Venerdì, 03 Febbraio 2012 20:46

Le borse da bicicletta di Po Campo

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Guardate cosa ho scovato oggi per voi, una delle borse più strane ma allo stesso tempo più creative che abbia visto nell’ultimo periodo. Si tratta delle borse da bicicletta di Po Campo, un marchio di Chicago creato da due ragazze, Emily e Maria, che amavano andare in bicicletta ma non riuscivano a trovare la borsa adatta per scorrazzare in giro per la città. E allora invece di cercarla hanno deciso di realizzare con le proprie mani due differenti modelli di borse, la Handlebar Bag e la Rack Bag, che possono comodamente essere fissate al manubrio o al portapacchi della vostra bicicletta.

Fonte: bags.stylosophy

Venerdì, 03 Febbraio 2012 20:46

Le borse da bicicletta di Po Campo

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Guardate cosa ho scovato oggi per voi, una delle borse più strane ma allo stesso tempo più creative che abbia visto nell’ultimo periodo. Si tratta delle borse da bicicletta di Po Campo, un marchio di Chicago creato da due ragazze, Emily e Maria, che amavano andare in bicicletta ma non riuscivano a trovare la borsa adatta per scorrazzare in giro per la città. E allora invece di cercarla hanno deciso di realizzare con le proprie mani due differenti modelli di borse, la Handlebar Bag e la Rack Bag, che possono comodamente essere fissate al manubrio o al portapacchi della vostra bicicletta.

Fonte: bags.stylosophy

Domenica, 05 Febbraio 2012 12:40

La Bosnia su due ruote

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Un viaggio in bicicletta attraverso la Bosnia-Erzegovina, una terra dagli accesi contrasti, ricca di cultura, di storia e di paesaggi sorprendenti.
Venerdì 3 febbraio alle ore 21.00 presso la sede delle Acli in via Speri della Chiesa 9 a Varese a raccontare quest’esperienza sarà Fabio Masotti, autore del libro “Sarajevo ti entra nel cuore” (Ediciclo editore). L’incontro è organizzato da Fiab-Ciclocittà e Ipsia, l’Organizzazione Non Governativa promossa dalle Acli e da tempo impegnata in quei territori con progetti di cooperazione.
Fabio Masotti, cicloviaggiatore, docente, direttore dell’Istituto storico della Resistenza senese ed esponente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, descriverà il viaggio intrapreso sulle orme dell’amico pacifista e ambientalista Alex Langer per capire ciò che resta della Bosnia dopo la guerra che ha segnato pochi anni fa una delle pagine più nere dell’Occidente.
Per Fiab-Ciclocittà l’appuntamento di venerdì è il primo di un breve ciclo che coinvolgerà nei prossimi mesi altri autori che hanno scritto della bicicletta come mezzo per conoscere storie, popoli e culture diverse.

Fonte: varesenews

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Matteo Tricarico il 42enne agente di promozione e guida turistica originario di Manfredonia, ieri nella sede dell’associazione Occhi Felici di Manfredonia, ha presentato la seconda tappa del viaggio in bici per il mondo. L’obiettivo è quello di portare alla conoscenza dei cittadini le condizioni e le problematiche dei diversamente abili – dice Tricarico – Il progetto si avvale della collaborazione in partenariato di 14 associazioni mondiali, alle quali spetta la gestione di scuole e centri per bambini con disabilità. Non nascondo che ho utilizzato e continuerò ad utilizzare l’ìmpresa sportiva per raggiungere il maggior numero di persone relativamente alle problematiche dei disabili”. Il viaggio: “i primi 23mila chilometri li ho percorsi dal Vietnam fino all’Italia, attraversando tutto il sud est asiatico, il Centro Asia e l’Asia minore. Da domani volo su Bangkok (in Thailandia) per pedalare verso la Cina, la Russia, il continente americano, in Alaska e a Sud verso il Canada e gli Stati Uniti. Questa seconda tappa del viaggio terminerà nell’estate 2014 con l’arrivo a Manfredonia”.
Il sostegno degli enti. “Ho ricevuto il patrocinio morale tanto di Enti pubblici che di varie associazioni impegnate quotidianamente sulle problematiche dei disabili”. Da stamane dunque si riparte.

Fonte: statoquotidiano

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A Cambridge, nel Massachusetts arrivano le postazioni self-service in cui fermarsi a riparare gratis la propria bicicletta. Le innovative “Bike Repair Station” offrono gratuitamente tutti gli attrezzi necessari a rimettere in sesto la propria bicicletta in caso di imprevisti. Se durante la pedalata si avverte la necessita di alzare o di abbassare il sellino, di raddrizzare i raggi o di effettuare una qualunque riparazione, basterà raggiungere una delle apposite stazioni dislocate in vari punti della città. Nella città americana si tratta per il momento di un periodo di prova. Se gli abitanti utilizzeranno le postazioni con rispetto e se le troveranno utili, il progetto potrà estendersi ancora più capillarmente. Al momento pare che la novità sia stata accolta in maniera gradita da coloro che utilizzano abitualmente la bicicletta per gli spostamenti quotidiani, in particolare data la gratuità dell’iniziativa. Le postazioni di Cambridge sono dotate inoltre di apposite barre alle quali appendere la propria bici in modo che le ruote rimangano sospese e che tutte le operazioni di riparazione necessarie possano essere svolte agevolmente e rapidamente. Si tratta certamente di un’ottima iniziativa volta a promuovere la mobilità sostenibile attraverso l’impiego delle due ruote più ecologiche. “Bike repair station” ancora più moderne ed attrezzate sono apparse nella città di Minneapolis, nel Minnesota, che ha deciso di adottare il nuovo sistema proposto da Bike Fixation, che include, oltre alla classica postazione di lavoro, dotata di ogni attrezzo utile, a cui assicurare la propria bicicletta, un distributore automatico di pezzi di ricambio. E nel nostro Paese? Nella speranza che iniziative analoghe possano raggiungerci, ricordiamoci dell’esistenza delle ciclofficine, veri e propri luoghi dedicati alla rimessa a nuovo delle biciclette ed al recupero di materiali che potrebbero essere utili a tale scopo, altrimenti destinati ad essere abbandonati in una discarica. In alcune di esse si tengono dei veri e propri corsi che insegnano come prendersi cura della propria bici. Ecco allora la mappa delle ciclofficine presenti a Roma ed un elenco di analoghe attività presenti nelle diverse regioni della penisola.

Fonte greenme.it

Giovedì, 02 Febbraio 2012 21:45

What is BionX?

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La  società BionX progetta, sviluppa e produce sistemi di propulsione elettrica per biciclette. Il marchio BionX è rapidamente diventato sinonimo di mobilità intelligente, la leadership tecnologica, la qualità dei prodotti e assistenza ai clienti più affidabili nel mercato elettrico bicycles.improve premio per l'ambiente naturale e urbano Siamo l'unica azienda del settore fornendo soluzioni complete e comprovate a produttori di biciclette e per i consumatori attraverso il nostro kit di retrofit. La nostra base di clienti retail e OEM sta crescendo rapidamente e comprende tali marchi rinomati come Diamant, KTM, Matra e Trek.Una descrizione generale delle funzioni disponibili nel sistema BionX.

Fonte: electricbikes.it

Mercoledì, 01 Febbraio 2012 21:38

Bici elettrica BionX, la e-bike fatta in casa

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La bici elettrica è un valido compromesso tra la bicicletta tradizionaleecologica al massimo ma spesso accantonata per la fatica che comporta, e un mezzo più veloce come il motorino, che però inquina a causa delle emissioni nocive. Oggi è possibile avere una bicicletta a pedalata assistita, e alimentata ad energia elettrica, senza bisogno di buttare la nostra vecchia biciletta. BionX è infatti un kit completo di batteriaruota posteriore e quadro comando con relative connessioni, che in modo semplice e senza sprechi trasforma la solita bicicletta in un mezzo elettrico con tanto di display multifunzione.

Distanza, velocità, cronometro, stato di carica della batteria, sistema di allarme sono tutte funzioni garantite da questo sistema, facile da montare, che ci permette di utilizzare più spesso un mezzo tanto ecofriendly anche se siamo più pigri o non possiamo affaticarci, il tutto mantenendo le zero emissioni diretta. La batteria elettrica di BionX non solo eroga energia per facilitare la pedalata durante la marcia, ma addirittura la accumula autoricaricandosi. Le batterie elettriche sono disponibili in diversi formati a seconda dell'utilizzo o del tipo di bicicletta, mentre la ruota posteriore ha un motore DC privo di spazzole che non necessita di manutenzione e disponibile con diverse potenze, misura di ruota e colori


Per informazioni puoi visitare il sito BionX e trovare il distributore più vicino.

Fonte econews24
Mercoledì, 01 Febbraio 2012 21:16

Mobilita' sostenibile. Gli obiettivi per il 2050

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L’ambizioso obbiettivo fissato dall’Unione Europea per la riduzionedelle emissioni di gas serra previste entro il 2050 non sembra raggiungibile con l’ausilio della sola tecnologia. A questa conclusione è giunto un recente rapporto dell’Agenzia Europea dell'ambiente, piuttosto critico sul raggiungimento degli obbiettivi prefissati per il sistema della mobilità all’interno dell’Unione, secondo cui, tra l’altro, i soli miglioramenti tecnologici e l'efficienza dei carburanti non saranno in grado di dotare l’UE degli strumenti necessari per raggiungere il proprio obiettivo di ridurre del 60%  tra il 1990 e il 2050 le emissioni provenienti dai trasporti se non verrannointrapresi progetti alternativi di mobilità sostenibile.  Il comitato scientifico della Federazione Europea Ciclisti (European Cyclists Federation, ECF) ha dato un interessante approccio sull'argomento. Attraverso uno studio specifico e dettagliato è stato quantificato che la riduzione di emissioni delle biciclette rispetto ad altri mezzi di trasporto, tenendo in considerazione anche i costi di produzione, di gestione e dell’energia necessaria per l'uso della bicicletta, può essere dell’ordine di oltre 10 volte superiore rispetto a quella derivante dallo sviluppo delle tecnologie a favore delle autovetture e mezzi a motore in genere. Il rapporto parte da una considerazione introduttiva al quanto esemplare: il target delle emissioni di GHG (Greenhouse Gas – Gas Serra) non dovrebbe superare nel 2050 i 308 milioni di tonnellate di CO2 o meglio 588 kg/anno/pers., equivalente a:
  • 28000 km in bici
  • 5822 km in autobus
  • 2170 con la macchina (il doppio in moto)

Facendo due rapidi conti rispetto a come ci muoviamo all’interno e all’esterno del nostro territorio, appare chiaro agli occhi di tutti che il sistema mobilità è destinato ad entrare in conflitto con le nostre abitudini ormai consolidate. A nulla valgono, secondo questo studio, le innovazioni tecnologiche in termini di efficienza e di scelte sulla tipologia di combustibile a minor impatto ambientale (metano, GPL  per esempio); infatti, tutte le misure che rendono il trasporto più conveniente ed efficiente, per paradosso,  fanno correre il rischio di generare ulteriore spostamenti e quindi maggiori emissioni. Mettendo a confronto le diverse modalità di trasporto privato e pubblico con le biciclette elettriche e normali, l'ECF ha provato che la UE è in grado di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra tramite i trasporti previsti per il 2050; in che modo il “ciclismo” può aiutare la UE a raggiungere tali obbiettivi? Secondo i risultati di questo rapporto, la ricetta sembra essere veramente semplice da apparire quasi banale: i cittadini della UE dovrebbero impegnarsi ad utilizzare la bicicletta come i cugini Danesi hanno fatto nel corso del 2000, utilizzando mezzi a due ruote per una media di circa di 2,6 km al giorno. In tal  modo l’Unione Europea raggiungerebbe il 25% del risparmio delle emissioni previste per il settore dei trasporti soltanto modificando certe abitudini e con l’uso semplicissimo e migliore della bicicletta. "Pedalate 5 km al giorno invece che con mezzi a motore e raggiungeremo il 50% degl'obiettivi proposti in materia di riduzione delle emissioni", osserva l'autore Benoit Blondel, ECF Environment and Health Policy Officer, aggiungendo che "il potenziale di raggiungimento di tali obiettivi per le biciclette è enorme. E con uno sforzo economico assolutamente esiguo: mettere sui pedali un maggior numero di persone è molto meno costoso di mettere su strada le auto elettriche”. Mi sembra un’osservazione di buon senso. Sempre Blondel commenta: "Se vogliamo seriamente conseguire tali obiettivi, dobbiamo cambiare il nostro comportamento. Non si tratta di muoversi di meno. Riguarda piuttosto il modo in cui ci muoviamole opzioni di trasporto messe a disposizione dai governi”, argomento, quest’ultimo, tutto da approfondire, soprattutto in Italia. A titolo esemplificativo lo studio dell’EFC fa notare che con il volume di importazioni di petrolio greggio della UE pari a 955 milioni di barili all'anno, se i cittadini della UE  pedalassero a livello di quelli danesi sarebbe possibile ridurlo di circa il 10%!! Un’altro risultato emerso dallo studio mette in evidenza che le emissioni delle biciclette elettriche, peraltro utili per soggetti in età avanzata, nonostante l’uso di accumulatori, sono equiparabili a quelle delle biciclette normali. Infatti il 56% dei percorsi più lunghi vengono effettuati dalle biciclette assistite elettricamente sostituendo in sostanza circa il 39% degli spostamenti in automobile. Si comprende così l’entusiasmo del Sig. Blondel per la bicicletta in quanto il mezzo possiede un potenziale enorme, tutto da sviluppare, per ridurre le emissioni provenienti dai mezzi di trasporto.

Verrebbe quasi da concludere: Forza gente… pedalate!!

Fonte: architetturaecosostenibile

Mercoledì, 01 Febbraio 2012 20:57

Il Giro del Mondo in Bicicletta

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Il Giro del Mondo in Bicicletta

Autore: Peter Zheutlin

Prezzo di copertina € 17,50

Pagine: 330

Editore Elliot

 

Annie "Londonderry" Kopchovsky non era un'attivista né una benestante cosmopolita, ma diventò un simbolo della libertà femminile perché fu la prima donna a fare il giro del mondo in bicicletta, sfidando le proprie difficoltà economiche e i pregiudizi altrui. Ebrea lettone emigrata negli Stati Uniti, sposata e madre di tre bambini, nel giugno del 1894, all'età di ventitré anni, in seguito a una scommessa ("Nessuna donna è in grado di compiere in quindici mesi il giro del mondo") abbandonò la famiglia e partì da Boston in bicicletta portando solo un cambio di biancheria e un revolver con il calcio di madreperla. Arrivò fino in Cina, passando per Parigi, Gerusalemme e Singapore, superando incredibili difficoltà e sopportando innumerevoli calunnie ("troppo mascolina per essere una donna", "deve essere un eunuco travestito") e persino la prigione, fino al suo ritorno in patria, dove ebbe un'accoglienza trionfale e venne eletta simbolo della lotta femminile: "Sono una Nuova Donna, e questo significa che adesso sono in grado di fare qualunque cosa faccia un uomo". Si dedicò al giornalismo, ma nonostante la celebrità, dopo la sua morte, avvenuta nel 1947, la sua vicenda è stata completamente dimenticata. Oggi, grazie al lavoro del suo pronipote, il giornalista Peter Zheutlin, abbiamo la possibilità di rileggere una delle più importanti avventure che abbiano avuto luogo nel XIX secolo.

www.elliotedizioni.com

Mercoledì, 01 Febbraio 2012 20:48

La bici sopra Berlino

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La bici sopra Berlino

Autore: Mauro Max

Prezzo: € 10,20

Pagine: 162

Editore: ediciclo

 

La capitale della Germania attraversata in bicicletta, invitando un angelo a farci compagnia. Un libro che invoglia a pedalare per le sue strade, ricche di contraddizioni, di suoni dolci da orchestra da camera e ossessivi da tecnomusic, di riflessi romantici in riva alla Sprea e di monumenti al comunismo, di parchi eleganti e austeri e di aree verdi dove si può giocare a calcio e cucinare la griglia. Mille luoghi dove perdersi, con curiosità e leggerezza. Seguendo il fantasma del Muro e inseguendo i fermenti creativi di una metropoli viva, "La bici sopra Berlino" restituisce l'immagine di una città bambina che ogni giorno si inventa una nuova identità per stupire il viaggiatore.

www.ediciclo.it