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Cerchiamo di capire cosa può fare chi è al volante per rispettare e tutelare chi con lui condivide la strada. A leggerle bene si tratta di accortezze scontate, dettate soprattutto dal buon senso.

Ricordare sempre che una macchina pesa due tonnellate o giù di lì, mentre una bicicletta spesso e volentieri nemmeno 20 chili.

In qualsiasi scontro, il ciclista perde sempre, non c'è collisione in cui ne esca meno ferito.

LEGGE

Rispettare i diritti di chi va in bicicletta: visto che a volte non viene considerato nemmeno un utente legittimo della strada (un classico esempio è la frase "vai sulla ciclabile").

La bicicletta è considerata dal Codice della Strada un veicolo ed ha pieno diritto di stare sulla carreggiata.

SVOLTE

Usare le frecce, in particolare nelle svolte a destra, perché altrimenti se il ciclista è indietro ma in una posizione poco visibile dallo specchietto per lui sarà impossibile accorgersi dell'auto e si rischia di tagliargli la strada o peggio investirlo.

DISTANZA

Mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo da chi è in bici. Fissare bene questa regola e renderla un'abitudine abbasserà senz'altro le probabilità di colpire il ciclista.

Sarebbe poi gradito rallentare, invece di sorpassare in fretta e furia, risparmiando così qualche spavento.

ATTENZIONE

Guardare la strada e mantenere la concentrazione. Si sa, a volte l'automobile si guida un po' "per inerzia", non ci si rende conto ed è un'azione meccanica. La maggior parte degli automobilisti che investe un ciclista dichiara di non averlo visto arrivare.

Per questo si chiedono le cosiddette zone 30, in cui circolare insieme ed in sicurezza biciclette, pedoni e certamente anche automobili. Quello che si sta chiedendo in fondo è una pacifica convivenza.

REGOLE

Guardare indietro o almeno allo specchietto prima di aprire lo sportello per uscire dall'auto, e questa è una delle pratiche che chiunque abbia sostenuto un esame per la patente dovrebbe ricordare...

Eppure incidenti di questo tipo sono ancora troppo frequenti, l'ultimo qualche settimana fa a Milano dove ha perso la vita Giacomo.

Anche se la bicicletta proviene a 20 km/h l'impatto è violentissimo. E chi è in bici non ha alcun modo di accorgersi dell'apertura dello sportello.

CALMA

Ricordare che chi usa la bici non ha tempo da perdere. Alcune frasi ricorrenti tra gli automobilisti sono: "non hai niente da fare? vai in campagna a passeggiare". E perdono la pazienza per un danno di quanto, 10 secondi? Forse anche meno.

Senza rendersi conto che è chi va in macchina che se la può prendere comoda, visto che ci trascorre ore e ore, tanto ormai da averla dotata di musica, tv e altro. Per rimanere bloccati in fila, ma con tutti i comfort.

RINGRAZIA

Considerare i vantaggi che offre chi usa la bici agli automobilisti stessi: sono meno macchine in strada facendo risparmiare tempo negli spostamenti, meno concorrenti per un parcheggio, non usurano la strada quindi non causano buche evitando ulteriori danni alle auto e soldi spesi per le riparazioni, limitano quello che sarebbe un livello di inquinamento ancora più alto.

In alcuni Paesi in cui lo hanno capito, come il Belgio, vengono riconosciuti degli incentivi economici a chi si reca al lavoro in bicicletta, e la stessa richiesta è stata presentata di recente in Francia.

ANCHE TU

Considerare che la bici è un mezzo che esiste da prima della macchina ed esisterà in eterno, l'uso è in aumento in molti Paesi, e timidamente anche in Italia.

Ma questo non può meravigliare: siamo in tempi di crisi, il prezzo della benzina è arrivata alle stelle, andiamo sempre di fretta e ci inventiamo tutti gli stress possibili, ripetiamo costantemente che gli altri Paesi sono meglio, che i tedeschi e gli olandesi vanno in bici perché "lì c'è la cultura". Ma non può essere una scusa questa, si può cominciare a seguire questa cultura da subito. Lasciando a casa l'auto, ora.

fonte: http://www.amicoinviaggio.it/

Pubblicato in IN EVIDENZA
Argomento trattato:
Mercoledì, 08 Febbraio 2012 12:21

Salviamo i ciclisti!

Il Times di Londra ha fatto partire una campagna per la sicurezza in bicicletta. Diversi blogger italiani hanno redatto questa lettera, spedita ai maggiori quotidiani italiani.

Gentili direttori del Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, il Sole 24 Ore, Tuttosport, La Nazione, Il Mattino, Il Gazzettino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale, Il Secolo XIX, Il Fatto quotidiano, Il Tirreno, Il giornale di Sicilia, Libero, La Sicilia, Avvenire.

La scorsa settimana il Times di Londra ha lanciato una campagna a sostegno delle sicurezza dei ciclisti che sta riscuotendo un notevole successo (oltre 20.000 adesioni in soli 5 giorni).

In Gran Bretagna hanno deciso di correre ai ripari e di chiedere un impegno alla politica per far fronte agli oltre 1.275 ciclisti uccisi sulle strade britanniche negli ultimi 10 anni. In 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito.

Questa è una cifra vergognosa per un paese che più di ogni altro ha storicamente dato allo sviluppo della bicicletta e del ciclismo ed è per questo motivo chiediamo che anche in Italia vengano adottati gli 8 punti del manifesto del Times:

  1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
  2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
  3. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
  4. Il 2% del budget dell’ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
  5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
  6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
  7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
  8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.

 

Cari direttori, il manifesto del Times è stato dettato dal buon senso e da una forte dose di senso civico. È proprio perché queste tematiche non hanno colore politico che chiediamo un contributo da tutti voi affinché anche in Italia il senso civico e il buon senso prendano finalmente il sopravvento.

Vi chiediamo di essere promotori di quel cambiamento di cui il paese ha bisogno e di aiutarci a salvare molte vite umane.

Chiunque volesse contribuire al buon esito di questa campagna può condividere questa lettera attraverso Facebook, attraverso il proprio blog o sito, attraverso Twitter utilizzando l’hashtag #salvaiciclisti e, ovviamente, inviandola via mail ai principali quotidiani italiani.

Scarica qui la lista degli indirizzi mail.

Tutti gli aderenti all’iniziativa saranno visibili sulla pagina Facebook: salviamo i ciclisti

 

Hanno aderito all’iniziativa:

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