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Venerdì, 14 Ottobre 2016 09:51

La bici parla italiano anche nel mondo

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Dopo anni di storie avvincenti, grazie ai campionissimi del passato come: Coppi e Bartali, l’Italia si appresta a conquistare il primato nel mondo della produzione e della manutenzione di biciclette.

A riferire la notizia è Confartigianato che durante l’analisi annuale sugli sviluppi di settore, evidenzia come le imprese che producono, riparano e noleggiano biciclettetra il 2013 e il 2016 sono aumentate del 2,8%. Un comparto che, nonostante viva il progresso dell’evoluzione tecnologica industriale, è ancora dominato dagli artigiani.
In Italia si contano più di 2.000 imprese per un numero complessivo di 3.936 addetti, la maggior parte di queste attività sono concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Secondo i dati sul fatturato si è assistito nel primo bimestre 2016 a un incremento percentuale pari al 13,8% rispetto al 2015, una tendenza positiva che raddoppia i numeri registrati nell’ambito dell’Unione Europea (attualmente fermi a un +6,6%).
Il rapporto è stato fotografato dall’Ufficio studi della Confartigianato. Quanto emerge da questi dati è l’ennesima testimonianza di come la bici, se ben pubblicizzata e favorita dalle amministrazioni comunali con l’istituzione di percorsi ciclabili, costituisca ancora un patrimonio valido per gli spostamenti in città.
L’evoluzione tecnologica del “saper fare italiano” produce una vasta gamma di mezzi a due ruote: dai sofisticati “gioielli” per conquistare i record mondiali, ai modelli per ogni tipo di specialità agonistica, fino alle innovazioni per l’utilizzo quotidiano, questo consente a tutte le fasce di età di poter scegliere ancora la bici al posto dei mezzi a motore.
A far esultare sono soprattutto i numeri sull’esportazione. Secondo Confartigianato, la manifattura artigiana made in Italy ha fatturato un valore di 617 milioni di euro, con un aumento del 2,2% (rispetto al 2015) della componentistica, ma soprattutto un incremento sensibile di vendite nel Regno Unito (+17,8%) e negli Usa (+10,1%).
Accade lo stesso verso quei paesi che, per tradizione, sono sempre stati concorrenti dell’Italia. Ne è di esempio la Francia: maggiore acquirente di bici complete e componentistica per un valore di 100 milioni di euro (importo che costituisce il 16,2% del nostro export). Quello della Francia non è il solo esempio europeo, la Germania si attesta al secondo posto per importazioni dall’Italia con una cifra di 89 milioni di euro (14,4%) come pure la Spagna che con 46 milioni di euro (7,4%) si posiziona al terzo posto.
Quindi, la bicicletta e tutto quello che ruota attorno ad essa: officine per le riparazioni, negozi di abbigliamento, realizzazione di eventi a tema, non è solo un modo per fare sport e per trascorrere il tempo libero, ma una vera e propria realtà commerciale che crea impiego e muove ingenti somme di denaro. Dall’analisi complessiva del rapporto Confartigianato, inoltre, è emerso che, al 2015, il numero di italiani che hanno scelto la bici per andare al lavoro sono stati 743.000. Ovvero un aumento di 32.000 persone (+4,5%) rispetto al 2010.
A usare il “bike to work” con maggiore intensità risultano gli abitanti di Bolzano (13,2%) quelli dell’Emilia Romagna (7,8%) e infine i cittadini del Veneto (7,7%).
Un incentivo ad usare la bicicletta in città è sicuramente l’aumento delle piste ciclabili: tra il 2008 e il 2015 la densità è cresciuta in media di 5,2 km per 100 chilometri quadrati.

 Fonte: fiab-onlus.it

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