
Dalmazia Dalmazia. Viaggio sentimentale da Trieste alle Bocche di Cattaro
Autore: Emilio Rigatti
Prezzo:  												€ 16,00
Numero di pagine: 208
Editore: Ediciclieditore
Da Trieste al Montenegro, lasciandosi l'Adriatico a destra. Una pedalata  sullo sfondo di un mare blu, tra rocce e boschi, respirando odori  marini e montani, di malghe e di spiagge. Un viaggio emozionante tra  ricordi di famiglia, isole galleggianti e città di pietra. Incontri  inaspettati con pescatori, viaggiatori e gente del posto. Un lungo sogno  sotto gli occhi di quei leoni della bandiera zaratina, che tanta  simpatia ispiravano al Rigatti bambino, davanti alla quale la sua  famiglia intonava l'inno Dalmazia, Dalmazia!
Irlanda gentile. Humour e avventure a pedali di un eccentrico gentleman inglese
Autore: Edward Enfield
Prezzo:  												€ 18,00
Numero di pagine: 208
Editore: Ediciclieditore
Edward Enfield pedala lungo la costa irlandese, incantato da costruzioni preistoriche, regioni selvagge, coste a strapiombo sul mare... e cercando di scappare da padrone di casa che insistono a volergli lavare i vestiti. Ci accompagna in una suggestiva passeggiata in bicicletta lungo la costa ovest, abbuffandosi con le enormi colazioni e le cene a base di pesce fresco e fermandosi a chiacchierare con tagliatori di torba e pescatori, eccentrici turisti e celebri organizzatori di matrimoni. Con il suo particolare umorismo, capacità di osservazione e senso dell'assurdo, viaggia lungo le più belle zone dell'Irlanda, dai laghi di Killarney fino agli idilliaci paesaggi di Joyce, dai dolmen di Clare fino ai deserti e alle rovine neolitiche di Mayo.
Nel mezzo del Camino di Santiago. In bicicletta verso Compostella tra viadanti e pellegrini
Autore: Natalino Russo
Prezzo: € 16,50
Numero di pagine: 208
Editore: Edicicloeditore
Da Saint-Jean Pied-de-Port, al piede del versante francese dei Pirenei,  fino a Santiago de Compostela, in Galizia. È il Camino Francés, il più  noto degli itinerari che costituiscono la rete dei Cammini di Santiago.
Natalino Russo si mescola con le grandi folle di camminatori, pedalatori  e altri viaggiatori che si incamminano sulla via di Santiago. Inforca  la sua bici e parte, da giornalista e per lo più laico, per andare a  vedere, per capire le ragioni che spingono oltre 120.000 pellegrini  all'anno a intraprendere 800 km di Cammino. Per comprendere, pedalando,  anche un po' se stesso.
Gli incontri fatti lungo la strada gli  riveleranno che la maggior parte  dei pellegrini parte per ragioni che nulla hanno a che fare con la  religione codificata, ma ognuno si porta dentro la propria personale  spiritualità. Contano molto di più la natura, i paesaggi, gli incontri,  la possibilità di viaggiare a piedi o in bicicletta nel cuore  dell'Europa, in un modo che è impossibile altrove. Chi torna da questo  viaggio resta impressionato proprio dalla quantità di gente conosciuta,  dai chilometri fatti quasi senza rendersene conto, dalle infinite lande  attraversate come in ipnosi, ognuno per proprio conto eppure tutti  insieme. Il racconto è corredato da: inserto fotografico a colori, cartine dell'itinerario, informazioni pratiche per chi vuole seguire le tracce dell'autore.
Prendo la bici e vado in Australia. Da Brescia a Melbourne alla ricerca della felicità
Autore: Francesco Gusmeri
Prezzo: € 16,50
Numero di pagine: 240
Editore. Ediciclieditore
Cosa porta un ragazzo di trentasei anni a mollare tutto per fare un viaggio "contro"? A partire in sella alla propria bici dalla sonnolenta provincia lombarda alla volta dell'Australia, meta temuta e amata? Il viaggio di Gusmeri rappresenta una cesura netta tra il nostro modo di vivere usuale (una casa, un lavoro, il solito tran tran) e il piantare la tenda nel bush australiano o nelle steppe dell'Asia; consiste in una rottura con il rassicurante ambiente familiare per entrare nella solitudine del viaggiatore in dialogo con se stesso; racconta la ribellione contro l'appiattimento e l'omologazione sociale e culturale del nostro Paese. Dopo aver lavorato e risparmiato per cinque anni, l'autore di questo viaggio ha dato sostanza e seguito a uno di quei sogni che perlopiù rimangono nei nostri cassetti senza mai realizzarsi. Alla fine della linea tracciata sulle carte geografiche dai copertoni della mountain bike di Gusmeri forse non c'è la felicità tanto sognata, magari torna anzi la voglia di tornare a casa. Il problema è che dopo qualche tempo, quando si è fatto un viaggio del genere si avrà di nuovo voglia di scappare. "Quelli che viaggiano finiscono per diventare un po' spiantati" scrive l'autore. L'incontro di Francesco con Giorgio Bettinelli, autore Feltrinelli di In Vespa da Roma a Saigon, in Cina – scomparirà prematuramente solo pochi mesi dopo – e tante altre persone che hanno fatto del viaggio la loro quotidianità ha confermato la sua convinzione; non saranno le avversità atmosferiche, le meschinità degli uomini, la fatica di prendere la strada ogni giorno a far passare la voglia di partire a un viaggiatore. Il racconto è corredato da un inserto fotografico a colori e da una cartina generale ell'itinerario.
La meta è Atene, là dove si addensa quel retaggio di cultura e di mito  che ha fatto noi Occidentali, e più dentro ancora nel mito la  destinazione è Maratona, là dove duemilacinquecento anni fa si è decisa  la nostra
 differenza dagli altri. Per arrivarci devi costeggiare quell’Adriatico  che è così vicino all’Italia ma che per tanti versi è altro mondo.
 Curiosa ambivalenza per cui il mare unisce ma al di là continua a  esserci deserto, guerra, strade bianche e rocce calcinate. La guerra dei  Balcani non è così lontana e se guardi bene una terra ne trovi ovunque.  E poi c’è l’Albania, che è Occidente ma è ancora percepita dai più come  pericolosa, arretrata, fuori dal tempo, decisamente ignota. È questa  idea che ha fatto partire Paolo Venti, l’idea di arrivare alla patria  sognata della classicità attraversando la barbarie moderna o quella che  spesso viene identificata come tale. Per poi scoprire che avvicinandosi  alle cose le differenze sfumano, senza bisogno di retorica o buonismo.  La bicicletta obbliga a stare accanto alla gente, soprattutto se si  viaggia con una tendina da quattro soldi, se si dorme negli orti o in  qualche stradina poco frequentata, se sudati di pedali si incontra gente  sudata di lavoro e si finisce a bere birra come se ci si conoscesse da  sempre. Senza sapere una parola della loro lingua, con la sensazione di  avere così tanto in comune da potersi capire bene a gesti e pacche sulle  spalle. Viaggiare così è girare nel tempo, dalla Tirana di Hoxha  all’Atene di Pericle, dall’Itaca di Ulisse al ponte di Mostar bombardato  e ricostruito.