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Via della Casa Comunale n°1
Autore: Stefano Bruccoleri
Prefazione di Don Luigi Ciotti
Postfazione di Simona Vinci
Prezzo: € 13,50
Numero di pagine: 180
Editore: Ediciclieditore
Un ragazzo perde la casa. Finisce per strada e poi in un dormitorio. Per vincere la disperazione si attacca a un diario. Un diario di carta che poi diventa un blog, grazie alla connessione del dormitorio di Alessandria. Dopo una diagnosi medica spietata come una condanna decide di prendere la bicicletta e partire. Viaggia per quattro anni e otto mesi "percorrendo circa venticinquemila chilometri, pedalando a tratti felicemente e altri da idiota". Durante il viaggio continua a raccontare di se stesso e di quello che vede attorno, riversando sulla pagina l'amore per la bicicletta, la forza dello spirito che lo anima e che lo aiuta a contrastare i suoi problemi, l'esperienza della scrittura e i numerosi incontri e le relazioni umane che ne scaturiscono. Ogni pagina apre una finestra diversa sul mondo visto a diciassette chilometri orari. Il diario diventa un libro, "Via della Casa Comunale numero 1", (la via che viene assegnata d'ufficio all'anagrafe ai senza fissa dimora per consentirgli di mantenere la cittadinanza e il supporto sanitario), caustico, irriverente, ma anche ironico e sognatore. Per non smettere di pedalare.
A Bologna le bici erano come i cani
Autore: Nori Paolo
Prezzo: € 13.00
Pagine: 206
Editore: Edicicloeditore
Questa è la storia di un ex meccanico di biciclette che doveva dire a suo figlio che non era suo figlio. È una storia ambientata a Bologna, che dicon sia un posto dove fino a qualche anno fa la gente si portava per mano la bici anche quando andava a piedi, come se eran dei cani. E dicono fosse un posto dove uno non veniva considerato vecchio finché riusciva ad alzare il piede sopra il sellino. E dicono fosse un posto dove negli anni cinquanta le bici non le chiudeva nessuno, perché le bici del paese le conoscevano tutti, una bici era come una faccia. Cioè in realtà queste cose le dicono, tutte e tre, di Luzzara, e le dice Zavattini, ma il fatto è che l'Emilia, nella mia testa, è una cosa, cioè un'idea, cioè un affetto, che non è che non ci sia differenza, ce n'è tanta, ma l'aria che tiene insieme le cose, la luce che vedi sulla via Emilia, a una cert'ora, che si inonda di luce, che ti acceca, non che non ci sia differenza, ce n'è tanta... ci siam forse capiti.
Avido di esercizio fisico e di nuove sensazioni, Alfred Jarry . che divideva la stanza con l'adorata, e mai pagata, Clément luxe 96 . ci offre qui un'inedita lettura ispirata a una passione lontana tanto dalla competizione quanto dal cicloturismo, ai quale oppone "l'emozione della velocità nel sole e nella luce", la possibilità di "catturare nel minor tempo possibile, in un rapido drenaggio, forme e colori lungo strade e sentieri sterrati". E ci mostra i suoi protagonisti - Gesù in derapata sul Golgota, Issione attaccato alla ruota per l'eternità, l'acrobata dei velodromi - dediti, in sella a una bicicletta appunto, all'unico sforzo che per lui importava veramente: la ricerca d'assoluto.
L' uomo nero e la bicicletta blu
Autore: Baldini Eraldo
Pagine: 275. Nostro prezzo: € 14.88
Editore: Einaudi
L'uomo nero e la bicicletta blu di Eraldo Baldini è un romanzo che ci riporta indietro nel tempo, fino al 1963. Anno in cui muoiono sia Papa Giovanni XXIII che John Fitzgerald Kennedy. Anno nel quale Franco Balmamion vince il Giro d'Italia senza vincere mai una tappa.
Gli anni sessanta in Italia sono stati anni di speranze vissute e buttate. Di campagne lasciate e sognate, poi, per anni, e mai più ritrovate. Distrutte dalle fabbriche e dalle case che come alveari spuntavano là dove erano i prati verdi a dare speranze a chi ci abitava vicino e che si domandava cantando perché non ci lasciassero l'erba, invece di continuare a costruire.
Il mito di un'Italia rurale pura e grottesca, che sa di farina e uova fresche, e tagliatelle che profumano delle mani di nonna, e di ginocchia sbucciate a correre nei cortili, e dei campi la terra e il grano e le vigne, per ritornare ragazzi e bambini, per ricordare gli anziani e ormai vecchi amori. La libertà di ritrovarsi un futuro davanti. La libertà di sprecarlo nel modo assurdo che si ritiene più giusto, o che la comunità di paese ritiene maggiormente prestigioso, morale e onesto. Corretto.
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