chi difende questo meraviglioso “posto nel mondo”. Noi ci mettiamo l’esperienza, l’affidabilità, la voglia e la passione a voi non resta che lasciarci il cuore.

Fonte: beautifulpuglia.com

Martedì, 03 Settembre 2013 08:57

La Valle dell'Ombrone: trekking e bici

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Boschi e fiumi, centri storici e monumenti isolati rendono la valle meritevole di una visita attenta. Dal punto di vista naturalistico, la zona più interessante coincide con le Riserve Naturali del Farma e del Basso Merse, al confine tra le Provincie di Grosseto e di Siena, che includono boschi di cerro e roverella e una ricca macchia mediterranea. Sulle due rive dell'Ombrone il paesaggio diventa più dolce e alterna i campi coltivati ai boschi, agli incolti e ai filari di cipressi che ricordano la vicina Val d'Orcia. Una fitta macchia mediterranea riveste le colline di Sticciano, Batignano e Roselle, affacciate sulla pianura di Grosseto. Tra i numerosi centri storici meritano una visita Casal di Pari, Pari, Civitella Marittima, Paganico, Campagnatico, Sasso d'Ombrone, Batignano e Sticciano. La città etrusca e romana di Roselle è tra le più importanti della Toscana. Alle Terme di Petriolo ci si può collegare con i sentieri della Provincia di Siena, al castello del Belagaio si incontrano quelli del Trekking Roccastrada, a Cinigiano e Castiglioncello Bandini ci si collega con i percorsi dell'Amiata.Da Paganico a Campagnatico
Percorso a cavallo e in bicicletta - 8 kmSulla destra orografica dell'Ombrone, questo percorso su strade sterrate conduce dalle mura medievali di Paganico al borgo di Campagnatico. Da Casal di Pari al Castello del Belagaio
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 9 kmUn piacevole percorso che segue 2 km di strada asfaltata che poi più avanti diventa sterrata. Da Casal di Pari si va a ovest e si costeggia il Poggio dei Leccioni e il Poggio al Perello, entrando poi nella Riserva Naturale del Farma. Una discesa precede l'arrivo al Castello del Belagaio, raggiunto da due itinerari del Trekking Roccastrada. Da Casal di Pari a Pari e alle Terme di Petriolo 
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 9 kmUn percorso a semicerchio verso la valle del Merse, che inizia a Casal di Pari, tocca il centro storico di Pari e si conclude alle Terme di Petriolo, che conserva parte delle mura quattrocentesche. Si può proseguire sui sentieri della Provincia di Siena verso Monticiano, Montalcino o Buonconvento.Da Pari a Monte Antico    
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 11 kmL'itinerario si svolge a saliscendi fino al Poggio di Nanni, poi scende alle campagne sulla destra orografica dell'Ombrone e le percorre fino alla chiesa e al castello di Monte Antico. E' possibile compiere un anello di 3,5 km intorno alla collina di Monte Antico. Da Batignano a Sticciano
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 10 kmUn bell'itinerario sulle colline tra la Valle dell'Ombrone e le bonifiche della valle della Bruna. Raggiunto in salita il Convento si scende verso il Fosso Michelaccio, poi si risale al Poggio Valdidonna e a Sticciano. Da Sticciano a Montorsaio  
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 9 kmAnalogo ma più solitario del precedente, attraversa i boschi e la macchia mediterranea ai piedi del Poggio Leoni e raggiunge la strada sterrata e Montorsaio. Da un bivio si può piegare a destra raggiungendo in 3,5 km Batignano. Da Paganico a Montorsaio
Percorso in bicicletta - 9 kmUna scorrevole strada tra boschi e campi, asfaltata fino a una grande cava e poi sterrata, permette di salire dalle rive dell'Ombrone al panoramico borgo di Montorsaio. Da Sasso d'Ombrone a Monte Cucco   
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 12 kmUn piacevole percorso sulle colline della sinistra orografica dell'Ombrone, che tocca Poggi, prosegue a mezza costa e raggiunge in salita il borgo di Monte Cucco. Si può completare l'escursione con un anello di 3,5 km a sud di Monte Cucco. L'anello di Cinigiano e Castiglioncello Bandini   
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 21 kmUn lungo anello in buona parte su strade sterrate, sulle colline ai piedi del versante occidentale del Monte Amiata. Dirigendosi a nord verso la Porrone a il Poggio Campi Bui, si torna poi a sud su un ampio crinale incrociando la strada da Cinigiano a Monticello Amiata. Al ritorno si attraversa la valle del torrente Melacce. I Sentieri di Monticello Amiata
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 14 kmVari itinerari permettono di esplorare le colline ai piedi del versante occidentale dell'Amiata. Si può scegliere tra un anello a nord del paese (3,5 km), il sentiero che attraversa la valle del Torrente Zancono e raggiunge Montelaterone (3,5 km) e quello che aggira il Poggio Materaio e raggiunge Salaiola (7 km complessivi).

Fonte: Provincia di Grosseto

Martedì, 03 Settembre 2013 08:17

In bici al Parco Nazionale del Circeo

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Il percorso di oggi ci porta a scoprire i dintorni del Parco Nazionale del Circeo in provincia di Latina. Dalle case di Borgo Grappa, raggiungibili facilmente da Sabaudia e da Latina, si incomincia a pedalare seguendo le indicazioni per il mare. Dal bivio che scavalca le acque del rio Martino si mantiene la destra dove sono ormeggiate numerose imbarcazioni. Arrivati al mare si segue la strada costiera che inizia il percorso tra il litorale e il lago di Fogliano. In questa zona potrete facilmente vedere centinaia di cormorani che sostano sui paletti o sorvolano l’area. Costeggiando l’ultimo lembo di lago lungo la strada si piega a destra per passare sull’altra sponda. Si continua a pedalare portandosi lontano dalla riva del mare. Tornati sulla litoranea, la si percorre per circa 12 km superando Borgo Grappa fino a raggiungere la deviazione sulla destra in corrispondenza della cantoniera Capo d’Omo. Poco prima del mare e di una doppia curva si costeggia la zona umida dei Pantani dell’Inferno dove si possono effettuare gli avvistamenti ornitologici più interessanti dell’intero Parco del Circeo. Raggiunta la costa si supera sulla destra lo sbarramento per le auto e si comincia a pedalare in completa tranquillità sulla duna, tra cespugli di ginepro e le trame verdi dei fichi degli Ottentotti. Sulla destra il lago di Caprolace offre ancora la possibilità di fare birdwatching. La parte finale del percorso si sviluppa lungo il piccolo lago dei Monaci. La strada supera nuovamente lo sbarramento per le auto e piega a destra dove, seguendo il rio Martino si torna al ponte chiudendo l’anello a Borgo Grappa.

Fonte: www.parcocirceo.it

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Il sindaco di Roma Ignazio Marino è stato intervistato per il progetto Radio Bici, facendo un giro in tandem nel centro storico della città (sotto la pioggia). Marino, parlando di mobilità sostenibile, ha dichiarato che entro due anni vorrebbe riuscire a togliere dalle strade di Roma almeno il 20 per cento delle automobili e ha rivolto un messaggio al suo collega di Milano, Giuliano Pisapia.

Fonte: www.ilpost.it